Sulla Parashà di Mas'è
La parashà di Massaé conclude il libro di Ba-Midbàr Numeri che in maggior parte narra le vicende del popolo ebraico durante gli anni delle loro peregrinazioni nel deserto. I nostri precedenti commentatori, in differenti aspetti, spiegano il motivo per il quale la Torà si sofferma a dettagliare le decine di luoghi nei quali il popolo di Israele ha sostato durante il cammino verso la Terra Promessa. Secondo il Rambam, D-o ha comandato di scrivere gli spostamenti degli ebrei per far sapere alle generazioni successive tutti i miracoli che Egli ha fatto per il popolo nel deserto, e non farci erroneamente pensare che i nostri padri, nelle loro peregrinazioni erano vicini ai villaggi, oppure hanno sostato nei luoghi dove oggi vivono gli Ismaeliti o in località verdeggianti e piene di acqua. Secondo Rabbì Ovadia Sforno, famoso commentatore italiano, il Santo Benedetto ha voluto che fossero narrate le tappe del popolo di Israele nel deserto, per render noti i meriti degli ebrei che Lo hanno seguito nel deserto, in terra sterile, senza sapere la destinazione dei loro spostamenti, affinchè siano degni di entrare in Terra di Israele. Il commentatore italiano, Rabbì Avrahàm Menachem Rapa, compilatore del libro “Minchà Belulà”, a tale riguardo dice: «le tappe del popolo di Israele sono state qui narrate per fare in modo che , allorché un ebreo pasasse in quei luoghi possa recitare la benedizione: Baruch she assà la avotenu nes ba makom ha-ze ~ Benedetto [il Signore] che Ha fatto ai nostri Padri un miracolo in questo luogo» (Parperaot La-Torà).