Sullo studio della Torà
da Perle di Mosàr di rav Immanuel Piazza
La Torà dolce come il miele
Molti argomenti della Torà a primo impatto non sono per niente chiari, delle volte sembrano contorti ed errati, ciononostante se cerchiamo di capirli veramente e li studiamo in profondità, scopriamo che è tutto chiaro e giusto.
E questo dipende da come ci approcciamo allo studio e alla lettura della Torà. Ossia, se ci approcciamo con l’aria di essere “anti”, allora tutto sembra non chiaro. Mentre se il nostro approccio è positivo allora immediatamente scopriamo che è tutto chiaro e comprensibile.
I nostri Maestri ci insegnano che le parole della Tora sono come api. L’ape ha due qualità opposte, il miele e il pungiglione. Il miele lo dona ha chi ama, mentre punge i suoi nemici. Così è anche la Torà… chi si approccia ad essa con positività riceverà da quelle parole il miele, ossia gioia e piacere. Mentre colui che si rivolge alla Torà con l’approccio di “anti”, allora avrà sempre l’impressione che la Torà è piena di pungiglioni17.
17 Tratto da "Chamesh dakot shel Torà" di Rav Ronen Chaziza
Ogni ebreo è obbligato allo studio della Torà
Nella sua grande opera "Mishnè Torà" il Maimonide insegna che è una mitzwàt asè (ossia un precetto positivo della Torà) studiare, ognuno secondo le proprie forze e capacità, le regole (cioè le Halakhòt).
Questo studio è fondamentale, perché grazie a esso non solo si è in grado di eseguire correttamente le mitzwòt (i precetti) ma si evita anche di compiere delle averòt (trasgressioni), conformemente a quanto è scritto nella Torà: "Studiatele e siate attenti nel metterle in pratica" (Deuteronomio cap.5, v.1). Ogni ebreo, sia povero o ricco, in buona salute o sofferente, giovane o molto anziano ha l’obbligo di studiare la Torà. Anche chi lavora e deve sostenere la propria famiglia, è obbligato a fissare dei momenti di studio della Torà, sia di giorno che di notte.
Una volta un papà chiese a suo figlio: Se ho un albero con cinque uccellini, e ho sparato ed ucciso due di essi, quanti uccellini mi sono rimasti? Il bambino, che era intelligente rispose: ti rimangono soltanto due uccellini. "Perché", chiese il papà. Rispose il bambino, gli altri tre sono scappati per il rumore del fucile e quindi sono rimasti soltanto i due uccellini morti… Così, se domandassimo a una persona che è andata a una lezione di Torà di un'ora, quanto tempo ti è rimasto? Ingenuamente ci risponderebbe che gli sono rimaste ancora 23 ore. In realtà gli è rimasta solo un'ora; infatti solo il merito di quell'ora di studio di Torà gli rimane per l'eternità.
"Ha detto il Santo benedetto Egli sia, colui che studia la Torà, che compie numerose azioni di misericordia e prega con il pubblico viene valutato e considerato da Me come se avesse liberato Me ed il popolo d'Israele dall'esilio tra i popoli del mondo" (Talmud Bavlì, trattato di Berachòt pag. 8a).
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