LE HALAKHÒT DELL’ATTESA TRA I PASTI DI CARNE E LATTE
di Avrohom Gordimer1
Traduzione Deborah Cohenca Klagsbald
“Non cucinerai un capretto nel latte di sua madre” (Shemòt 23:192).
Il Talmud spiega che questo versetto della Torà insegna il divieto di
consumare carne di un animale domestico (bovino, ovino o caprino)
cucinata assieme al latte3. Consumare carne di pollame o cervo cucinata
nel latte o consumare carne di manzo con il latte senza che sia stata
cucinata assieme al latte è un divieto rabbinico. Ad esempio, mangiare un
cheeseburger è un divieto dalla Torà; consumare un panino con salame
e formaggio è un divieto rabbinico.
Per garantire un’ulteriore separazione tra carne e latte i Maestri
del Talmud hanno aggiunto un’altra cautela: aspettare dopo aver
mangiato carne prima di consumare latticini.
Perché i Maestri hanno stabilito che dobbiamo aspettare tra un pasto
di carne e uno di latte?
Il Rambàm spiega che i pezzetti di carne tendono a restare tra i denti, e se
una persona consuma latticini poco dopo aver mangiato carne, i due
alimenti potrebbero mescolarsi in bocca4. Rashì sostiene che, dal
momento che la carne lascia residui grassi e pure un retrosapore, è
necessario lasciar passare un po’ di tempo affinché il grasso si disciolga del
tutto e il sapore si disperda5.
Nonostante che tutto ciò non sia rilevante per il pollame, la norma
di aspettare tra il consumo di carne e latticini è estesa a tutti i tipi di carne:
volatili, bestiame e animali selvatici.
Quanto tempo bisogna aspettare dopo aver mangiato carne prima di
consumare latticini?
Il Talmud riporta che il grande saggio Mar Uqvà contrapponeva la sua
posizione a quella di suo padre: “Se mio padre mangiasse carne adesso,
aspetterebbe a consumare formaggio fino a domani a quest’ora; io,
invece, non mangerei [formaggio] durante questo pasto ma lo farei nel
prossimo pasto” (Chullìn 105a). Il padre di Mar Uqvà era molto rigoroso e
andava oltre ciò che la legge richiede, mentre Mar Uqvà seguiva i termini
della norma.
L’uso di Mar Uqvà di aspettare fino al pasto successivo è
considerato nelle fonti halakhiche come la base della norma di aspettare
dopo aver mangiato carne prima di consumare latticini. Tuttavia i poseqìm
non concordano sul lasso di tempo che Mar Uqvà aspettava.
Alcuni sostengono che Mar Uqvà ci volesse solo dare una regola
generale, ossia di non mescolare assieme latte e carne nello stesso pasto
e, se si è mangiata carne, di non consumare latticini fino a che il pasto di
carne non sia completato; qualsiasi ulteriore attesa è facoltativa. Altri
invece ritengono che Mar Uqvà sostenesse uno specifico lasso di tempo,
richiesto dalla halakhà6.
Lo Shulchàn ‘Arùkh presenta vari approcci. In Yorè De’à (89:1)
rabbì Yosef Caro, la cui autorità è seguita dalla maggior parte degli ebrei
sefarditi, stabilisce in termini inequivocabili che bisogna aspettare sei ore
dopo aver mangiato carne prima di consumare latticini7.
Come opinione opposta troviamo il Remà, seguito dalla maggior
parte degli ebrei ashkenaziti, secondo il quale la regola è che non si
possono consumare carne e latticini nello stesso pasto8. Nonostante egli
sostenga che secondo la lettera della legge è permesso mangiare carne,
poi recitare la Birkàt HaMazòn sul pasto di carne e subito dopo consumare latticini,
egli afferma anche che gli ebrei ashkenaziti hanno accettato l’uso
di aspettare tra i pasti, e questa è la pratica vincolante per gli ashkenaziti9.
Remà riporta che benché l’usanza nella sua comunità (Cracovia)
fosse quella di aspettare un’ora tra i pasti, si devono aspettare sei ore10.
Oggigiorno, la maggior parte degli ebrei aspetta sei ore, tranne gli ebrei
olandesi che aspettano un’ora (secondo l’uso di Cracovia), e gli ebrei
tedeschi che ne aspettano tre. (È da notare che anziché affermare che si
devono aspettare sei ore tra carne e latte, il Rambàm sostiene che bisogna
aspettare “circa sei ore”11). Vi è una disputa tra le autorità halakhiche su
cosa intenda il Rambàm. Alcuni ne deducono che si devono aspettare
cinque ore e mezzo.
Perché opinioni così diverse?
L’origine delle discussioni è l’affermazione di Mar Uqvà, secondo il quale
bisogna aspettare “fino al pasto successivo”. Secondo alcuni il lasso di
tempo tra un pasto e l’altro è di sei ore, ossia l’intervallo comune tra
pranzo e cena, o tra una colazione consumata tardi (il “brunch”) e la cena
(a quei tempi la maggior parte delle persone aveva solo due pasti: brunch
e cena). Secondo altri invece Mar Uqvà intendeva che si debba aspettare
un’ora, il tempo necessario affinché cominci la digestione12. Chi aspetta tre
ore interpreta le parole di Mar Uqvà come riferite all’intervallo tra la
colazione e il pranzo, e non tra pranzo e cena.
Gli ebrei sefarditi devono aspettare sei ore per halakhà; non sono
ammessi usi diversi né facilitazioni (ovviamente tranne che in casi di
necessità per salute). Gli ashkenaziti aspettano sei ore non per halakhà
maper aver accettato questo uso, analogamente all’uso di non mangiare
qitniyòt13 di Pèsach14.
Per gli ashkenaziti, comunque, resta l’obbligo di recitare le
benedizioni alla fine del pasto di carne prima di mangiare latticini a
prescindere dal lasso di tempo che è trascorso; le benedizioni servono a
separare i pasti.
Se dopo aver aspettato l’intervallo richiesto si trovano ancora dei
pezzetti di carne tra i denti, bisogna pulirsi i denti e sciacquare la bocca,
senza bisogno di aspettare ancora del tempo. (Esiste anche una disputa
riguardo all’intervallo di un’ora: alcuni poseqìm stabiliscono che chi
aspetta sempre un’ora deve lavare la bocca prima di mangiare latticini,
altri decisori halakhici non sono d’accordo).
I bambini devono aspettare?
Nonostante che i bambini che non possiedono ancora una conoscenza di
base di un principio halakhico non siano tenuti ad osservarlo, è vietato a
un adulto causare direttamente che un bimbo trasgredisca la halakhà; di
conseguenza, a un genitore non è permesso dar da mangiare a un figlio
(nemmeno un neonato) carne e latte assieme. (La regola generale è che
un adulto non può far trasgredire a un bimbo un divieto della Torà. Alcune
autorità halakhiche fanno alcune eccezioni per i divieti rabbinici. Questo
tema è molto complesso ed esula dall’argomento di questo articolo)15.
Bambini molto piccoli che non capiscono i principi di base della
norma di non mescolare carne e latticini non devono aspettare; appena
il bimbo acquisisce una minima comprensione del divieto dovrebbe
aspettare un’ora dopo la carne prima di consumare latticini. Man mano
che il bambino cresce, deve essere incoraggiato ad aspettare tempi più
lunghi (a meno che non sia di famiglia olandese).
Il preciso lasso di tempo da aspettare dipende dalla maturità del
bambino e dal lasso di tempo che è in grado di aspettare (ad esempio, una
situazione da valutare è quella in cui i suoi fratellini più piccoli possano
aspettare tempi più corti, e questo potrebbe portare il fratellino grande
a vedere la halakhà in maniera negativa). Per avere chiare linee-guida
bisogna consultare un’autorità rabbinica competente.
Bisogna aspettare dopo aver mangiato latticini prima di consumare
carne?
Dopo aver mangiato latticini si può consumare carne purché siano
compiute le seguenti azioni:
1. separare i pasti recitando le benedizioni necessarie; 2. pulire la bocca;
3. sciacquare la bocca; 4. lavarsi le mani.
Le ultime tre azioni possono essere eseguite in un ordine qualsiasi, ma le
benedizioni vanno recitate sempre subito dopo aver finito il pasto di latte.
Bisogna lavarsi le mani e pulirsi la bocca anche se mani e bocca ci
sembrano pulite. Una eccezione alla regola di lavarsi le mani è il caso di
una persona che abbia usato utensili, senza aver avuto nessun tipo di
contatto fisico con il cibo. (Ci si può pulire la bocca anche mangiando o
bevendo qualcosa parve – ossia non carne né latticini. Qualsiasi cibo parve
può servire a questo scopo eccetto datteri, farina cruda e verdure).
Se il pasto di carne successivo a quello di latte consiste in carne di
pollame e non di manzo, non c’è bisogno di pulirsi la bocca e lavarsi le
mani (questo perché mischiare carne di pollame con latticini è un divieto
rabbinico, e non della Torà).
Nonostante che la halakhà non richieda di aspettare dopo i
latticini prima della carne, alcuni aspettano mezz’ora o un’ora, sulla base
di quanto è scritto nello Zòhar16.
La halakhà è diversa per il formaggio stagionato?
Il Remà stabilisce che se si vuole mangiare carne dopo aver mangiato
formaggio stagionato bisogna aspettare lo stesso lasso di tempo che si
aspetta dopo la carne prima dei latticini. I commentatori notano che egli
si riferisce solo al formaggio duro, stagionato o piccante, poiché questi
formaggi aderiscono in bocca o lasciano un retrosapore, in maniera
analoga alla carne.
Quali caratteristiche qualificano un formaggio come “duro” o
“stagionato”? Secondo la Halakhà si tratta del formaggio che viene
stagionato per circa sei mesi. I poseqìm dell’OU (Orthodox Union) hanno
stabilito che viene definito “di sei mesi” il formaggio che deve essere
stagionato per (circa) sei mesi affinché diventi quello specifico prodotto;
il formaggio che non è stato stagionato in fabbrica ma che è solo stato
lasciato in uno scomparto refrigerante per sei mesi non richiede che si
aspetti prima di consumare carne, purché la consistenza e il gusto siano
gli stessi di quelli che il formaggio aveva prima di essere lasciato nel
frigorifero.
Alcuni esempi di formaggio che richiedono che si aspetti sono il
Parmesan17 (generalmente viene stagionato per dieci mesi), il Romano
(stagionato per quasi sei mesi), il Limburger e il Roquefort (entrambi i
quali sono piccanti). (Si invita consultare la OU Cheese List per
approfondimenti sull’argomento).
Si possono mangiare carne e latte allo stesso tavolo?
Carne e latte non possono essere presenti simultaneamente sullo stesso
tavolo. Questo però si applica solo al caso del tavolo su cui una persona
mangia; un tavolo usato solo per servirsi o dei vassoi di portata non sono
soggetti a questa norma18.
Allora, come si possono mangiare carne e latte su un tavolo
pubblico o su una panchina (ad esempio al parco), se all’altra estremità qualcuno
potrebbe mangiare un cibo che rischierebbe di portare a
mischiare assieme carne e latte?
Il divieto di mangiare carne e latticini alla stessa tavola vige solo
quando i commensali hanno un rapporto di amicizia tra loro, poiché in
questo caso c’è il rischio che condividano il cibo tra loro e che
inavvertitamente finiscano con il mangiare carne e latticini assieme.
Se sono estranei fra loro o se mangiano con dei sottopiatti o delle
tovagliette separate, oppure se mettono sulla tavola degli oggettipromemoria
per ricordarsi di non condividere il cibo, possono mangiare
alla stessa tavola.
Analogamente, se un ebreo osservante sta mangiando latticini a
una tavola dove altre persone stanno mangiando carne non-kashèr (non
permessa), non c’è bisogno di mettere una tovaglietta o dei promemoria
poiché non si rischia che l’ebreo osservante mangi la carne non-kashèr.
In tutti i casi, quando si passa da un pasto di carne ai latticini e
viceversa (e anche dai latticini alla carne di pollame) la tavola deve essere
completamente pulita. Naturalmente bisogna cambiare anche la tovaglia,
i piatti e le posate. Gli avanzi di pane consumato durante un pasto di carne
non possono essere mangiati con i latticini e viceversa (di conseguenza, gli
avanzi della challà che è stata consumata in un pasto di carne non
possono essere usati per cucinare cibo con latticini, ad esempio un French
Toast, in cui si frigge il pane con latte e uova).
NOTE
1 Rabbi Avrohom Gordimer è coordinatore rabbinico presso la OU Kashrut
Department. È specializzato nell’industria casearia, nell’ambito della quale gestisce i
programmi di certificazione kashèr per più di 200 impianti. Questo articolo è apparso nel
numero dell'autunno 2006 di Jewish Action ed è pubblicato con relativa autorizzazione.
Per i lettori interessati ad approfondire l’argomento, sono state aggiunte alcune note
redazionali a cura di rav Joel Lattes e di rav Jacov Di Segni.
2 Anche Shemòt (34:26) e Devarìm (14:21) (n.d.r.)
3 Chullìn (113b).
4 Hilkhòt Maakhalòt Asuròt (9:28).
5 Vedi Chullìn (105a).
6 Il Rambam (MaakhalÌòt Asuròt, 9:28) scrive che il lasso di tempo tra un pasto
e l’altro è di circa sei ore (n.d.r.).
7 Seguendo il Rambam e il Tur (n.d.r.).
8 Questa è l’opinione delle Tosafòt (Chullìn, 105a, cpv. lis’udta acharità
akhilna) (n.d.r.).
9 Il Remà afferma che l’usanza degli ashkenaziti è di attendere un’ora tra un
pasto di carne e la consumazione di latticini e di recitare la birkàt ha-mazòn per creare
una separazione tra i due pasti. Molti ebrei italiani usano aspettare tre ore (r. David
Pardo, responsa Mizmor LeDavid, n. 88, 61a; questa opinione è citata anche, seppur non
condivisa, da r. Yehudà Ashkenazi, Bet Menuchà 63b-64, par. 6, Livorno 1843; R. Di
Segni, Guida alle regole alimentari ebraiche, Terza ed., Lamed 1996, pp. 82-83). (n.d.r.)
10 L’autore del commento Siftè Kohen cita r. Shelomò Luria il quale afferma che
chiunque “abbia odore di Torà” deve aspettare sei ore (n.d.r.).
11 Hilkhòt Maakhalòt Asuròt (9:28).
12 Chokhmàt Adàm (40:13).
13 I legumi che gli ebrei ashkenaziti usano non consumare di Pèsach.
14 È interessante citare un’opinione che non è accettata dalla maggior parte
dei poseqìm e quindi non va seguita. È quella di r. Chizqiyà Da Silva che nella sua opera
Perì Chadàsh scrive che il lasso di sei ore non è da considerare fisso. Egli sostiene che
d’inverno, quando le giornate sono più corte tra un pasto e l’altro possono esserci solo
quattro ore e mezzo. Tale lasso di tempo egli lo deriva da quello che scrive il Rambam
“circa sei ore”. Un’opinione interessante per lo studio, che però non va seguita (n.d.r.).
15 Per quanto riguarda i divieti rabbinici, esiste una discussione tra i Rishonìm.
Il Rambam vieta, mentre Rashba e Rabbenu Nissim (Ran) sono facilitanti e sostengono
che è permesso somministrare a un bambino un cibo soggetto a divieto rabbinico nel
caso egli ne abbia bisogno. Vedi Beùr Halakhà (O.C., 343). (n.d.r.)
16 Vedi il commento del Gaòn di Vilna su Yorè De’à (89, 1). (Così anche il Perì
Chadàsh, 89 e molti altri. Nel testo citato si avvisa di non mangiare carne e latte
insieme, nello stesso pasto e nella stessa ora. n.d.r.)
17 Prodotto negli Stati Uniti. Solo il Parmigiano prodotto in Italia può essere
venduto con il nome Parmigiano. Il Romano è anche esso prodotto negli Stati Uniti da
latte vaccino. La stessa regola vale per Parmigiano e Pecorino Romano che hanno una
stagionatura più lunga (n.d.r.).
18 Shulkhàn 'Arùkh, Yorè De’à (88, 1).
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