Le Selichòt halachà e racconti
IN VISTA DEL MESE DI ELÙL, DA ORA PUBBLICIZZEREMO OGNI SETTIMANA UN BRANO DAL LIBRO DI RAV IMMANUEL PIAZZA Le Selichòt halachà e racconti
N.1
Prefazione
"Iei Shem Hashem mevoràch meatta ve-ad olam", "Che sia per sempre benedetto il nome dell'Eterno" che mi ha concesso il merito di raccogliere in questo piccolo libro Halachòt, racconti, e drashòt riguardanti le Selichòt.
Nel libro1 Pele Ioèz (parte Selichot) è scritto: "Gli appartenenti al popolo d'Israele sono santi, dal capo mese di Elul si svegliano di notte per recitare le Selichòt. Hanno un grande merito, poichè infrangono il loro desiderio di dormire durante le corti notti. Infatti anche se in generale alle persone piace sonnecchiare e amano molto dormire, ad ogni modo gli appartenenti al popolo d'Israele infrangono il sonno dalle palpebre dei loro occhi. Sicuramente ciò farà sì che lo schiavo troverà grazia agli occhi del suo padrone e verrà2 liberato. Tuttavia ciò a condizione che le Selichot vengano recitate come si deve. Poichè nel caso contrario avrà due perdite: in questo mondo, dal momento che ha afflitto il suo corpo invano, e nel mondo futuro dal momento che non avrà nessuna utilità dalle Selichòt recitate".
Studiamo da queste righe del Pele Ioèz che soltanto nel caso in cui le Selichòt vengano recitate con le giuste intenzioni e secondo l'Halachà, avranno utilità.
Per questo ho tradotto da svariati libri di Musàr racconti e drashòt riguardanti le Selichòt.
Inoltre ho tradotto dal libro 3 "Chazon Ovadia" del Rav Posèk ha-dòr, Rabbì Ovadia Yosèf Shlita le halachot a riguardo, mettendole sotto forma di domanda e risposta affinché sia più semplice e più interessante lo studio al pubblico. "She te-chadesh alenu shanà tovà u-metukà"
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1 Pele Ioez: Libro di Musar dello Zadìk, Rav Eliezer Papo zz"l.
2 Ossia si intende dire che il Signore perdonerà le trasgressioni del popolo d'Israel.
3 Chazon Ovadia: volume "Iamim Noraim".
Le Selichòt nei racconti e nelle drashot
Io sono per il mio Amato e il mio Amato è per me:
Le lettere della parola "Elul" in ebraico formano le iniziali del verso: Ani le-dodi ve-dodi li, in italiano: "Io sono per il mio Amato e il mio Amato è per me" (Cantico dei Cantici 6:3).
"Io": ossia tutto me stesso e il mio essere hanno soltanto uno scopo - onorare il Signore. Tutti i miei desideri, le mie volontà, le mie abitudini hanno soltanto lo scopo di servire il Signore. Anche se purtroppo a volte a causa dell'istinto cattivo, "Io" ho il desiderio di fare della maldicenza, o "Io" ho il desiderio di dormire e non alzarmi presto per recitare Shachrìt, ad ogni modo "Io", ossia tutto il mio essere, è sottomesso soltanto al "mio Amato", il Signore, il Creatore del mondo, che ci ama.
Se veramente con tutto me stesso sarò sottomesso al Signore, allora il risultato sarà che "il mio Amato è per me", ossia il Signore mi concederà tutto ciò che Gli richiedo, e farà tutto per il mio bene, e mi donerà un anno pieno di benedizione.
Nel mese di Elul chiunque voglia fare Teshuvà e riparare alle sue trasgressioni ha una "Siata de-Shmaia" (un aiuto dall'Eterno) speciale. Tutto ciò a condizione che oltre a volerlo, agisca. In questo mese le porte del cielo sono aperte, pronte a far entrare le preghiere del popolo d'Israele se verranno recitate con passione, dal profondo del cuore.
Questo è il mese in cui dobbiamo sviluppare il nostro forte sentimento nei confronti dell'Eterno, dobbiamo provare la sensazione che il Signore sia vicino a noi! Anche se durante il corso dell'anno purtroppo non ci siamo sentiti così vicini al Signore, in questo mese abbiamo l'occasione di sviluppare e far prosperare velocemente i nostri sentimenti verso il nostro Creatore.
In questo mese abbiamo l'obbligo di aumentare in Selichòt, Tefillòt e Teshuvà.
Dobbiamo avere la sensazione che ogni secondo del mese di Elul
è come dei diamanti preziosi, perciò impegnamoci a non sprecarlo!
(Tradotto dall'opuscolo "Iamim noraim ba-halachà u-bahaggadà")
Le onde del mare e le Selichòt
Nelle Selichòt recitiamo questo verso dei Salmi (89:10): "Nel momento in cui le sue onde s'innalzano Tu le calmi".
Il Baàl Shem Tov si domanda: Quale collegamento c'è tra le onde del mare e le Selichòt?
La sua risposta è: migliaia di anni fa, durante la creazione del mondo, il Signore definì i limiti del mare, dicendo "Fin qua arriveranno le tue acque, e non oltre", da allora non abbiamo mai visto che le acque superino i suoi limiti. Ed ecco, fin dall'inizio della creazione noi siamo testimoni di un fenomeno impressionante: ogni onda del mare quando si avvicina alla riva cerca d'innalzarsi, prova a superare il limite che gli ha fissato il Signore, come scritto: "le onde s'innalzano". Tuttavia senza successo.
Anche se il Signore ha limitato il mare, ad ogni modo le onde cercano di oltrepassare il limite fissato e vogliono arrivare sulla terra ferma. Ogni onda, una dopo l'altra, prova di continuo ad arrivare sulla terra ferma senza mai rinunciarci. Quando si avvicina alla riva s'innalza ma senza successo e si ferma secondo i limiti fissati dall'Eterno, ma subito dopo una nuova onda intraprende in questa avventura e così via.
Il Signore loda le onde per questo loro comportamento, loda la loro ostinazione nel provare assiduamente, senza rinuncia.
Per questo motivo ricordiamo questo verso dei Salmi proprio nelle Selichòt.
In modo da sapere e ricordarci che il Signore è pieno di misericordia ed è interessato a farci del bene anche se non siamo andati nella giusta strada e ci siamo ribellati. Anche se abbiamo peccato e ripetuto il nostro sbaglio, ad ogni modo abbiamo speranza di fare 4 Teshuvà. Tuttavia dobbiamo provare assiduamente a fare la volontà del Signore. E anche se nel percorso ci sono delle cadute non dobbiamo rinunciare, bensì dobbiamo essere ostinati nel provare e riprovare per sempre, senza rinunciare!
(Tradotto dal libro "Tuvecha Iabiu" del Rav Izchak Zilbershtein e Moshè Michael Zuren)
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