Pirkè Avòt - Su tre cose il mondo poggia...
Su tre cose il mondo poggia... (cap. 1, m. 2)
Nel Pirkè Avòt110 è scritto: "Shimòn il Giusto era l'ultimo Maestro superstite della Kneset HaGhedolà111. Egli soleva dire: Su tre cose il mondo poggia:
1. sulla Torà
2. sul servizio dei sacrifici e
3. sulle opere di misericordia
"Sulla Torà": Shimòn il Giusto ci insegna che se il popolo d' Israele non avesse ricevuto la Torà, il S. non avrebbe creato il mondo. Infatti, nel Talmùd112 è scritto: "Se non fosse per il Mio patto giorno e notte, non avrei potuto dare regole al cielo e alla terra" (Ger. 33).
"Sul servizio dei sacrifici": Grazie ai sacrifici che vengono portati nel Santuario di Gerusalemme, Beth Hamikdàsh, il mondo si mantiene; infatti per merito di ciò il mondo riceve benedizione e scende la pioggia. Ma ora, a causa dei nostri peccati, il Santuario è distrutto ed è stato annullato il sacrificio quotidiano: per questo i nostri Maestri ci insegnano che le nostre tefillòt sostituiscono i sacrifici; perciò il servizio non si è mai interrotto ed il mondo va avanti.
"Sulle opere buone": Per merito delle opere buone il mondo si mantiene, come è scritto nel libro dei Salmi113 : "il mondo regge grazie alle opere buone". La mitzvà della Gmilùt Chasadìm114, è più grande della Mitzvà della Tzedakà. Poiché la Tzedakà si mette in atto donando i soldi, mentre la Gmilùt Chasadìm si compie con il coinvolgimento dell’intero corpo della persona. Si pensi per esempio al visitare i malati o alla mitzvà di consolare coloro che sono in lutto ecc... Inoltre, la Tzedakà si fa soltanto verso i vivi ed i poveri del nostro popolo, mentre la Ghmilùt Chasadìm si compie sia verso i ricchi che i poveri, e anche verso i morti e non solo verso i vivi115.
“Per amare l’Eterno D-o vostro” (cap. 1, m. 3)
È scritto nel Pirkè Avòt116: “Antighnos di Sochò ricevette la tradizione da Shimòn il Giusto. Egli soleva dire: Non siate come quei servi che servono il loro padrone allo scopo di riceverne una ricompensa. Bensì siate come coloro che servono il loro padrone senza alcuna intenzione di riceverne qualcosa in cambio; e sia il timore del Cielo su di voi”.
Antighnos di Sochò ci sta insegnando come servire il S. : dobbiamo comprendere il grande valore dei precetti e compierli per amore nei confronti del S.
Infatti è scritto nel Talmùd117 : “Benedetto l’uomo che teme il S. e che desidera molto le Mitzvòt118” . Ossia desidera molto le Mitzvòt e non la loro ricompensa.
Inoltre ci hanno insegnato i Maestri nel Midrash119: “Se dirai: io studio la Torà per diventare ricco o perché così mi chiameranno rabbino, o per ricevere la ricompensa nel Olàm HaBà (Mondo futuro)... viene la Torà e ti insegna: “Per amare l’Eterno D-o vostro”. Ossia, dobbiamo compiere i precetti per amore verso il S.”.
Ma la Mishnà va oltre dicendoci “e sia il timore del Cielo su di voi”. Questa esortazione ci insegna che non è sufficiente compiere le Mitzvòt con amore, ma bisogna avere anche il “Timore di D-o”. Infatti, se si compiono i precetti con amore si eseguono con solerzia, ma se c’è anche il Timore del S. non si commetteranno le trasgressioni. In questo modo il servizio Divino sarà completo: poiché l’amore induce ad applicare le mitzvòt con solerzia, mentre il timore a non trasgredire i precetti negativi120.
110 Cap. 1, Mishnà 2
111 Grande Congregazione
112 Trattato di Shabbàt 88a
113 Cap. 89, v.3
114 Opere di misericordia
115 Secondo il commento di Rav Ovadia da Bartenura e di Kehati
116Cap.1, mishnà 3
117Trattato di Avodà Zarà pag.19
118Salmi cap.118, v.1
119Midràsh, parashàt Ekev
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