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La Parashà...in brevissima - Shofetìm

Le 613 mitzvot - Parashat Shofetim


L'Egitto proibito



Nella parashà di questa settimana abbiamo il comando di non tornare in Egitto (Shofetim 17:16). Inoltre, in Devarim (28:68) e in Shemot (14:13) siamo comandati di non rivedere l'Egitto. I nostri Maestri imparano che la Torà ci proibisce di fissare la nostra dimora in Egitto.

Qual è il motivo? Yaakov Avinu e la sua famiglia furono costretti a scendere in Egitto a trovare cibo durante la carestia. Suo figlio Yosef allora vicerè d'Egitto mantenne loro e l'intero paese. Tuttavia, alla sua morte, il Faraone, a causa della sua malvagità e ideologia eretica, si dimenticò della gentilezza di Yosef e iniziò ad asservire il popolo ebraico finchè Do ci liberò con grandi miracoli duecentodieci anni dopo l'inizio della servitù del malvagio popolo egiziano. D-o, nella Sua infinita bontà, desidera che non ci rendiamo impuri tramite lo studio delle loro pratiche e ideologie eretiche. Ci ha proibito di tornare in Egitto affinchè rimaniamo fedeli alla Torà.

Tuttavia, nel corso delle generazioni, diversi ebrei, anche molto importanti, quali il Rambam, vissero in Egitto. Secndo alcuni Maestri, è proibito vivere in modo permanente; recarsi in Egitto, invece, per lavoro è permesso. Ciò non spiega, però, perchè alcuni ebrei importanti vissero là. Alcuni Maestri spiegano che gli egiziani di oggi non sono discendenti degli abitanti originari, dal momento che il Re Sancheriv ha sparpagliato gli abitanti del mondo e, quindi, la proibizione non si applica oggi. Altri spiegano che la Torà ha proibito di tornare solo tramite la stessa strada percorsa dagli ebrei in esilio, ovvero da Eretz Israel, attraversando il deserto del Sinai. Inoltre, la proibizione probabilmente si applica solo quando l'intero popolo ebraico vive nella Terra d'Israele. Oggi che, però, siamo in esilio e sparsi ai quattro angoli della terra, possiamo vivere ovunque nella diaspora.

Il Rambam, nella sua opera Mishnè Torà (Shofetim, Hilchot Melachim 5:7-8) proibisce di vivere in Egitto anche al giorno d'oggi. Tuttavia, scrive, la proibizione si applica solo a una permanenza fissa. Il Rambam stesso visse in Egitto temporaneamente; è, perciò, permesso.

Inoltre, quando egli arrivò in Egitto venne nominato medico del re d'Egitto e dei suoi ministri. Venne costretto dagli eventi a vivere lì temporaneamente. Perciò, possiamo compredere per quale motivo per tutto il periodo in cui il Rambam visse in Egitto, firmava i suoi responsa di halachà e le lettere con le parole “da colui che trasgredisce tre proibizioni della Torà quotidianamente”.

Che possiamo meritare di vivere il periodo della venuta del Mashiach, del ritorno nella Terra d'Israele, di vedere la ricostruzione del Bet Hamikdash e del livello spirituale della nostra nazione al suo apice.

Dediche
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In memoria di Antonella bat Giuseppina z.l.
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