Le Berakhot
Tratto da "Perle di Mussar" di rav Immanuel Piazza
L'importanza dello studio delle regole delle Berakhòt (benedizioni)
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È scritto nel Talmùd64: “Si può notare se una persona è Talmìd Chachàm (Saggio e studioso di Torà) o no, esaminando le sue benedizioni”. Ossia, per sapere se una persona è un talmìd chachàm, basta verificare in che modo recita le berakhòt (benedizioni). In altre parole, se è esperto nelle halakhòt delle berakhòt, allora dobbiamo considerarlo un talmid chachàm.
Dobbiamo fare attenzione a un grande particolare di questo insegnamento del Talmùd: anche se la Torà è piena di halachòt, ad ogni modo colui che è esperto delle halachòt delle berakhòt, lo si deve già considerare un talmìd chachàm. Da qui possiamo imparare quanto sia importante studiare le regole delle berakhòt.
Abbiamo studiato inoltre nel Talmùd65 che l'essere esperti delle regole delle berakhòt dimostra di essere una persona importante. Infatti è scritto nel Talmùd: “In presenza di rabbì Zeira, i Maestri lodavano Bar Zvid, dicendo che è una persona importante ed è esperto riguardo alle regole delle berakhòt”.
Abbiamo anche studiato in un altro passo del Talmùd che chi è esperto delle regole delle berakhòt è considerato chasìd (pio), come è scritto nel trattato di Bavà Qamà pag. 30a: “Colui che vuole essere pio faccia attenzione a studiare le regole delle berakhòt”.
"L'Eliahu Rabbà" spiega in questo modo questo passo del Talmùd: il Talmùd ci insegna che per essere pii non basta recitare la benedizione prima e dopo aver mangiato o bevuto, bensì si è pii quando si conosce qual è la benedizione che si deve recitare per ogni tipo di cibo o bevanda, non recitando per errore una benedizione con la quale si esce d'obbligo soltanto a posteriori (ad esempio recitando la benedizione di "Shehakòl nihà bidvarò" su un frutto della terra) 66.
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64Trattato di Berakhòt pag.3a
65Trattato di Berakhòt pag. 38a
66Tratto dal libro "Ketzàd mevarkhìm” di rav Israel Iosèf Naiman
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