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Pubblicizzare la nostra gioia



La Torà afferma: "Se presenterà un qorban todà (sacrificio di ringraziamento per un evento miracoloso), allora assieme al qorban todà, offrirà pani azzimi intrisi nell'olio e pani azzimi di forma allungata unti con l'olio e fior di farina fritto ammollita in olio bollente, cotto in pani intrisi nell'olio" (Vaykrà 7:12).

Perché portare del pane con il sacrificio? Che lezione possiamo imparare da questo? Quando una persona è in pericolo di vita e si salva, deve portare un Qorban Todà, un'offerta di ringraziamento. Insieme all'offerta porterà anche quaranta pani di quattro forme diverse. Uno dei pani di ogni tipo è destinato al Kohen. I panini restanti possono essere mangiati da chi ha fatto l’offerta, tuttavia c'è un limite di tempo: possono essere consumati massimo fino alla notte seguente la giornata dell'offerta. Lo Sforno, il grande commentatore italiano del 16° secolo, commenta che il motivo di questa limitazione temporale estremamente breve era quello di assicurare la condivisione del pane con altri. E questa condivisione permette di pubblicizzare l'evento fortunato. La lezione per quanto ci riguarda: da una parte pubblicizzare la nostra gioia e gratitudine per le molteplici attività di bontà dell'Onnipotente, ma cerchiamo anche un ascoltatore attento e comprensivo per cercare di risolvere i problemi.

Dvar Torà Basato su “Growth through Torah” di Rabbi Zelig Pliskin


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In memoria di Antonella bat Giuseppina z.l.
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