Sheminì La nostra delicata anima
Da Perle di Torà
di rav Immanuel Piazza
E' scritto nella nostra Parashà: "Non renderete ripugnante la vostra anima mangiando gli animali che brulicano. Voi non dovete diventare impuri (in questo mondo) a causa loro, così da non divenire impuri nel mondo futuro" (Vaikrà 11:43). Il nostro Maestro, "Chafez Chaiim" zz"L ci spiega questo verso attraverso un'allegoria: Un commerciante di profumi preziosi e costosi una volta entrò in un negozio che vendeva le pelli di animali. Proprio a causa delle pelli, in quel negozio c'era un odore ripugnante e così il commerciante di profumi che non era abituato a quel cattivo odore fu costretto ad uscire dal negozio. Dopo un periodo di tempo, gli affari del commerciante di profumi persero colpi, quindi fu costretto a vendere il negozio. Il commerciante cercò un nuovo lavoro e per mantenere la sua famiglia non aveva altra scelta che andare a lavorare proprio nel negozio di pelli. All'inizio gli fu molto difficile convivere con l'odore delle pelle, che gli causava giramenti di testa e colate di vomito, tuttavia, con il passare del tempo si abituò all'odore, fino al punto che ormai non lo infastidiva più. Spiega il "Chafez Chaiim" questo è ciò che che succede esattamente anche per ciò che riguarda il cibo non Kasher. L'anima dell'ebreo proviene dal Trono dell'Eterno ed essendo molto delicata non è abituata al cibo non Kasher. Tuttavia, colui che mangia il cibo non Kasher piano piano si abitua a ciò, fino al punto che anche il suo cuore e la sua anima non ne vengono più infastiditi. Per questo la Torà comanda nella nostra Parashà : "Non renderete ripugnante la vostra anima mangiando gli animali che brulicano. Voi non dovete diventare impuri (in questo mondo) a causa loro, così da non divenire impuri nel mondo futuro"...ossia, non mangierete nessun cibo non Kasher, e nemmeno un cibo che si ha il dubbio se sia kasher o meno! poichè facendo ciò, mai sia, abituerete anche le vostra anima, come spiegato nelle righe precedenti...
Tratto dal libro "Ve-karata le Shabbàt Onegh" del Israel Yosèf Borenshtein
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