Saper indirizzare la propria anima
Santi dovete essere, perché santo sono Io, il Signore vostro D. (WaIqrà 19:2)
Dal libro AVVICINARSI AL SIGNORE di rav Jaakov Ades
Riguardo all' intenso desiderio interiore d'ogni ebreo di servire il Signore
In ogni ebreo c'è una profondissima volontà interiore di avvicinarsi al Signore.
C'è chi la percepisce spesso e chi raramente, ma questa radice interiore esiste presso ogni ebreo. Nel Midràsh Rabbà, alla fine della parashà di Toledòt, i Maestri raccontano che quando i nemici distrussero il Santuario volevano (probabilmente per umiliare il popolo ebraico) che il primo a rubare fosse un ebreo. Un ebreo di nome Josef Meshita si prese quest'incarico, entrò in Santuario e rubò una menorà; allora gli chiesero di rientrare per rubare qualcos'altro, ma non acconsentì, dicendo: "Non mi basta che ho fatto inquietare il mio Creatore una volta! Dovrei forse farlo inquietare ancora una volta!?" Cercarono di sedurlo con molto denaro e con la promessa di una carica importante, minacciarono di torturarlo e ucciderlo, ma non acconsentì assolutamente. Infine lo uccisero in una maniera terribile, segandogli il corpo con una sega da legno; mentre segavano urlava, ma non per il dolore, bensì diceva: "Ohimè che ho fatto inquietare il mio Creatore!" Bisogna domandarsi da dove prende un ebreo in un istante la forza per un simile cambiamento! Consideriamo che un minuto prima acconsente a entrare in Santuario e rubare, tradimento particolarmente deplorevole in quei difficili tempi per il popolo ebraico, mentre il Santuario veniva distrutto, molti morivano e gli altri venivano presi in prigionia, feriti o comunque soffrivano la fame e altre disgrazie! Un minuto dopo avviene presso di lui un capovolgimento, grazie al quale ascende al più alto livello, morire per santificare il Nome, non solo, ma mentre muore non grida per la sua sofferenza, bensì per aver fatto inquietare il suo Creatore!
La risposta è che in ogni ebreo c'è un'anima santa, la cui unica volontà è eseguire quella del Signore, impegnando tutte le forze. Ci sono però diversi strati nell' anima, una parte dei quali hanno altra volontà, e talvolta sono essi a influire sulle azioni dell'uomo, specialmente quando si trova in un ambiente dove non usa servire il Signore. Per questo, anche quell' ebreo che "inciampa", entrando in Santuario e rubando, può, ciò nonostante, eseguire immediatamente un tale cambiamento, grazie alla vera parte della sua anima, nella quale c' è una sacrosanta essenza la cui volontà è servire il Signore a tutti i costi.
Compito dell'ebreo è agire su se stesso affinché sia la parte "santa" della sua anima a dirigere le sue azioni e tutti i suoi comportamenti sì che vada sempre nella strada del Signore.
Ci sono diversi sistemi per riuscire in questo: uno dei principali è la nozione stessa di quanto grande sia la parte buona in noi, quanto potente la forza d'arrivare ad alti livelli nel servizio del Signore, e poi ancora sapere come sono grandi le influenze d'ogni nostra azione, parola, intenzione, pensiero o volontà positiva.
Ogni ebreo deve sapere che se si rendesse conto fin alla fine di queste sue grandi forze interiori è indubbiamente chiaro che questa sola conoscenza gli darebbe la forza di superare le prove, di servire il suo Creatore con tutta la sua energia, di giorno e di notte! Ma in genere non abbiamo la possibilità di conoscere queste forze fino in fondo. Tuttavia, più l'uomo conosce queste forze e la loro potenza, più aumenterà in lui la volontà e la capacità di servire il Signore.
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