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Preparativi per il digiuno di Tish’ah BeAv che cade all’uscita di Shabbat



Preparativi. In generale è vietato preparare durante Shabbat per i giorni di Chol ~ feriali. Compresi i preparativi necessari per il digiuno di Tish’ah BeAv. Pertanto bisogna porre attenzione ad alcuni accorgimenti.

Scarpe. Le scarpe di cuoio non si possono togliere fino all’uscita di Shabbat. Pertanto è necessario attendere l’uscita di Shabbat per togliersele. Nel caso in cui sia possibile andare al Bet HaKenesset più tardi, si cambino in casa dopo l’uscita di Shabbat e dopo aver detto le parole “Barukh HaMavdil Ben Qodesh LeChol” (senza ulteriori aggiunte). Se non fosse possibile rimanere a casa fino ad allora, prima di Shabbat si portino le scarpe di Tish’ah BeAv al Bet HaKenesset (chiedendo il permesso ai responsabili) e si mettano da parte fino all’uscita di Shabbat. Al termine di Shabbat si reciti la formula suddetta e si cambino le scarpe.

Spazzolarsi i denti. Se si vuole, in base alla norma stretta secondo alcuni Poseqim tra cui Chakham ‘Ovadiàh Yosef זצ"ל, è possibile spazzolarsi i denti prima del digiuno, a condizione che si soddisfino alcune condizioni necessarie per poter permettere di lavare i denti durante Shabbat. Le condizioni sono: (a) che una persona sia solita spazzolarsi i denti tutti i giorni, (b) che non si sia certi che esca sangue dalle gengive a causa dello ‘spazzolamento’, (c) che si soffra se non lo si fa. E’ opportuno, se possibile, avere uno spazzolino che si adopera esclusivamente per shabbat e Yamim Tovim, ed è ancora più opportuno utilizzare un dentifricio liquido. In ogni caso è possibile facilitare e permettere di lavarsi i denti se e solo se presenti almeno le prime tre condizioni esplicitate sopra, anche con un dentifricio normale. [Questa norma vale tutti gli Shabbatot dell’anno]. Bisogna comunque stare molto attenti a farlo prima del tramonto, perché da lì in poi è vietato fino al termine del digiuno.

Stuzzicadenti. Alternativamente sicuramente è possibile utilizzare lo stuzzicadenti.

Lavare i piatti. Se si desidera lavare le stoviglie utilizzate durante la Se’udàh shelishit (comprese anche pentole e altri utensili sporchi) durante Tish’ah BeAv, è permesso solo in casi particolari (poiché è vietato lavarsi, e quando si lavano le stoviglie ci si lavano le mani). Tra cui: (a) sono necessari per far mangiare bambini o esenti dal digiuno che non dispongono di altri utensili se non quelli che è necessario lavare, (b) puzzerebbero altrimenti, (c) possono attirare insetti.

Cenni sulla Havdalàh all’uscita di Shabbat e all’uscita del Digiuno

Havdalàh . Come ogni Motzaè Shabbat è necessario compiere una "separazione" tra Shabbat e i giorni di Chol ~ feriali. A Motzaè Shabbat però è già cominciato il digiuno di Tish'a BeAv, quindi non è possibile effettuare la "Havdalàh" con il vino, come si fa durante le altre settimane, ma si deve optare per altre soluzioni che vedremo nelle pagine successive Be”H.

Havdalàh nella Tefillàh. Ogni settimana oltre alla "Havdalàh" ~ "Separazione" classica, si recita un’ulteriore formula di Havdalàh durante la Tefillàh di 'arvit di Motzaè Shabbat. Questa formula, detta "Attàh Chonantanu", si recita nella quarta Berakhàh della 'amidàh, quella di חונן הדעת Chonen HaDa'at. Questo genere di Havdalàh si recita anche quando il digiuno di Tish'a BeAv cade di Motzaè Shabbat Chi se la fosse dimenticata e avesse già pronunciato il Nome di HaShem al termine della Berakhàh, non torna a ripetere la ‘Amidàh. Se ancora non avesse pronunciato il Nome di HaShem, riprenda dal brano saltato.

Chi non ha recitato la Havdalàh nella Tefillàh. Chi non recita la Havdalàh nella Tefillàh, oppure chi si è dimenticato l'aggiunta all'uscita di Shabbat, dice le parole (senza alcuna ulteriore aggiunta) "Barukh HaMavdil Ben Qodesh leChol". Solo a partire da questo momento è possibile compiere "Melakhot" ~ "attività lavorative".

Attenzione! E’ importante avvisare le persone che si sa che difficilmente hanno pregato e che non hanno recitato la Havdalàh quindi nella Tefillàh, che è vietato compiere alcuna Melakhàh all’uscita di Shabbat fintanto che non hanno detto le parole “Barukh HaMavdil Ben Qodesh Leçhol”.

Havdalàh sul vino. Coloro che digiunano durante il digiuno di Tish'a BeAv, recitano la Havdalàh sul vino all'uscita del digiuno, dicendo solo le formule di "Savrì Maranan", "Borè Perì HaGhefen" (prima

Berakhàh sul vino) e "HaMavdil Ben Qodesh Leçhol..." (ultima berakhàh)

Prima della Havdalàh all'uscita di Tish'a BeAv non si recitano versetti di buon augurio, che si usa recitare invece all'uscita di Shabbat.

Attenzione - Avvisare il pubblico! E’ opportuno ricordare a tutto il pubblico verso la fine del digiuno che all’uscita del digiuno dovranno recitare la Havdalàh.

Berakhàh sugli odori. La Berakhàh sugli odori (Besamim) non si recita, poiché non si odora intenzionalmente durante Tish'a BeAv. Similmente non si recita neppure all’uscita del digiuno, perché questa Berakhàh non si recita se non all’uscita di Shabbat.

Attenzione! Si recita la Havdalàh all’uscita del digiuno solo ed esclusivamente perché non era possibile recitarla all’uscita di Shabbat! Pertanto se il digiuno di Tish’ah BeAv cade in un giorno differente da subito dopo Shabbat, non si recita mai alcuna Havdalàh al suo termine!

Berakhàh sul fuoco. All'uscita di Shabbat si dice la berakhàh sul fuoco (Borè Meorè HaEsh). Visto che la recitazione di questa Berakhàh è indipendente dal resto della Havdalàh, si usa pronunciarla all'uscita di Shabbat anche quando si è entrati nel digiuno di Tish'a BeAv. L'uso più comune è di dirla prima della recitazione della Meghillàh di Ekhàh. Nel caso ci si fosse dimenticati, si può pronunciare questa Berakhàh durante tutta la notte. Comunque se ci si fosse dimenticati tutta la notte, si è persa la Berakhàh e non si torna a recitare la nella Havdalàh dell'indomani.

In Italia. Anche in Italia l’uso era quello di recitare la Berakhàh sulla candela prima della Meghillat Ekhàh.

Vicini alla candela. Per poter recitare la Berakhàh bisogna fare attenzione a stare vicini alla candela tanto da averne godimento. E’ necessario almeno riuscire a distinguere attraverso quella singola luce la differenza tra le unghie e la carne circostante. Pertanto è opportuno che il Bet HaKenesset si organizzi in modo da portare (se possibile) un numero di fiamme sufficienti anche per il pubblico lontano. Chi fosse stato troppo lontano per aver avuto godimento dalla luce della candela, eviti di uscire dall’obbligo con quella Berakhàh. Nel caso l’avesse fatto, ritorni ad aver godimento di una fiamma successivamente senza recitare alcuna Berakhàh.

Donna e Borè Meorè HaEsh. Una donna che non ha sentito la Berakhàh di "Borè Meorè HaEsh" da un uomo, la recita lei stessa.

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Dediche
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In memoria di Antonella bat Giuseppina z.l.
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