Midrashìm - Moshè e Giosuè
« Mosè parlò al Signore dicendo così:”Destini il Signore, D-o degli spiriti di ogni vivente, un uomo della congrega, il quale esca davanti a loro ed entri davanti a loro,li faccia uscire ed entrare afffinché la congrega del Signore non sia come un gregge che non ha un pastore.” » (Nm 27,15-17)
Questa frase ci insegna la virtù degli uomini giusti che (come allora Moshè) quando stanno per dipartirsi da questo mondo, tralasciano i propri interessi e si occupano di quelli della collettività.
Quando Moshè si accorse che i suoi figli non erano degni di succedergli alla guida del popolo si ammantò col tallith e cominciò a pregare dinnanzi al Signore: «Padrone del mondo! Fammi conoscere chi li condurrà, chi li farà uscire e chi li farà entrare !
« Destini il Signore, D-o degli spiriti di ogni vivente... »
Signore del mondo! Tu conosci bene l’animo di ciascuno di loro, e l’animo dell’uno non somiglia a quella dell’altro ! Perciò ti prego, o Signore, nel momento in cui sto per distaccarmi da loro,se Tu hai deciso di nominare una guida, nomina un uomo che sappia governarli, avendo riguardo della personalità e dell’animo di ciascuno.
«... il quale esca davanti a loro ed entri davanti a loro...»
Cioè che non segua il sistema degli altri capi che fanno uscire le loro milizie, restandosene in casa; questo invece «...esca davanti a loro ed entri davanti a loro...»
«... li faccia uscire ed entrare... »
Cioè nello stesso numero, affinchè non escano a decine di migliaia e rientrino solo a migliaia o non escano a migliaia e rientrino solo a centinaia.
«...afffinchè la congrega del Signore non sia come un gregge che non ha un pastore.”
Mentre parlava così, Moshè era davvero come un pastore cui il padrone ordinò di allontanarsi dal gregge; egli, allora, rispose: «Io non mi distaccherò (dal mio gregge) finché non mi dirai chi destini al mio posto»
(Yalkut Shimonì,Pinchas).
(tratto dal libro “Midrashim” di Riccardo Pacifici)