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Le 613 mitzwòt - Behar Sinai

DAL SEFER HACHINNÙKH, DOVE SONO ELENCATE LE MIZVOT DI OGNI PARASHÁ





Nella Parashà di Behàr ci sono numerose mizvot inerenti al denaro, tra cui il divieto di prestare con interesse a un ebreo (343), e non importunarlo con il prezzo (Honaàt Mammon – 337) o con le parole (Honaàt Devarim – 338).


343 Non prestare a interesse a un ebreo, sia che il prestito sia di denaro, di cibo o di altre cose, com'è detto: "Il tuo denaro non darai con Nèshekh e Tarbìt non darai al tuo cibo" (Vayqrà 25:37).

Il Nèshekh e il Tarbìt sono entrambi concetti di interesse, ma la Torà li ha scomposti, per essere considerati come due divieti. Chi trasgredisce questo divieto non riceve pena fisica perché è possibile restituire l'interesse.

Si applica in ogni luogo e tempo, sia per gli uomini che per le donne.


338 Non fare Onaà nei confronti del prossimo a parole, com'è detto: "Non facci Onaà nei confronti di un membro del suo popolo" (Vayqrà 25:17).

Esempi di Onaàt Devarim sono il ricordare a un Bà'al Teshuvà: "Ricorda quanto hai fatto anni fa", o al figlio di un Gher o un Gher stesso: "Ricorda quanto hanno fatto i tuoi padri", oppure fare una domanda a qualcuno che sicuramente non saprà rispondere per rattristirlo (o prenderlo in giro). Tutti questi sono casi di Onaàt Devarìm.

Chi la trasgredisce non riceve pena fisica perché non fa alcuna azione; nel caso in cui la trasgredisca nei confronti di un Gher Tzèdeq, c'è un divieto in più (Mizvàh 63).

Si applica in ogni tempo e luogo sia per gli uomini che per le donne.


"Non fare Onaà quando 337 Importuno nel commercio, com'è detto: vendi... o compri da un membro del tuo popolo…" (Vayqrà 25:14).

L'Onaà (divieto di importuno) può riguardare il denaro oppure le parole (ossai quando si reca dispiacere attraverso le parole, vedi 339). Quella relativa al denaro consiste nel vendere un prodotto a un prezzo molto più elevato del suo effettivo valore.

Chi trasgredisce questa mizvà non riceve malqut, perché è possibile restituire i soldi. Anche se il divieto è stato trasgredito involontariamente (perché non sapeva che fosse vietato aumentare così tanto il prezzo), è tenuto a risarcire la differenza. L'aumento per cui è tenuto a risarcire è di oltre un sesto rispetto ai costi complessivi del prodotto. Fino a un sesto la vendita è valida, perché si è soliti lasciar correre per un aumento del genere. Quando c'è Onaà, il compratore può tornare dal venditore e annullare la compravendita. Il venditore però non può annullarla, se l'acquirente vuole ricevere solo la differenza.

Fino a quando è possibile esigere di aver indietro la differenza pagata in più o annullare l'acquisto? Fino al tempo necessario per rivedere il venditore o un suo parente. Se ha atteso più di tale tempo, persino se ha speso il doppio, non può annullare l'acquisto. Il venditore dovrebbe invece sempre restituire la differenza.

Nel caso però il prezzo sia conosciuto, anche se è stato venduto a prezzo più elevato, non si può annullare la compravendita. I dettagli dell'Onaà sono numerosi, illustrati nella parte di Chòshen HaMishpat nello Shulchàn 'Arùkh.

Questa Mizvà si applica in ogni luogo e tempo sia per gli uomini che per le donne.

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In memoria di Antonella bat Giuseppina z.l.
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