Lo Zadìk lascia la città
- arachimitalia
- 28 nov
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Da Perle di Torà di rav Immanuel Piazza

Nella parashà di WaYetzè è scritto14: "Giacobbe se ne andò da Beèr Sheva e si diresse verso Charàn".
Rashì nel suo commento alla Torà domanda: Per quale motivo la Torà evidenzia il luogo da cui è andato via Giacobbe? La Torà avrebbe dovuto scrivere soltanto: "Giacobbe si diresse verso Charàn", e automaticamente avremmo capito che abbandonò Beèr Sheva.
Risposta: La Torà ci vuole insegnare che nel momento in cui lo tzaddìq (il giusto) abbandona la città in cui abitava, quel luogo risente delle conseguenze. Infatti per tutto il tempo in cui lo tzaddìq si trova nella città, egli rappresenta lo splendore e l'onore di quel luogo. Nel momento in cui se ne va, la città perde il suo splendore e si sente priva di qualità. Per questo motivo la Torà evidenzia che Giacobbe se ne andò da Beèr Sheva.
Approfondimenti: Tuttavia dobbiamo porgerci un'ulteriore domanda: Perché la Torà ci insegna questo insegnamento proprio con Giacobbe, e non lo fa evidenziando l'uscita di Abramo o Isacco dalla città?
Risposta15: Perché in questo caso c'è un ulteriore insegnamento. A Beèr Sheva erano rimasti altri due tzadiqìm, Isacco e Rebecca, per cui la città non avrebbe dovuto risentire la mancanza di Giacobbe. Ad ogni modo la Torà evidenzia l'uscita di Giacobbe per insegnare che ogni tzaddìq ha una sua particolarità, ha un suo particolare splendore. Quindi la città di Beèr Sheva si sentì priva dello splendore di Giacobbe.
14 Bereshìt 28:10.
15 Trattato da un insegnamento di rav Shemuel Rozovsky.



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