Emissari a Esav

"E Jaacov (Giacobbe) ha inviato degli emissari a suo fratello Esav (Esaù)." (Bereshit 32:4).

I Saggi criticano Jaacov per aver mandato degli emissari. “Se il cane sta dormendo, non tirargli la coda per svegliarlo”. In ogni modo a Jaacov non pareva giusto entrare di nascosto nella terra di suo fratello, e voleva confrontarsi con lui. Jaacov chiama Esav “mio padrone”, per mostrare umiltà. Prima lezione: quando ci si confronta con il nemico, ci sono momenti in cui bisogna essere umili.

"Io ho vissuto con Lavan (Labano)." (Bereshit 32:5)

I Saggi commentano che le lettere del verbo “ho abitato” (garti) hanno il valore numerico di 613. Quindi Jaacov sta dicendo, “Anche se ho vissuto nella casa del malvagio Labano, sono stato attento ad osservare le 613 mizvot”.

Domanda: Cosa dovrebbe importagliene ad Esav se Jaacov ha osservato o meno le mizvot?

Risposta: Jaacov ha detto a Esav di avere ovini, bovini e servi, dandogli l’impressione che le benedizioni del padre Izchak non si fossero realizzate. Jaacov non ha ricevuto “la rugiada del cielo e il grasso della terra” che implica lavorare nell’ambito dell’agricoltura. In tal caso Esav potrebbe pensare che il motivo per cui non si sono realizzate le berachot di Izchak è perché non ha osservato le mizvot. Se così fosse vorrebbe dire che lui ha la meglio. Quindi Jaacov sottolinea di aver osservato le 613 mizvot e ha comunque ovini e bovini e non si è occupato dell’agricoltura. Le berachot di cui eri geloso non si sono realizzate comunque.

Riadattamento del link: http://www.aish.com/tp/b/lp/48959706.html