Arruolamento degli studiosi di Torà nell’esercito
La parashà di questa settimana inizia con i seguenti versetti di benedizione
Levitico 26
3 Se seguirete i miei statuti, e i miei precetti osserverete, e gli eseguirete;
4 Io vi darò le piogge al loro tempo,e la terra darà le sue derrate, e l’albero del campo darà il suo prodotto.
5 La trebbiatura arriverà [durerà] per voi sino alla vendemmia, e la vendemmia raggiungerà la seminagione; e mangerete il vostro pane a sazietà, e abiterete tranquillamente nella vostra terra.
6 Porrò pace nel paese e potrete giacere senza che alcuno v’inquieti. Farò scomparire dal territorio le bestie feroci, e spada non passerà per la vostra terra.
7 Inseguirete i vostri nemici, ed eglino cadranno innanzi a voi per la spada.
8 Cinque di voi ne inseguiranno cento, e cento di voi ne inseguiranno diecimila; e i nemici vostri cadranno davanti di voi per la spada.
9 Mi volgerò verso di voi (propizio), vi farò prolificare e moltiplicare, e manterrò l’alleanza fatta con voi.
10 Mangerete i prodotti vecchi stravecchi, e trarrete fuori il vecchio per far luogo al nuovo.
11 Terrò mia sede in mezzo a voi, ne mai avverrà ch’il mio animo vi ributti.
12 M’avrete anzi tra di voi, e sarò il vostro Dio (tutelare), e voi sarete il mio popolo.
13 Sono io, il Signore, Dio vostro, che vi trassi dalla terra d’Egitto, liberandovi dall’essere loro schiavi; e ruppi le ruppi le sbarre del vostro giogo, e vi feci andare col capo alto. (tratto da Torah.it)
Rashì spiega che "se seguirete i miei statuti" significa "se vi sforzerete nello studio della Torà". Questo significa che lo studio della Torà è quanto porta la berakhà sul popolo d'Israele più di ogni cosa.
In occasione di questa parashà e dell'imminente festa di Shavuot e come reazione alle parole negative che purtroppo spesso sentiamo contro gli studiosi di Torà in Israele da parte di gente assolutamente ignorante, abbiamo valutato come importantissimo pubblicare un articolo scritto da Donato Grosser nel 2013
Sull’arruolamento degli studiosi di Tora’ nell’esercito
La recente legislazione proposta dal ministro Yair Lapid di arruolare forzatamente gli studiosi di Tora’ nell’esercito israeliano ha trovato sostenitori anche sulla stampa ebraica in Italia. Per fare un esempio, in un recente articolo nel Bollettino della Comunita’ Ebraica di Milano ( Marzo 2013), Luciano Assin osserva che “Questi avrechim ... non producono ricchezza...ma.. pesano sulle finanze pubbliche”. Per quanto vero che l’esenzione dal servizio militare di migliaia di studiosi e il fatto che molti vivano in condizione di poverta’ e di sussidi pubblici abbia creato un serio problema sociale, l’affermazione che in una società tutti abbiano il dovere di “produrre ricchezza” materiale non tiene conto del fatto che la società ebraica è diversa dalle altre.
Per gli ebrei la ricchezza spirituale è ancora più importante di quella materiale. Basti pensare che quando le dodici tribù presero possesso della Terra di Israele più di tremila anni fa, alla tribù di Levi non fu dato un territorio. Questa tribù, i cui componenti maschi all’uscita dall’Egitto erano circa il 2% della popolazione totale, si dedicava allo studio della Torà, non serviva nell’esercito e riceveva le decime del raccolto dalle altre tribù. Le altre tribu’, che lavoravano la terra, dedicavano i sabati al riposo e allo studio della Tora. In sostanza la tribu’ di Levi “pesava sulle finanze pubbliche” e “non produceva alcuna ricchezza materiale”. I Leviti erano però coloro che producevano la ricchezza spirituale del popolo ebraico.
Le poche migliaia di studiosi che si dedicano oggi allo studio della Torà nello Stato d’Israele sono probabilmente una percentuale inferiore a quella dei componenti della tribù di Levi di allora. Inoltre va notato che nella società ebraica fino ad almeno duecento anni fa tutti gli ebrei studiavano Torà a diversi livelli. Ora invece con una proporzione senza precedenti della società ebraica distaccata dall’ebraismo, è quanto mai necessario avere uno zoccolo duro di studiosi che custodiscono e sviluppano la legge, l’etica e la filosofia ebraica. Se e’ vero che chi serve nell’esercito assicura l’esistenza dello stato e del popolo nel breve termine, chi studia Tora’ assicura la sopravvivenza del popolo ebraico nel lungo termine. Pur tenendo conto che ci sono certamente abusi di persone che godono di esenzioni senza meritarle, bisogna rendersi conto che le esenzioni per gli studiosi di Tora’ sono necessarie.
Questi studiosi piu’ che essere un peso alla società, ne costituiscono la maggiore ricchezza e sono il nucleo che permette la conservazione dell’ebraismo e del popolo ebraico. Prima di lamentarsi di coloro che studiano Tora’, bisogna lamentarsi di coloro che non la studiano.