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La Birkat haMazòn e il successo


dal libro "Perle di Musàr" di rav Immanuel Piazza



Nel libro Sefer haChinnùch si descrive così l'importanza e la forza della Birkat haMazon:


"Ho ricevuto per tradizione dai miei Maestri che chiunque è attento nel recitare la Birkat haMazòn riceverà il sostentamento con onore tutti i giorni della sua vita".

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Si racconta che una volta un ebreo si rivolse al famoso Rabbino Yosef Chayim Zonnenfeld, capo Rabbino di Gerusalemme.

"Rabbino" disse l'uomo in lacrime. "La mia famiglia è affamata, e non ho la possibilità di sfamarli".

Il Rav lo guardò con misericordia e cominciò a pensare cosa consigliargli. Dopo qualche secondo aveva la risposta, quindi gli disse di recitare la Birkat haMazon con concentrazione secondo quanto abbiamo studiato nelle righe precedenti a nome del libro "Sefer haChinnuch".

Il Rav gli promise che chi si sarebbe comportato così avrebbe avuto sempre una grande Parnasà, senza pena e senza preoccupazione.

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Rav Shtern racconta che una volta entrò a casa del grande Rabbino e Rosh Yeshiva della Yeshivà di Ponovizt, rav Shach. Arrivato, attese un quarto d'ora che il rav Shach finisse di recitare la Birkat haMazon. Rav Shtern che era rimasto molto sorpreso del comportamento del Rav Shach, gli chiese come mai il Rav recitasse la Birkat haMazon così lentamente. Rav Shach gli rispose: "Se una persona benedice la Birkat haMazon con concentrazione avrà successo in tutti i campi, in particolare per ciò che riguarda la parnasà e la longevità ". Rav Shach faceva molta attenzione a non recitare la Birkat haMazon a memoria ma la leggeva sempre dal testo. Portava con sè in ogni luogo una Birkat haMazon tascabile.

Alle persone che gli chiedevano cosa fare per avere successo rispondeva: "Impegnati a recitare Birkat haMazon sempre dal testo".

E quando si accorgeva che una persona era stupita dalla risposta, gli usava dire: "Anche io mi impegno costantemente in ciò"67.


67Tratto dal libro "Milà achat Amèn" di A. Shteren


Recitare ogni benedizione con concentrazione

Un'atmosfera particolare avvolgeva il binario della stazione della città di Lodz. Un elevato numero di persone aspettava con entusiasmo la locomotiva. Da lontano si sentiva il suono del treno che si avvicinava ed ecco che dopo qualche secondo la locomotiva arrivò alla fermata. Il pubblico si avvicinò: il Chafez Chayim" è arrivato in città!

Pian piano il Chafez Chayim, che era già molto anziano, scese dal treno grazie all'aiuto dei suoi alunni. La gente si affrettò a cercare una sedia per il Rav, ma non la trovarono. Senza altra scelta presero le valigie e le misero una sull'altra affinché il Rav potesse sedere e riposarsi un po'.

Chiesero al pubblico di allontanarsi e fare spazio. Tuttavia un giovane studioso della Yeshivà riuscì a rimanere sul suo posto e continuò a fissare lo sguardo in direzione del giusto: seguiva ogni movimento del Rav con emozione.

Il Chafez Chayim allora si rivolse a quel giovane e gli disse: "Figlio mio, fa sempre attenzione a recitare le benedizioni con concentrazione. Grazie a ciò ti salverai da ogni disgrazia".

Questo giovane alunno era rabbi Leib Baksht, che diverrà poi il Rosh Yeshivà (Capo della Yeshiva) di Detroit. Questa esperienza usava raccontarla ai suoi alunni dicendo:

"Durante la mia vita ho affrontato molte difficoltà e molti pericoli. Durante la seconda guerra mondiale sono stato in Russia, Cina e Giappone. Sono capitato in molte situazioni pericolose, tuttavia ogni volta mi è stato fatto un miracolo e mi sono salvato. Tutto ciò per merito del consiglio che mi diete il "Chafez Chayim", cioè recitare ogni benedizione con concentrazione"!

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Il Rosh Yeshivà di Manchester, Rabbi Yehuda Zeèv Segal faceva molta attenzione a recitare ogni benedizione da un foglio che portava sempre con sé.

In mezzo alla notte quando doveva recitare la benedizione di "Asher Yatzar" (benedizione che si recita quando si fanno i bisogni corporali) accendeva la luce e leggeva la benedizione dal testo.

Di Shabbat nei casi in cui avevano dimenticato di lasciare la luce accesa, andava al piano di sotto che era illuminato affinché potesse leggere la benedizione dal testo.

Rabbi Yehuda Zeèv Segal continuò a comportarsi così fino alla fine dei suoi giorni, anche quando era ormai molto anziano !68


68Tratto dal libro "Millà Achat, Amèn" di A. Shtern


Recitare le benedizioni a voce alta

Nel libro Hilkhot Shabbat, uno dei tanti libri di rav Yitzchaq da Vienna (1180-1250), autore anche della famosa opera di halachà Or Zarua, è riportato un racconto che ci insegna la grande ricompensa per colui che recita la benedizioni a voce alta:

Bunim, il becchino della comunità ebraica, vide un'immagine di fronte a sè, e fu impaurito. Soltanto ieri aveva sotterrato l'uomo che ora gli si trovava davanti. "É forse lo spirito dell'uomo che ho sotterrato ieri?" si chiese Bunim.

"Io sono l'uomo che hai sotterrato ieri", disse. "Te lo posso anche provare: ti ricordi che nel momento in cui mi hai preparato per la sepoltura, hai strappato per errore la stoffa in cui ero avvolto?".

Bunim se lo ricordava bene e inoltre vedeva proprio in quel momento la stoffa strappata.

Dopo che si calmò chiese al defunto: "Come sei stato giudicato dal Tribunale Divino?"

"Già ho avuto il permesso di entrare nel Gan Eden" rispose il defunto.

"Già sei nel Gan Eden? Per merito di quale azione ti sono state aperte così velocemente le porte del Gan Eden?" chiese Bunim.

"Sappi", rispose il defunto, "che durante la mia vita ho fatto sempre attenzione a recitare ogni benedizione con un tono piacevole e ad alta voce, affinché gli altri potessero rispondere "Amèn!". Per merito di ciò nel Mondo Futuro riceverò un grande onore, e per questo mi hanno già permesso di entrare nel Gan Eden!" 69

69Tratto dal libro "Milà achat Amèn" di A. Shteren

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In memoria di Antonella bat Giuseppina z.l.
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