top of page

Le Mitzwot della Parashà - Vayechì



Giurare – Yosèf giura a Yaaqòv suo padre che lo seppellirà nella Ma'arat HaMakhpelà. Vediamo alcune mitzwòt legate ai giuramenti, a cui la Torà dà un peso molto elevato. 


Dal Sefer haHinnukh

30 (Lo Ta'asè 18) Non giurare invano, com'è detto “Non pronuncerai il Nome di HaShem invano” (Shemot 20:7), perché generalmente si giura in Nome di HaShem. É considerato un giuramento invano (Shevu'at Shav) se fa parte di una di queste quattro categorie:

1) Giura su quanto è risaputo che sia il contrario, ad esempio che un uomo sia una donna o viceversa, oppure su una pietra che è oro.

2) Giura invano, ad esempio affermando qualcosa di conosciuto da tutti, come che una pietra è una pietra.

3) Giura di non compiere una Mitzwà:  è invano perché tutti i figli di Israel hanno già giurato dinnanzi al Monte Sinai che loro e la loro discendenza avrebbero compiuto tutte le mitzwòt prescritte da HaShem.

4) Giura di fare qualcosa che è impossibile fare, ad esempio di non dormire per tre giorni di fila, oppure di non mangiare per sette giorni di fila.

Chi pronuncia uno di questi giuramenti – se ha trasgredito il divieto in modo intenzionale (Mezid) veniva colpito con il Malqut, e nel caso fosse involontario (Shoghegh) è esente.

Secondo l'opinione del Rambam e dello Shulchan 'Arukh trasgredisce questo divieto della Torà anche chi pronuncia una Berakhà inutilmente (berakhà levatalà) o chi pronuncia inutilmente il Nome del Signore.

Questa mitzwàhsi applica in ogni luogo e tempo, sia per gli uomini che per le donne.


 227 (Mitzwà lo ta'asè 131) Non giurare il falso riguardo denaro, com'è detto “Non mentite l'uno verso il suo prossimo” (Waiqrà 19:11).

Chi esige denaro dal prossimo (esclusi terreni, servi o documenti) del valore di almeno una perutà (ossia una moneta di valore minimo) per cui chi ammettesse di doverglielo sarebbe tenuto a pagare, e ha confutato il doverglielo giurando, oppure nel caso in cui chi esige l'abbia fatto giurare e lui ha negato, è passibile di pena, nonostante non abbia risposto al giuramento. Questo giuramento è chiamato “Shevu'at HaPiqqadòn”. In tal caso è tenuto a pagare oltre alla base economica confutata (Qeren) anche un quinto in più (çhomesh) e a portare al Bet HaMiqdash un sacrificio chiamato “Asham Ghezelot” (vedi Mizvàh 130-131), sia esso volontario che involontario nel giuramento.

È considerato involontario (Shoghegh) se si è dimenticato di dover portare questo sacrificio in tal caso, pur sapendo che questo tipo di giuramento fosse vietato, e sapeva anche che gli doveva tale somma.

È invece considerato volontario (Mezid) se sapeva tutto, e nonostante ciò ha giurato.

É considerato impossibilitato (Anus) nel caso invece non ricordava che gli dovesse dare denaro.

Chi trasgredisce questo divieto, trasgredisce anche quello di non giurare “Shevu'at Bittui” (228, che segue).

Comments


Dediche
candela.jpg
In memoria di Antonella bat Giuseppina z.l.
Vuoi dedicare un numero della nostra newsletter in occasione di un lieto evento, per ricordare una persona cara o per una preghiera di guarigione? 
Cerca da un Tag
Segui "Arachim Italia" su Facebook
  • Facebook Basic Black

Ti è piaciuto quello che hai letto? Fai una donazione adesso e aiutaci a pubblicare altri

articoli e a svolgere le nostre attività!

ARACHIM ITALIA ONLUS – IBAN: IT 20 N 02008 05119 000029359091

© 2024 by "Arachim Italia Onlus". Proudly created with Wix.com

bottom of page