Tra le perle dello Sforno - Tazria / Metzorà
La Torà ci parla nel corso di due Parashòt (Tazrì'a e Metzor'à) della tzarà'at, una malattia
spirituale derivata da alcune trasgressioni gravi tra cui la Lashòn HaR'à ~ maldicenza che si manifesta in modo fisico sulla pelle dell'uomo, sui suoi abiti o sulle pareti della sua casa. La Torà dice:
E quanto a un abito, su cui ci sia una macchia di Tzarà'at… (Vayqrà 13:47)
Sulla tzara'àt c'è molto da approfondire e comprendere. Ad esempio: perché oggi non si sente parlare di alcun caso o non abbiamo documentazioni scientifiche di tutto ciò? Perché mai dovrebbe venire la tzarà'at?
Lo Sforno al termine del suo commento sulla parashàh di Tazrì'a espone numerosi importanti principi. Riportiamo solo parte della sua spiegazione:
E quanto a un abito, su cui ci sia una macchia di Tzarà'at…. indubbiamente è innaturale che il colore dei vestiti cambi in questo modo, perché le stoffe non subiscono cambiamenti così strani, se non per qualche opera fatta con essi o se sono stati colorati, intenzionalmente o meno. La Torà insegna che la tzara'àt dei vestiti può riguardare solamente stoffe bianche. La Torà testimonia che a volte vengono delle macchie di tzarà'at come fenomeno soprannaturale per risvegliare il cuore di coloro che hanno peccato E tutto ciò è per misercordia di HaShèm nei confronti del Suo Popolo. Infatti la tzarà'at. non viene sui vestiti appartenenti a non ebrei.
Questo nonostante che tutta la specie umana sia lo scopo della Creazione. L'uomo è l'unico che è stato progettato tra tutte le creature per essere in qualche modo simile al Creatore, sia nella capacità cognitiva che in quella di agire, come testimonia il Signore Benedetto dicendo: "E lo faremo a nostra Immagine e somiglianza" (Bereshit 1:26), e ciò vale per tutta l'umanità... perché solo l'uomo tra tutte le creature ha la possibilità di libero arbitrio, e può riflettere sull'esistenza del suo Creatore e la Sua grandezza e bontà. Può capire che è magnanimo, che ama la verità, e con ciò fa Tzedaqà e Giustizia. L'uomo è in grado, dopo aver riflettuto e riconosciuto questo, di procedere nelle Sue strade, e di considerare la Sua volontà come fossa la propria. Senza dubbio quest'uomo assomiglia al suo Creatore più di qualsia si altra creatura, ed è questo il fine desiderato dal Creatore, com'è detto: "e lo Tzaddiq [colui che compie la Mia volontà] è la base dell'Universo" (Proverbi 10:25).
E quando l'uomo si sottrae al suo obbligo di assomigliare al Creatore, perché attratto dal desiderio della materialità, trasgredisce le indicazioni e si ribella contro di Lui in tutte le sue azioni o in parte di esse, riceverà pena eterna o non eterna, secondo il giudizio divino, com'è detto: "Non giustificherò come giusto il malvagio" (Shemot 23:7).
Se un uomo pecca per errore potrà esser colpito nei suoi guadagni o nel corpo per risvegliare la coscien za, com'è scritto: "Affinché si apra il loro orecchio alla correzione…" (Giobbe 36:10).
Però gli 'addormentati' che non si risvegliano, prendendo coscienza di ciò che accade loro, come fanno gli altri popoli e anche la maggior parte degli ebrei, all'infuori dei pochi migliori, si trovano sicuramente sotto il dominio delle leggi di natura e dei fattori celesti. Per loro, come per gli animali, la hasghakhà ~ provvidenza divina riguarda solo la specie in generale e non i singoli esseri, perché così volle il Signore. Lui ha scelto il popolo ebraico, come disse: "Te scelse il Signore Tuo Dio per essergli possesso particolare…". Questo perché il carattere di questo popolo è più idoneo a portare l'umanità allo scopo finale voluto dal Creatore, di quanto lo sia quello degli altri popoli. Infatti la realtà divina e l'unicità del Creatore è stata conosciuta a fondo da parte del popolo ebraico e accettata da tutto il popolo, a partire dagli Avòt ~ Padri. Pertanto gli ha concesso lo studio della Torà e le mitzwòt e lo ha avvisato che se si discosterà dalla Torà, risveglierà i loro cuori con delle sofferenze, com'è scritto: "Se Tu ascolterai attentamente la parola del Signore … alcuna di quelle piaghe con le quali ho colpito l'Egitto non ti colpirà (Shemòt 15:26). E con la Sua bontà ha stabilito che quando la maggior parte del popolo si comporterà secondo la Sua volontà, allora risveglierà dei singoli ebrei prescelti, prima attraverso la tzarà'àt sugli abiti, la quale non può colpire i non ebrei, e quando non sarà sufficiente alllora li risveglierà con la tzara'àt sulle case che anch'essa non è assolutamente un fenomeno naturale.
... E quando la generazione non è al livello adatto per questa grazia, la tzarà'àt non colpisce e le generazioni dimenticano che esiste, fino al punto in cui alcuni dicono che non c'è mai stata.
Vediamo qui dei principi molto particolari che ci danno una scossa nella nostra ottica sull'Universo. Soffermiamoci solo su uno di essi: la tzarà'at non è solo una 'pena', ma è un dono – affinché l'uomo si possa risvegliare e risvegliare la sua coscienza facendo teshuvà. Ma è un dono che se si può avere in modo 'fisico' solo a una condizione – che la generazione se lo meriti. Altrimenti bisogna sapere che questa condizione esiste, ma se non si vede 'punito' qui chi si comporta male, è solo perché noi non ci meritiamo di vederlo [dato il nostro cattivo comportamento] e lui non si merita di essere 'risvegliato' da quanto fa.
D'altra parte, chi subisce una qualsiasi 'malattia' o altro, deve comprendere che si tratta di un 'richiamo' dal Cielo per correggere la propria condotta, cominciando a sistemare quanto esplicito nella Torà, come la divisione tra carne e latte e l'attenzione alla kasherùt, alle berakhòt, alla tefillà quotidiana, allo studio di Torà costante e quotidiano, alle norme che riguardano la vita di coppia nei suoi vari aspetti e ai tefillìn e mezuzòt, mitzòt che ci elevano e proteggono per tutto il cammino. Aguriamoci che si possa avverare su di noi il verso: "Se Tu ascolterai attentamente la parola del Signore … alcuna di quelle piaghe con le quali ho colpito l'Egitto non ti colpirà".
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