La Parashà...in brevissima - Behar Sinai
La Parashà di BeHàr comincia con le leggi della Shemità, l’anno Sabbatico, in cui il popolo ebraico ha il divieto di lavorare il proprio campo. Ogni cinquanta anni c’è lo Yovèl, il Giubileo, anche durante il quale le attività legate all’agricoltura sono proibite.
Questi due comandamenti dimostrano che HaShèm ha dato la Torà, che è soprannaturale. Se l’idea dietro a questi comandamenti è quella di far riposare la terra, avremmo potuto evitare di lavorare un settimo del terreno ogni anno. Comandare ad un’intera società che si basa sull’agricoltura di interrompere di lavorare il proprio campo, assicurandogli che non soffrirà in alcun modo come conseguenza della cosa, può essere fatto solo da Kadosh Baruch Hu, o da un pazzo.
In questa Parashà si parla inoltre della redenzione della terra che è stata venduta, di rafforzare il prossimo ebreo i cui mezzi economici sono incerti, di non prestare a interesse al prossimo ebreo e delle regole che riguardano gli schiavi. La Parashà termina con l’ammonimento a non farsi idoli, a osservare lo Shabbat e riverire il Santuario.
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