È la sorgente della tua vita

Da Perle di Mosàr di rav Immanuel Piazza

Il Talmùd20 racconta che una volta il governo malvagio degli antichi romani vietò al popolo d'Israele di occuparsi dello studio della Torà. Papus ben Yehudà vide che Rabbì Aqivà radunava gruppi di persone per studiare insieme Torà. Disse Papus a rabbì Aqivà: “Non hai paura del governo?” Gli rispose rabbì Aqivà: “Ti risponderò con un'allegoria: c'era una volta una volpe che passeggiava sulla riva di un fiume e vide un gruppo di pesci che fuggivano da un punto all'altro. Gli chiese: “Perché scappate?” Risposero: “Scappiamo dalle reti dei pescatori”. Propose allora il lupo: “Volete venire qui sulla riva a vivere con noi, come hanno vissuto i mei padri insieme ai vostri?” Gli risposero i pesci: “Non sei forse l'animale sul quale è detto che è intelligente? Sei soltanto uno stupido! Se siamo in rischio di morte nonostante che ci troviamo nella nostra fonte di vita (l'acqua), a maggior ragione lo saremo nel nostro luogo di morte (la terra)”. Infine aggiunse rabbì Aqivà: “Così è anche nel nostro caso! Se siamo in pericolo di morte quando ci occupiamo dello studio della Torà, sorgente della nostra vita, come è scritto, "è la sorgente della tua vita e la lunghezza dei tuoi giorni" (Devarim30,20), a maggior ragione lo saremo nel caso in cui dovessimo smettere di studiarla”. Impariamo da questo passo del Talmud fino a che punto i nostri Maestri capirono che la Torà è la sorgente della nostra vita e la lunghezza dei nostri giorni. Senza la Torà non abbiamo per niente vita. Quindi ognuno di noi deve fare il massimo e utilizzare ogni mezzo che ha per studiare la Torà. Così anche insegni questa strada ai propri figli, in maniera di fargli ereditare la vera vita, vita di studio di Torà e timore del Signore. Così facendo avranno anche il merito di buona vita in questo mondo, e di vivere nel mondo futuro21.

20 Trattato di Berachòt, pag. 61°

21 Tratto dal libro "Habait haYehudì", di Rav Aharòn Zakkai