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Personalità della Torà - Avraham Avinu



Dieci generazioni dopo Nòach, nell'anno 1948 dalla creazione, nacque il nostro antenato Avrahàm. Da giovane mise in discussione l'idolatria e concluse da solo che doveva esistere un unico creatore. Il mondo non poteva essersi semplicemente evoluto! Dopo aver sposato la nostra madre Sarà, all'età di cinquantadue anni, decise di intraprendere la missione di diffondere la conoscenza di D-o che ha creato il mondo e se ne occupa costantemente.

Inizialmente il suo nome era Avràm (אברם ) che significa padre (av) di Aràm (la sua città natale). Dal momento che era un educatore esemplare, certamente si era guadagnato quel titolo. Tuttavia, all'età di novantanove anni, quando D-o gli comandò la circoncisione, il suo nome cambiò. D-o precedette questo comando con l'istruzione di rimanere saldo nel suo servizio ad Hashèm e di superare le difficoltà con cui sarebbe stato messo alla prova. In seguito D-o affermò che da quel momento in poi il suo nome sarebbe stato Avrahàm (אברהם ), con l'aggiunta della lettera “he”. Fino ad allora era stato il padre di Aràm, in seguito sarebbe stato "il padre di una moltitudine", dal momento che il popolo ebraico sarebbe disceso da lui. Avrebbe generato un figlio, Yitzchàq, per mezzo del quale sarebbe nata la nazione.

Noi, in quanto ebrei, abbiamo ereditato dei tratti dal carattere dei nostri antenati. Avrahàm si sedeva accanto alla sua tenda per accogliere gli ospiti. La sua casa (tenda) aveva un'entrata su ogni lato, per dare ospitalità ai passanti, da qualsiasi direzione fossero arrivati. Impersonificava il tratto di “dare con il fine stesso di dare”, seguendo le qualità di D-o. Quando un ospite, dopo essersi riposato e aver ricevuto un pasto, si rivolgeva ad Avrahàm per ringraziarlo, riceveva in risposta: “Non ringraziarmi, ringrazia invece Colui che realmente provvede il mondo di bontà!”. In questo modo, avrebbe aperto gli occhi delle persone che avrebbero capito che esiste un Creatore nel mondo, che pianifica e gestisce. Per mezzo della sua gentilezza, uno dei tre pilastri su cui poggia il mondo (gli altri due sono la Torà e il servizio a D-o), molte persone riconobbero l'esistenza di D-o.

Un'altra grande opera di Avrahàm fu quella di superare le dieci prove che D-o gli mandò. Queste non solo plasmarono la sua personalità, ma introdussero nella nostra nazione l'abilità di emularlo. Obbedendo al comando di D-o di abbandonare la sua città natale e di seguire le direttive di D-o verso una terra sconosciuta, ci trasmise geneticamente l'abilità di abbandonare il nostro paese natio e andare ad abitare nella Terra di Israele. Grazie alla sua solerzia nelle preparazioni per l'offerta del figlio Yitzchàq e alla capacità di Yitzchàq di permetterglielo, consentì alle generazioni future di essere disposti a dare le proprie vite per D-o anche in situazioni difficili, ad esempio durante le persecuzioni, i pogrom e la Shoà.

Grazie alle prove, Avrahàm meritò il proprio nome di primo ebreo, padre della moltitudine e il titolo di Avìnu (nostro padre), padre della nostra nazione e dei nostri tratti genetici.

Yehonatàn Salem


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In memoria di Antonella bat Giuseppina z.l.
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