Le donne e il vitello d'oro
È scritto: «Il popolo... si radunò intorno ad Aròn, e gli disse: Orsù facci un dio...»(32,1).
In quel giorno, quarantamila uomini (appartenenti a varie popolazioni) usciti dall’Egitto con gli ebrei si radunarono intorno ad Aròn dicendogli: “ Mosè non scenderà più dal monte!” Era infatti la sesta ora del quarantesimo giorno dalla salita di Mosè sul Monte Sinai e pensavano sarebbe dovuto già tornare. Aròn e Chur, figlio di Miriam sorella di Mosè, gli dissero: “ Tra poco Mosè scenderà!” Essi non gli diedero ascolto ed allora Chur li ammonì gravemente fino a che costoro si levarono contro di lui e lo uccisero. Aròn, vedendo l'accaduto, ebbe paura e tentò di distrarli dialogando con loro. Essi gli dissero:"Orsù facci un dio!" Rispose Aròn: “ Staccate i pendenti d’oro che sono agli orecchi delle vostre donne... e portatemeli!” (32,2). La richiesta di Aròn era appositamente complicata, avendo le donne per natura difficoltà a sbarazzarsi dei propri gioielli, perché il suo scopo era ritardare il peccato del vitello. Infatti quando si recarono a chiedere i gioielli presso le donne esse si rifiutarono dicendo: "D-o ce ne guardi dal peccare contro il Signore facendo idolatria dopo che ha fatto per noi così tanti miracoli e prodigi!"
A riprova che le donne si rifiutarono di consegnare i gioielli è scritto: “Tutto il popolo si spogliò dai pendenti che aveva agli orecchi” (32,3); precisano i Maestri: non è scritto: “...che le donne avevano agli orecchi”, bensì “...che aveva (il popolo) agli orecchi”, per insegnarci che soltanto gli uomini consegnarono i loro gioielli per il vitello d’oro (Parperaòt la-Torà).
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