Io sono con te
Dalla raccolta di rav Immanuel Piazza
E' scritto nella nostra Parashà (cap.28 v. 10-11): "Giacobbe...si diresse verso Kharàn. Egli si imbattè nel luogo e vi trascorse la notte..."
Rashi spiega che per "Luogo" si riferisce al monte "Morià" dove avvenne la legatura di Isacco. I Maestri z"l nel Talmud insegnano che da qui impariamo che Giacobbe istituì la Tefillà di Arvit, infatti la parola usata nel verso è "vaifgà" in italiano "si imbattè" che come scritto in Massechet Berachot (pag. 26b), si riferisce alla Tefillà.
La Torà nel verso successivo ci racconta che Giacobbe prese delle pietre e le mise attorno alla testa come protezione dalla bestie feroci e poi si addormentò. "E sognò: ed ecco una scala posta in terra e la sua cima arriva fino al cielo, ed ecco gli angeli del S. scendono e salgono". (v.12)
Il Baàl Aturìm spiega che la ghematria ossia il valore numerico della parola "sulam" (in italiano scala) è lo stesso delle parole "zeu binvuà", ossia di profezia, infatti il sogno di Giacobbe era una profezia, dove Chadosh Baruch gli mostra il futuro del popolo d'Israele. Nel Midrash (pirkè di Rabbì Eliezer) è scritto che Chadosh Baruch Hù gli mostra nella profezia i quattro regni che domineranno per un periodo il popolo d'Israele. Ossia gli angeli che salgono e scendono sono l'angelo del regno di Babilonia , così anche l'angelo del regno di Media e l'angelo del regno della Grecia. Infine vede anche l'angelo del Regno di Edòm salire ma non scendere, allora Giacobbe dice "che scenda nello Scheòl (inferno)" e Chadosh Baruch Hù gli risponde: " se t'innalzerai come un'aquila". Il Rabbenu Bechaiie spiega che da questo Midrash possiamo imparare che Chadosh Baruch Hù nella profezia, assicura Giacobbe che anche se il popolo d'Israele sarà perseguitato e cacciato nella diaspora, infine verrà salvato ritrovando la propria gloria. Infatti gli angeli dei quatro regni nel momento che salgono la scala, simboleggiano il loro dominio su Israele, mentre il loro scendere dalla scala simboleggia la loro sconfitta finale. Nel verso 13-14 è scritto: "ed ecco il S. stava su di essa (scala) e disse: Io sono il S. (......) e sarà la tua discendenza come polvere della terra...."
Il significato semplice del verso è che il popolo d'Israele sarà numeroso. Il Rabbenu Bechaiie domanda: se l'intenzione del S. era solo di assicurare a Giacobbe una popolo numeroso avrebbe potuto dire " e sarà la tua discendenza come le stelle del cielo", perchè allora utilizza proprio l'espressione polvere della terra ? Il S. vuole svelare a Giacobbe che la sua discendenza sarà calpestata dagli altri regni come la terra, ma infine risorgerà come la terra che sale sui polpacci di chi ci cammina sopra.
Al verso 15 il S. assicura a Giacobbe che non l'abbandonerà , infatti è scritto: "ed ecco Io sono con te, ti proteggerò dovunque andrai, ti riconducerò in questa terra, non ti abbandonerò....".
Nel Midrash Rabbà è scritto che il S. tramite questo verso gli assicura che riceverà tutto ciò di cui ha bisogno, perfino il sostentamento.
Giacobbe infatti dice al v. 20: "se il S. sarà con me" ed Hashèm gli risponde già al v. 15 dicendo: "ed ecco Io sono con te"; Giacobbe dice ancora "se mi proteggerà in questa strada", Hashem gli risponde "ti proteggerò dovunque andrai" (v. 15); Giacobbe dice: se "mi farà tornare in pace nella casa di mio padre" (v. 20), Hashem gli risponde : ti riconducerò in questa terra" (v.15).
Ha detto Rav Isi , anche riguardo al sostentamento il S. lo ha tranquillizato ,infatti Giacobbe dice: e se "mi darà il S. pane da mangiare e vestiti da indossare" Hashem risponde: "non ti abbandonerò". In altre parole in questa parashà Chadosh Baruch Hù non solo assicura la salvezza e la gloria futura del popolo d'Israele, che non sarà mai abbandonato perfino nei momenti peggiori, ma anche assicura Giacobbe stesso che sarà protetto e riuscirà in tutto ciò che farà. Da questa Parashà dobbiamo prendere un grande insegnamento avere fiducia in Hashèm!! Molte volte diciamo se D. vuole, con l'aiuto di D. ecc... non dobbiamo soltanto dirlo bensì dobbiamo crederci veramente che tutto Perle di Torà 25 quello che noi facciamo dipende soltanto dalla volontà del S. Dobbiamo pregare Khadosh Baruch Hù, possiamo notare come Giacobbe all'inizio della nostra Parashà pregà la tefillà di Arvit, come spiegato nelle righe precedenti. Anche nei momenti peggiori non dobbiamo prederci di morale, dobbiamo avere piena fiducia che chiedendo, pregando ad Hashem tutto si sistemerà. Non dobbiamo temere...dobbiamo farci coraggio e pregare Hashèm che ci aiuti. Khadosh Baruch Hù si trova nella diaspora assieme ai figli d'Israele, in modo tale da proteggerli da tutte le sofferenze, e per riportarli così nella terra d'Israele al più presto Amèn
Comments