Speciale Purim
La settimana prossima è Purim! (lunedì sera 6 e il giorno 7 marzo)
Qui alcune delle norme tratte e adattate dal libro “Purim: Halakhot e Minhaghim” di rav Aharon Braha
Le Mitzwot del giorno di Purim.
Il giorno di Purim abbiamo, oltre alle norme particolari che vedremo nelle prossime righe, 4 mizvot: (a) la lettura della Meghillàh di Ester, sia la notte che il giorno, (b) il Mishloach Manot, ossia un dono di due cose da mangiare o da bere a un amico, (c) le Mattanot LaEvionìm, ossia dei doni da dare agli ebrei poveri e (d) la Se’udà di Purim, ossia il pasto per celebrare Purim.
Qui di seguito alcune halakhot sulla lettura della Meghillà e le relative berakhòt
La Lettura della Meghillà
La Mitzwà. C’è una mitzwà Midivrè Qabalà (cioè esplicita nei Neviìm e Ketuvìm, e avente solamente dei רמזים remazìm ~ allusioni nella Torà scritta) di leggere la Meghillà di Ester durante Purim (Torat HaMoa’dim 5: 1).
Quante volte? Ogni ebreo è tenuto a leggere (o sentire la lettura) della Meghillat Ester due volte: una la notte e una il giorno (Torat HaMo’adim 5: 1).
Il tempo della lettura della notte
La lettura della notte. La lettura della notte può essere effettuata tutta la notte, dall’uscita delle stelle fino all’ עלות השחר ‘alòt hashachar ~ (cioè 72 minuti zemaniot prima del נץ החמה Netz HaChamà ~ sorgere del sole). (Chazon ‘Ovadiàh pag. 47-48: 1, cfr. Torat HaMo’adim 5: 1).
Quanto prima. Nonostante il tempo della lettura della Meghillà della notte sia lungo tutta la notte, è opportuno leggerla quanto prima, dopo l’uscita delle stelle (‘arukh HaShulchan (Orach Chajim 687: 4), Pisqè Teshuvot 687: 1).
Chi non può leggere la notte. Chi sa di non poter leggere la Meghillà al Bet haKenèset durante la notte di Purim, ad esempio in periodo di guerra, oppure in un luogo in cui è pericoloso girare per strada di notte, può leggere la meghillà con le sue berakhòt la vigilia di Purim al bet hakenèset dall’orario di Pelàg haMinchà. Ed è meglio optare per questa opzione piuttosto che leggere la Meghillà (da una Meghillàh Kesherà) da soli in casa dopo tzet hakokhavìm ~ uscita delle stelle (Torat HaMo’adim 5: 3).
Chi ha perso la lettura della notte. Chi non ha letto la Meghillà tutta la notte non può più recuperarne la lettura. Quindi di giorno la legge solo una volta (Torat HaMo’adim 5:4). Quando la legge di giorno aggiunge anche la berakhà di Sheechejianu prima della lettura (cfr. Torat HaMo’adim 5, 16).
Il tempo della lettura del giorno
La lettura del giorno. La lettura del giorno può essere effettuata tutto il giorno, dal נץ החמה Netz HaChamàh ~ sorgere del sole fino alla fine delle ore di luce. בדיעבד Bedi’avàd ~ a posteriori se ha letto la Meghillà prima del Netz HaChamàh entro l’ ‘alòt haShachar (72 minuti zemaniòt prima del Netz haChamà) è uscito dall’obbligo (Torat haMo’adim 5:1).
Chi non può leggerla dopo il Netz haChamà. Chi sa che non potrà leggere la Meghillà dopo il Netz haChamà, la legga a priori dall’ ‘alòt haShàchar (Torat HaMo’adim 5: 1).
Berakhòt sulla lettura
Berakhòt la notte. Chi legge la Meghillà durante la notte benedice tre berakhòt: (1) ‘al Miqrà Meghillà, (2) She’asà Nissìm (3) Sheechejianu (Torat HaMo’adim 5: 13).
Berakhot il giorno. C’è da distinguere tra sefarditi e ashkenaziti. I sefarditi recitano solo le prime due berakhòt (senza sheechejianu, che è stata letta la sera prima) mentre molti ashkenaziti usano recitare tutte e tre le berakhot. (cfr. Torat HaMo’adim 5: 13). Il Minhag ~ uso della Qehillàt Qodesh Ferrara e in generale quella degli italiani è come i sefarditi, che non recitano la berakhà di Sheechejianu se non la sera (Pachad Yitzchàq Lampronti “Meghillà Chayavìm Liqrotà baLayìla” e “Meghillà Mevarekhìn acharèa”).
Sheechejianu. È opportuno pensare durante la recitazione della berakhà di Sheechejianu a tutte le mitzwòt del giorno di Purim, comprese Mishlòach Manòt, Mattanot laEvionìm e la Se’udà di Purim (Torat HaMo’adim 5: 13).
Dopo la lettura
Dopo aver completato la lettura, si arrotola la Meghillà Kesherà. Una volta arrotolata si recita la Berakhà di “HaE-l HaRav et Rivènu” e si conclude dicendo “Barukh Attà HaShem, HaNifrà Le’ammò Israel Mikòl Tzarehèm, HaE-l HaMoshì’à” (Torat HaMo’adim 5: 14).
Berakhà di haRàv et Rivènu. Per recitare la berakhà di haRav et Rivenu c’è chi sostiene che siano necessari 10 ebrei (tra uomini e donne), visto che questa berakhà è solo un minhàg ~ uso, e come tale è stata stabilita solo per un pubblico. (cfr. Torat HaMo’adim 5:14). In un luogo ove vi sia un uso chiaro di recitare la berakhà con anche meno di 10 ebrei presenti, è possibile continuare con il proprio uso, ma nel caso in cui l’uso sia incerto, si entra in un dubbio di ברכה לבטלה berakhàh levatalà ~ benedizione invano, con relativo Nome del Signore invano. Per fare le cose al meglio, è opportuno anche ove vi sia un uso, avere donne e bambini che siano giunti in età di educazione per ottenere un cuorum di 10 pesone (cfr. Ben Ish Chai 13, note Ish Matzliach sulla Mishnàh Beruràh 316: 4)
HaRav et Rivenu
L’uso in diverse comunità è quello di recitare questa berakhà anche quando una persona legge da sola la Meghillà. E così è l’uso della קהילת קודש Qehillàt Qodesh ~ sacra comunità di Bagdad (Ben Ish Chai 13). E così è anche l’uso degli italiani nella Qehillàt Qòdesh di Mantova e degli italiani in genere - così testimonia Rabbenu Barukh Casis in una lettera inviata a Rabbenu Izchaq Lampronti che la riporta nel Pachad Izchaq (“Meghillà Mevarechìn Acharea”). Riporta inoltre una lettera del Chakham Bril, suo maestro, che testimonia che la Qehillàh Ashkenazita a Mantova usava invece non recitare alcuna berakhà.
Comments