Preparativi per il digiuno di Tish’ah BeAv che cade all’uscita di Shabbat
- arachimitalia
- 24 ore fa
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Preparativi. In generale è vietato preparare durante Shabbat per i giorni di Chol ~ feriali. Compresi i preparativi necessari per il digiuno di Tish’ah BeAv. Pertanto bisogna porre attenzione ad alcuni accorgimenti.
Scarpe. Le scarpe di cuoio non si possono togliere fino all’uscita di Shabbat. Pertanto è necessario attendere l’uscita di Shabbat per togliersele. Nel caso in cui sia possibile andare al Bet HaKenesset più tardi, si cambino in casa dopo l’uscita di Shabbat e dopo aver detto le parole “Barukh HaMavdil Ben Qodesh LeChol” (senza ulteriori aggiunte). Se non fosse possibile rimanere a casa fino ad allora, prima di Shabbat si portino le scarpe di Tish’ah BeAv al Bet HaKenesset (chiedendo il permesso ai responsabili) e si mettano da parte fino all’uscita di Shabbat. Al termine di Shabbat si reciti la formula suddetta e si cambino le scarpe.
Spazzolarsi i denti. Se si vuole, in base alla norma stretta secondo alcuni Poseqim tra cui rav ‘Ovadià Yosèf è possibile spazzolarsi i denti prima del digiuno, a condizione che si soddisfino alcune condizioni necessarie per poter permettere di lavare i denti durante Shabbat. Le condizioni sono: (a) che una persona sia solita spazzolarsi i denti tutti i giorni, (b) che non si sia certi che esca sangue dalle gengive a causa dello ‘spazzolamento’, (c) che si soffra se non lo si fa. È opportuno, se possibile, avere uno spazzolino che si adopera esclusivamente per Shabbat e Yamim Tovim, ed è ancora più opportuno utilizzare un dentifricio liquido. In ogni caso è possibile facilitare e permettere di lavarsi i denti se e solo se presenti almeno le prime tre condizioni esplicitate sopra, anche con un dentifricio normale. [Questa norma vale tutti gli Shabbatòt dell’anno]. Bisogna comunque stare molto attenti a farlo prima del tramonto, perché da lì in poi è vietato fino al termine del digiuno.
Stuzzicadenti. Alternativamente sicuramente è possibile utilizzare lo stuzzicadenti.
Lavare i piatti. Se si desidera lavare le stoviglie utilizzate durante la Se’udàh shelishit (comprese anche pentole e altri utensili sporchi) durante Tish’ah BeAv, è permesso solo in casi particolari (poiché è vietato lavarsi, e quando si lavano le stoviglie ci si lavano le mani). Tra cui: (a) sono necessari per far mangiare bambini o esenti dal digiuno che non dispongono di altri utensili se non quelli che è necessario lavare, (b) puzzerebbero altrimenti, (c) possono attirare insetti.
Cenni sulla Havdalàh all’uscita di Shabbat e all’uscita del Digiuno
Havdalà . Come ogni Motzaè Shabbat è necessario compiere una "separazione" tra Shabbat e i giorni di Chol ~ feriali. A Motzaè Shabbat però è già cominciato il digiuno di Tish'a BeAv, quindi non è possibile effettuare la "Havdalà" con il vino, come si fa durante le altre settimane, ma si deve optare per altre soluzioni che vedremo in seguito.
Havdalà nella Tefillà. Ogni settimana oltre alla "Havdalà" ~ "Separazione" classica, si recita un’ulteriore formula di Havdalà durante la Tefillà di 'Arvit di Motzaè Shabbàt. Questa formula, detta "Attà Chonantànu", si recita nella quarta berakhà della 'amidà, quella di חונן הדעת Chonen HaDà'at. Questo genere di Havdalà si recita anche quando il digiuno di Tish'à BeAv cade di Motzaè Shabbat Chi se la fosse dimenticata e avesse già pronunciato il Nome di HaShem al termine della Berakhà, non torna a ripetere la ‘Amidà. Se ancora non avesse pronunciato il Nome di HaShem, riprenda dal brano saltato.
Chi non ha recitato la Havdalà nella Tefillà. Chi non recita la Havdalà nella Tefillà, oppure chi si è dimenticato l'aggiunta all'uscita di Shabbat, dice le parole (senza alcuna ulteriore aggiunta) "Barùkh HaMavdìl Ben Qòdesh leChòl". Solo a partire da questo momento è possibile compiere "Melakhòt" ~ "attività lavorative".
Attenzione! È importante avvisare le persone che si sa che difficilmente pregano e che quindi non hanno recitato la Havdalà nella Tefillà, che è vietato compiere alcuna Melakhà all’uscita di Shabbàt fintanto che non hanno detto le parole “Barùkh HaMavdìl Ben Qòdesh Leçhòl”.
Havdalà sul vino. Coloro che digiunano a Tish'a BeAv, recitano la Havdalà sul vino all'uscita del digiuno, dicendo solo le formule di "Savrì Maranan", "Borè Perì HaGhefen" (prima
Berakhàh sul vino) e di "HaMavdil Ben Qodesh Leçhol..." (ultima berakhà).
Prima della Havdalà all'uscita di Tish'a BeAv non si recitano versetti di buon augurio, che si usa recitare invece all'uscita di Shabbat.
Attenzione - Avvisare il pubblico! È opportuno ricordare a tutto il pubblico verso la fine del digiuno che all’uscita del digiuno dovranno recitare la Havdalà.
Berakhà sugli odori. La Berakhà sugli odori (Besamìm) non si recita, poiché non si odora intenzionalmente durante Tish'a BeAv. Similmente non si recita neppure all’uscita del digiuno, perché questa Berakhà non si recita se non all’uscita di Shabbat.
Attenzione! Si recita la Havdalà all’uscita del digiuno solo ed esclusivamente perché non era possibile recitarla all’uscita di Shabbat! Pertanto se il digiuno di Tish’ah BeAv cade in un giorno differente da subito dopo Shabbat, non si recita mai alcuna Havdalà al suo termine!
Berakhà sul fuoco. All'uscita di Shabbat si dice la berakhà sul fuoco (Borè Meorè HaEsh). Visto che la recitazione di questa Berakhàh è indipendente dal resto della Havdalà, si usa pronunciarla all'uscita di Shabbat anche quando si è entrati nel digiuno di Tish'a BeAv. L'uso più comune è di dirla prima della recitazione della Meghillà di Ekhà. Nel caso ci si fosse dimenticati, si può pronunciare questa Berakhà durante tutta la notte. Comunque se ci si fosse dimenticati tutta la notte, si è persa la Berakhà e non si torna a recitare la nella Havdalàh dell'indomani.
In Italia. Anche in Italia l’uso era quello di recitare la Berakhà sulla candela prima della Meghillat Ekhà.
Vicini alla candela. Per poter recitare la Berakhà bisogna fare attenzione a stare vicini alla candela tanto da averne godimento. È necessario almeno riuscire a distinguere attraverso quella singola luce la differenza tra le unghie e la carne circostante. Pertanto è opportuno che il Bet HaKenesset si organizzi in modo da portare (se possibile) un numero di fiamme sufficienti anche per il pubblico lontano. Chi fosse stato troppo lontano per aver avuto godimento dalla luce della candela, eviti di uscire dall’obbligo con quella Berakhà. Nel caso l’avesse fatto, ritorni ad aver godimento di una fiamma successivamente senza recitare alcuna Berakhà.
Donne e Borè Meorè HaEsh. Una donna che non ha sentito la Berakhà di "Borè Meorè HaEsh" da un uomo, la recita lei stessa.
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