Studiare la Torà constantemente
- arachimitalia
- 23 mag
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Da Perle di Mosàr di rav Immanuel Piazza

Nella nostra Parashà è scritto (cap.26, v.3): "Se andrete dietro ai Miei statuti e rispetterete le mitzwòt e le metterete in atto...".
Rashi spiega che per "andrete dietro ai Miei statuti" s'intende affaticarsi nello studio della Torà. Ossia, l'Eterno ci sta comandando di impegnarci a studiare la Torà con costanza cercando di capire a fondo, affinché ognuno di noi conosca le Sue leggi, e le metta in atto. Il commentatore Or haChayìm si pone una domanda: Per quale ragione la Torà in questo verso utilizza proprio il verbo "andrete dietro ai Miei statuti..."? Avrebbe potuto scrivere semplicemente: "Compierete i Miei statuti". La risposta è che l'Eterno ci sta insegnando che dobbiamo studiare Torà persino quando andiamo per la strada. L'Or haChayìm propone un'ulteriore spiegazione: è insegnato nel Midrash che il Re David studiava così tanta Torà e aveva così tanta voglia di studiarla, fino al punto che anche quando doveva andare in qualsiasi altro luogo, ad ogni modo le sue gambe, da sole, lo portavano in direzione della Yeshivà. Quindi anche in questo verso l'Eterno, utilizzando il verbo "andrete", ci sta insegnando che ognuno di noi deve impegnarsi nell'amare lo studio della Torà come il Re David, fino al punto che anche le nostre gambe, da sole, vadano sempre in direzione dei luoghi di studio. È risaputo che il Gaon di Vilna studiava Torà senza interruzione. Quelle poche volte che interrompeva il suo studio, lo segnava nel suo block notes, scrivendo anche in quale mese era avvenuto e per quanti minuti. La vigilia di Kippùr, apriva il suo block-notes, e faceva la somma totale di quanto tempo aveva interrotto il suo studio durante il corso dell'anno. Inoltre faceva teshuvà e piangeva per lo studio mancato. Non è mai accaduto che in un anno intero la somma totale superasse le tre ore.
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