Vayetzè: Lo Tzadìk lascia la città
Tratto da "Perle di Torà" di rav Immanuel Piazza
Nella Parashà di Vayetzè è scritto14: "Giacobbe se ne andò da Beèr Sheva e si diresse verso Charàn".
Rashi nel suo commento alla Torà domanda:
per quale motivo la Torà evidenzia il luogo da cui è andato via Giacobbe? La Torà avrebbe dovuto scrivere soltanto "Giacobbe si diresse verso Charàn" e automaticamente avremmo capito che abbandonò Beèr Sheva.
Risposta: La Torà ci vuole insegnare che nel momento in cui lo Tzadìk (un giusto) abbandona la città in cui abitava, allora quel luogo risente delle conseguenze. Infatti per tutto il tempo in cui lo Tzadik si trova nella città, egli rappresenta lo splendore e l'onore di quel luogo. Nel momento in cui se ne va, allora la città perde il suo splendore e si sente priva di qualità. Per questo motivo la Torà evidenzia che Giacobbe se ne andò da Beèr Sheva.
Approfondimenti:
Tuttavia dobbiamo porgerci un'ulteriore domanda:
perché la Torà ci dona questo insegnamento proprio con Giacobbe, e non lo fa evidenziando l'uscita di Abramo o Isacco dalla città?
Risposta15:
In questo caso c'è un'ulteriore insegnamento. A Beèr Sheva erano rimasti altri due Tzadikìm: Isacco e Rebecca, quindi la città non avrebbe dovuto risentire la mancanza di Giacobbe.
Ad ogni modo la Torà evidenzia l'uscita di Giacobbe per insegnarti che ogni Tzadìk ha una sua unicità, ha un suo particolare splendore. Quindi la città di Beèr Sheva si sentì priva dello splendore di Giacobbe.
14 Bereshìt 28:10.
15 Tratta da un insegnamento di Rabbì Shmuel Rozovski.
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