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"Salvami dalle mani di mio fratello, dalle mani di Esaù"

Tratto da "Perle di Torà" di rav Immanuel Piazza




Nella Parashà di Vayshlàch, la Torà ci racconta che Esaù avanzava per attaccare Giaccobe. Nel verso 12 è scritto: (Giacobbe disse al Signore:) "Ti prego salvami dalle mani di mio fratello, dalle mani di Esaù, perchè ho timore di lui , che possa venire a colpire me, e colpisca le madri insieme ai loro figli".


Domanda:

I commentatori si domandano per quale ragione Giacobbe dice: "Salvami dalle mani di mio fratello, dalle mani di Esaù". Sarebbe bastato dire dalla "mani di mio fratello".


Risposta:

Ci sono molte risposte al riguardo16, tuttavia vorrei proporre due spiegazioni:

1. Nel seguito17 della Parashà troviamo la lotta tra Giacobbe e l'angelo protettore di Esaù.

Quindi si potrebbe spiegare che Giacobbe dice: "Salvami dalle mani di mio fratello", ossia dalle grinfie di Esaù mio fratello che avanza per attaccarmi, e "Salvami dalle mani di Esaù", ossia salvami durante la lotta con l'angelo protettore di Esaù.


2. È scritto nel Midrash18 che il Signore mostra a Giacobbe gli angeli protettori dei quattro futuri imperi che combatteranno contro il popolo d'Israele. Uno dei quattro è Edòm che ha origine da Esaù. Studiamo quindi dal Midrash che Giacobbe era a conoscenza che nelle gererazioni successive il popolo d'Israele dovrà confrontarsi con Esaù.

Detto ciò possiamo quindi spiegare che Giacobbe dice: "Salvami dalle mani di mio fratello", che adesso si dirige verso di me per combattere, e "Salvami dalle mani di Esaù", ossia salva il popolo d'israele nelle generazioni successive dalle grinfie dell'impero di Edòm che ha origine da Esaù.

Ho trovato un appoggio a questa spiegazione dal commento del Baàl haTurìm.

Il Baàl haTurìm insegna che le iniziali delle parole del nostro verso:

"מיד נא הצילני " ("Ti prego salvami"), formano la parola: "המן" (Aman), che in futuro combatterà contro Israele, come scritto nella Meghillà di Ester. Vediamo quindi dalla spiegazione del Baàl haTurìm che è alluso nella Torà che Giacobbe prega per le generazioni successive fin d'allora.


Note

16 Vedi il commento di Rashi e del Beth ha-Levi (Rav Yosef Dover Soloveitzik) che ho riportato nella prossima derashà su Vayishlàch.

17 Cap.32, v.25.

18 Pirkè de-Rabbì Eliezer.


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Salvami dalle mani di Esaù...


Giacobbe prega Kadosh Baruch Hù di essere salvato da Esaù che marciava nella sua direzione, come è scritto19: "Salvami per favore dalle mani di mio fratello, di Esaù...".

I Commentatori zz"l si domandano per quale ragione Giacobbe dice: "dalle mani di mio fratello, di Esaù...", infatti bastava che dicesse:" dalle mani di mio fratello" senza specificare "di Esaù".

Rashi spiega: " dalle mani di mio fratello, che non si comporta con me come un fratello bensì come Esaù il malvagio".

Il Beth Halevi spiega che Giacobbe capì che nel momento che Esaù sarebbe arrivato verso di lui avrebbe potuto agire nei suoi confronti in due maniere differenti:

o combattere con lui per ucciderlo o chiedere di fare la pace e convivere insieme. Giacobbe temeva entrambe le possibilità, infatti sicuramente non voleva essere ucciso, ma nemmeno voleva avere nessun rapporto con Esaù. É proprio per questo che è scritto: "Salvami per favore dalle mani di mio fratello, di Esaù", ossia salvami da Esaù che vuole convivere con me, e salvami da Esaù che vuole uccidermi.

Infatti è scritto al v.8: "e Giacobbe ebbe molto timore ed era angosciato", ossia era intimorito che Esaù potesse ucciderlo, ma era anche angosciato che Esaù potesse richiedere di fare la pace e convivere con lui.

Perchè Giacobbe ha paura di appaccificarsi e di stare assieme ad Esaù?

Giacobbe pur essendo Zadik (giusto) temeva di essere influenzato dai cattivi pensieri e comportamenti di Esaù, che era un rashà (malvagio).

Il Beth Halevi spiega inoltre che Kadosh Baruch Hù nella nostra Parashà risponde alla preghiera di Giacobbe. Infatti Giacobbe viene sia salvato dalla spada di Esaù ma anche dalla posibilità di risiedere insieme, come è scritto20: "e disse (Esaù): (....) ed andrò nella tua stessa direzione "ma" in quel giorno tornò Esaù per la sua strada, verso Seira"21.

Ma perchè Giacobbe nella sua Tefillà prima si preoccupa di chiedere a Kadosh Baruch Hù di non convivere con Esaù, come è scritto:"dalle mani di mio fratello" e solo dopo di non essere ucciso, come è scritto:" di Esaù"?

Nel libro Lekach Tov è spiegato che la Torà ci dà qui un altro grande insegnamento, di cui dobbiamo fare tesoro: il pericolo che si corre frequentando una persona malvagia è più grande di quello di essere uccisi. Infatti standone a ccontatto, potremmo esserne influenzati imparando non solo cattivi comportamenti, ma anche a non rispettare le Mizvòt (precetti) e commettere averòt (trasgressioni). I Maestri insegnano inoltre che "colui che fa peccare il suo prossimo è peggio di colui che lo uccide, poichè l'assassino gli toglie la vita in questo mondo, mentre costui gli toglie la vita nell'Olàm Abà-mondo futuro".

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