La Tzedaqà
Da Perle di Torà di rav Immanuel Piazza
Nella nostra parashà è scritto (cap. 30, v.12): "...daranno (un mezzo shèqel) come riscatto all'Eterno per riscattare la propria persona".
In ebraico la parola "daranno" che troviamo nel nostro verso si scrive:
ונתנו
Il grande Rabbino Yaaqòv ben Ashèr, autore dell'opera Baàl haTurìm, ci fa notare che questa parola si può leggere sia da destra verso sinistra che da sinistra verso destra. Perché? La Torà ci sta insegnando che ogni cosa che una persona dona in tzedaqà, alla fin fine la riceve indietro e non avrà nessuna perdita da questa importante mitzwà.
Nella città di Vologin viveva un ebreo molto ricco che donava somme grandissime in tzedaqà. Un giorno i suoi andarono male e perse tutta la sua ricchezza. Allora si rivolse al famoso rabbino Chayim di Vologin, chiedendogli: "Mio maestro, come mi devo comportare? Ogni mese usavo donare tzedaqà enorme ma ora, dal momento che sono venuti meno i miei affari, non posso più permettermi questa somma. La mia domanda è: Devo donare una somma più bassa o forse devo prendere un prestito e continuare a donare la stessa somma che usavo dare in passato?".
Il Rav pensò e infine disse: " Continua a dare la stessa somma che davi in passato! E per quanto riguarda la tua situazione economica, non ti preoccupare; con l'aiuto del Signore si sistemerà".
Dopo qualche settimana, quell'uomo si presentò nuovamente da rav Chayim di Vologin, e gli disse con felicità: " Mio maestro, le tue parole si sono avverate. Ho agito come mi hai detto. Ho preso un prestito e ho donato in tzedaqà la stessa somma che usavo dare in passato. Ed ecco che qualche giorno fa ho vinto alla lotteria una somma enorme di soldi".
Tratto dal libro "Uqaràta leShabbàt Ònegh", di rav Israel Yosef Boronshtein
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