Vivere la Halakhà — Preparativi per Shabbat
Nella Parashàh di Beshallach, prima del primo Shabbat ‘comandato’, ‘festeggiato’ dagli ebrei nel deserto, la Torà ci dice: “E sarà, il sesto giorno, e prepareranno quanto dovranno portare [per celebrare lo Shabbat]” (Shemot 16:5).
Il Ben Ish Chai (Lekh Lekhà-secondo anno) impara due cose dal verso:
1 – Con gioia. I preparativi vanno fatti con gioia, perché il verso utilizza la forma Wehayà ~ “E sarà”, che ogni qualvolta viene utilizzata nella Torà indica che c’è una situazione degna di gioia.
2 – Con solerzia. I preparativi vanno fatti in modo svelto, fin dall’inizio della giornata. Infatti “e sarà” indica nella Torà anche situazioni nelle quali si agisce con solerzia.
Così illustra Rabbenu Tzidqià HaRofè della famiglia degli ‘Anavim, grande chakham romano, nella sua opera Shibbolè HaLeqet (Siman 55). Il Tur (Orach Chayim 250) impara questo dal verso, riferito alla manna, che andava raccolta al mattino, perché altrimenti si sarebbe sciolta successivamente [vedi anche Shulchan ‘arukh Orach Chayim 250:1]
3- Riguardo allo studio di Torà.
Anche se ogni ebreo è tenuto a studiare Torà anche la vigilia di Shabbat, come ogni giorno dell’anno, è consentito diminuire un poco lo studio affinché possa ‘liberarsi’ per preparare quanto necessario per Shabbat (vedi Ramà Orach Chajim 251:2 e Ben Ish Chai (Lekh Lekhà-secondo anno). Se ha però dei momenti di studio fissi, in particolare con il pubblico, non è necessario annullarli se riesce a prepararsi come si deve (vedi Mishnàh Beruràh 250:1, 251:8).
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