Le 613 mitzvòt - Parashàt Beshallach
Nella Parashà viene data la Mitzwà di osservare lo Shabbat – si parla del primo Shabbat che gli ebrei hanno osservato in base a una mitzwà esplicita di Qadosh Barukh Hù [già prima osservavano, ma non in base a un comando esplicito]. Vediamo quindi alcune mitzwòt legate allo Shabbat, di cui una è riportata in questa parashà e due nella parashà della settimana prossima, "Itrò", nelle 'Assèret haDibberòt ~ dieci comandamenti (31-32, 24):
31 (Mitzwàt 'asè 13) Santificare il giorno dello Shabbat a parole, com'è detto "Zakhòr et Yom HaShabbàt Leqaddeshò" ~" Ricorda il giorno dello Shabbat per santificarlo"
(Shemot 20:8) Santificarlo – si intende con delle parole, sia all'entrata dello Shabbat con il Qiddùsh, che alla sua uscita con la Havdalà. Per disposizione rabbinica, il Qiddùsh e l'Havdalà vanno recitate su un bicchiere di vino, ed è vietato assaggiare nulla prima del Qiddùsh.
I Profeti hanno poi esplicato due Mizwòt ulteriori riguardo allo Shabbat: 1) 'Òneg Shabbat ~ godere lo Shabbat e 2) Kevòd haShabbàt ~ onorare lo Shabbàt, com'è detto nel libro di Yeshayà) "E chiamerai lo Shabbat 'Òneg ~godimento, per santificare HaShèm onorandolo".
Come si applicano? Si onora lo Shabbat lavandosi prima di Shabbàt almeno viso, mani e piedi con acqua calda, meglio lavandosi tutto il corpo, e indossando abiti puliti.
Si gode lo Shabbàt con buoni cibi e bevande. Ogni ebreo e ebrea è tenuto a compiere durante Shabbàt tre pasti, uno la sera, uno di giorno e uno di pomeriggio, comunque non prima di mezzogiorno. Chi avesse perso uno di questi pasti è tenuto a recuperarlo successivamente entro Shabbàt. Chiunque spende molto per lo Shabbat è lodevole. È scritto che a chi gode lo Shabbat Hashèm concede doni senza limiti e accontenta i desideri del suo cuore, oltre al fatto che si salva dalla sottomissione dei regni.
È una mitzwà ulteriore apparecchiare la tavola all'uscita dello Shabbàt al fine di consumare un quarto pasto dopo l'uscita in onore dello Shabbàt, con cui si 'accompagna' via lo spirito dello Shabbàt, e si consumi in esso almeno un KaZàit di pane.
Il Ramban sostiene che abbiamo anche la mitzwà di ricordare lo Shabbàt ogni giorno della settimana. Pertanto è importante ricordare i giorni della settimana utilizzando formule come: "Rishòn beShabbàt"~" primo giorno da Shabbàt" (ossia dom), "Shenì beShabbàt" ~" secondo giorno da Shabbàt" (ossia lun) ecc. E così anche per esempio se si trova qualcosa di buono che si può lasciare per Shabbat, lo si lasci e si dica esplicitamente: "Questo è per Shabbàt".
Queste Mitzwàt si applicano ovunque e in ogni periodo, sia per gli uomini che per le donne.
32 (Mitzwà lo Ta'asè 19) Non compiere Melakhà durante
Shabbàt, com'è detto "Non compiere alcuna Melakhà..."
(Shemot 20:10).
Una Melakhàh è una macro-attività che è vietato compiere di Shabbat. Ci sono 39 Avòt Melakhà, riportate esplicitamente nella Mishnàh (Shabbat 73.) e nel Rambam . Così sono esplicite anche le Toladòt, operazioni che assomigliano a queste attività o per il fine o per il modo con cui vengono compiute. La gravità di compiere una Melakhà di Shabbat è enorme. Chi la compie in modo volontario (Mezìd) è passibile di Karèt se non viene avvisato
prima della trasgressione, mentre se viene avvisato (Hatraà) e visto da due testimoni validi trasgredire la Melakhà subito dopo [e si verificavono tutte le condizioni necessarie] il Sanhedrìn poteva infliggergli la pena di morte di Seqilà [che lo esenta dal Karèt]. Se viene trasgredita involontariamente (Shoghèg) è tenuto a portare un sacrificio della tipologia del chattàt al Bet haMiqdàsh.
La differenza tra Avòt Melakhà e Toladòt non ha implicazioni se non riguardo al sacrificio. Perché una persona che trasgredisce nello stesso lasso di tempo (he'elèm echàd) due operazioni che fanno parte della stessa categoria (un Av Melakhà e una sua Toladà) non è tenuto a portare in sacrificio se non un chattàt. Mentre se trasgredisce
due operazioni distinte tra loro, siano essi due Av o un Av e una Toladà o due Toladòt, è passibili di portare un numero di sacrifici pari al numero di operazioni distinte trasgredite. In determinati casi non bisogna portare un chattàt per ogni melakhà trasgredita: quando non sapesse che quel giorno è Shabbat, oppure non sapesse che è vietato fare melakhòt di Shabbàt o non sapesse del 'concetto' dell'osservanza dello Shabbàt.
È considerato Shoghèg ~ involontario chi non sa che quel giorno è Shabbat, o che quella melakhà specifica è vietata, e anche chi non sa che si è passibili di Karèt per aver compiuto una melakhà. Chi però non sapesse che è tenuto a portare un sacrificio non è considerato Shoghèg.
Ci sono inoltre operazioni vietate per disposizione rabbinica, affinché non si giunga a compiere una Melakhà vietata dalla Torà. I Chakhamìm hanno la possibilità di infliggere pena a chi trasgredisce tali divieti.
Nel caso di pericolo di vita, i divieti dello Shabbat vanno trasgrediti.
Lo Shabbat è tanto importante che ha lo stesso peso di tutte le altre Mizwòt messe insieme, ed è considerato un 'segno' (Ot) di riconoscimente del rapporto tra Hashem Itbaràkh e Israel, ed è enorme la ricompensa per chi lo osserva.
È per questo fondamentale applicarsi nello studio delle Halakhòt dello Shabbat per sapere cos'è permesso e cos'è vietato, e come fare a ottenere uno stesso risultato in modo permesso. Le norme legate allo Shabbat si applicano in ogni luogo e tempo, sia per gli uomini che per le donne.
24 (Mitzwàt lo Ta'asè 13) È vietato uscire fuori dal "limite" durante Shabbat, com'è detto "E non uscirà un uomo dal suo luogo il settimo giorno (Shemot 16:29).
Colui che percorre la distanza di oltre 12 mil [ogni Mil corrisponde a circa 960 metri – quindi 11,52 km] fuori città, contravviene il divieto della Torà. La distanza di 12 mil è pari alla grandezza del Machanè
Israel ~ accampamento di Israel nel deserto, e quindi si impara dal "suo luogo" di cui si parla nella Parashà. Ciò nonostante è vietato già uscire fuori dai confini della città oltre 2000 ammòt (960 metri – 1 Mil) che è la zona circostante la città, e chi lo fa contravviene un divieto rabbinico.
Queste duemila ammòt vanno calcolate 'quadrando' la città, ossia 'disegnando' virtualmente quattro righe intorno ai massimi estremi della città, formando un quadrato. La conta della distanza permessa viene calcolata dai lati del quadrato, sicché 'guadagnamo' gli angoli della città. Dentro la città è permesso percorrere tutta la città, persino se è enorme. Questo divieto si applica in ogni luogo e periodo, sia per gli uomini che per le donne.
Comentários