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La Parashà...in brevissima - Nitzavim e Vayelekh




NITZAWÌM

Il giorno della sua morte Moshè riunisce tutto il popolo e stipula un patto in cui conferma che il popolo ebraico è il popolo eletto da HaShem per tutte le future generazioni. Moshè mette nero su bianco le conseguenze per chi respinge il Signore e la sua Torà e allo stesso tempo parla della possibilità di pentirsi e fare Teshuvà.

Ribadisce che la Torà è alla portata di ogni singolo ebreo. Ci mette in guardia contro l’idolatria (pensare che qualcosa all’infuori di HaShem abbia potere) e ci assicura che il popolo ebraico farà teshuvà, ci sarà la redenzione e saremo riportati in Eretz Israel – e chi odia il popolo ebraico e ci perseguita riceverà le conseguenze appropriate.

La Parashà si conclude con quella che forse è una fra le frasi più significative della Torà per quanto riguarda quale deve essere lo scopo della vita e l’esistenza del libero arbitrio: 

“Io ho posto di fronte a te in questo giorno vita e bene, morte e male … la benedizione e la maledizione. Quindi scegli la vita e vivrai, tu e la tua discendenza.”


WAYÈLEKH

La parashà di Vayèlekh comincia con Moshè che passa il testimone a Yeoshùa come leader del popolo. Moshè poi gli dà un comandamento/benedizione che è applicabile ad ogni leader ebreo: “Sii forte e coraggioso. Non aver paura o sentirti insicuro di fronte a loro. HaShem Tuo Signore è Colui che sarà con te, e non ti farà fallire né ti abbandonerà.”

Moshè ha scritto l’intera Torà e l’ha data ai Koanìm e agli anziani. Ha poi comandato che in futuro, al termine dell’anno sabatico, il re deve riunire tutto il popolo durante la festa di Sukkot e leggergli la Torà cosicché “…ascolteranno e impareranno e temeranno HaShem tuo Signore e staranno attenti a compiere tutte le parole della Torà.”

L’Onnipotente descrive in un breve paragrafo il corso della storia ebraica (già comincia al cap. 31, verso 16 del libro di Devarìm). Infine, prima che Moshè vada a “coricarsi con i suoi antenati”, riunisce il popolo per insegnargli la cantica di ‘Aazìnu, la parashà della prossima settimana, per ricordargli quali siano le conseguenze per chi si rivolta al Signore.

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In memoria di Antonella bat Giuseppina z.l.
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