top of page

La 613 mitzwòt - Qorach



Nella parashà di Qòrach vengono riportate alcune importanti mitzwòt relative al pidyòn riscatto del primogenito, sia esso 'umano' (Pidyòn HaBèn - 393), sia esso animale (394). Similmente ricordiamo che c'è una mitzwà di riscattare un somaro primogenito (22) oppure scannarlo ('arifà - 23).


393 (Mizvàt 'asè 156) Ogni Israèl deve riscattare il suo figlio maschio primogenito nato da madre in modo naturale, com'è detto: "Ma sarà da riscattare il primogenito dell'uomo" (Bemidbar 18:15).

Il Pidyòn HaBèn, riscatto del bambino (scompro), consiste nel dare cinque Sela'ìm, o il loro equivalente, a un Kohèn. Quanto ricevuto non ha qedushà e quindi il Kohèn può farci ciò che desidera. Se il padre del primogenito è un Kohèn, un Levì, oppure la madre è figlia di un Kohèn (senza dettagli che le possano aver fatto perdere questo status, come un rapporto con un non ebreo), oppure figlia di un Levì, il padre è esente dal Pidyòn HaBèn. Il pidyòn si effettua dopo trenta giorni dalla nascita, com'è detto: "E verrà riscattato dall'età di un mese". La madre non ha un obbligo a riscattare il figlio, pertanto se il bambino è orfano di padre, lui stesso si riscatterà quando sarà grande. Questa mitzwà si applica in ogni luogo e in ogni tempo.

394 (Mizvàh Lo Ta'asè 238) Non riscattare un primogenito di un animale puro, com'è detto "Ma un primogenito di un toro... non riscatterai" (Bemidbar 18:17)

Il bekhòr behemà (primogenito di un animale puro) ha delle norme di santità, per cui è vietato utilizzarlo, ma bisogna offrillo al Bet HaMiqdàsh, a meno che non succeda che si trovi ad avere un difetto fisico. È vietato anche vendere il bekhòr behemà se non ha difetti fisici (tam), perché il Kohèn non ha diritto al primogenito se non dopo che le interiora sono state offerte. Oggigiorno fino a quando non riavremo il Bet HaMiqdàsh è permesso vendere il bekhor behemà, e chi lo acquista deve comportarsi in merito secondo tutte le norme relative alla qedushà del bekhòr behemà. Se il bekhòr behemà ha invece un difetto fisico (bà'al mum) allora è permesso comunque venderlo, anche quando è presente il Bet HaMiqdàsh, sia vivo o shaçhtato, a condizione di non venderlo dal macellaio. La carne del bekhòr behemà integro è vietato invece venderla, perché è carne di un qòdesh. Questa mitzwà si applica sia per gli uomini che per le donne.


22 (Mitzwàt 'asèh 10) Riscattare il primogenito di un somaro maschio con un ovino com'è detto: "Ogni primogenito del somaro riscatterai con un ovino" (Shemot 13:13)

L'ovino viene dato a un Kohèn. I Kohanìm e i Leviìm sono esenti da questa mitzwà. Quando nasce è tenuto a riscattarlo senza attendere per compiere la mitzwà. Si recita la berakhà di "ashèr qiddeshanu beMitzwotàw wetziwànu 'al pidyòn pèter chamòr". Prima di riscattarlo, è vietato avere alcun godimento del somaro primogenito. Se è morto primo di essere riscattato, lo seppellisca, e dopo il riscatto è completamente permesso farci qualsiasi cosa. L'ovino dato al suo posto è anch'esso chulìn (senza qedushà) ed è permesso persino raderlo o utilizzarlo per lavorare. Se non ha la possibilità di riscattarlo con un ovino può riscattare il somaro con qualcosa di valore equivalente all'ovino. Il motivo per cui la Torà ha ricordato l' 'ovino' è solo per facilitare, perché solitamente il somaro può valere molto di più, a condizione che il somaro non valga meno di tre zuzìm. Se ha dato il somaro primogenito a un Kohèn, il Kohèn estragga un ovino e può tenersi poi entrambi. La mitzwà del riscatto precede la mitzwà della 'arifà (vedi 23). Nel caso la madre o il nascituro fossero di parziale appartenenza di un non ebreo non sussiste questa mitzwà. I Kohanìm e i Leviìm sono esenti. Se invece si tratta della figlia di un Kohèn o un Levì – se appartiene a lei il somaro è esente dal riscatto, se invece è del marito – è tenuto a compierla.

23 (Mitzwàt 'asè 11) Scannare il primogenito di un somaro maschio se non lo ha riscattato com'è detto: "Se non lo riscatterai, lo scannerai" (Shemot 13:13)

Per l 'arifà (scannamento) si utilizza un coltello particolare chiamato qofitz. È vietato avere alcun godimento del somaro fino a quando non si conclude questo processo. È necessario poi seppellirlo. Nel caso la madre o il nascituro fossero di parziale appartenenza di un non ebreo non sussiste questa mitzwà, che si applica in ogni luogo e tempo, per Israel sia maschio che femmina, mentre i Kohanìm e i Leviim sono esenti.

Tag:

Comments


Dediche
candela.jpg
In memoria di Antonella bat Giuseppina z.l.
Vuoi dedicare un numero della nostra newsletter in occasione di un lieto evento, per ricordare una persona cara o per una preghiera di guarigione? 
Cerca da un Tag
Segui "Arachim Italia" su Facebook
  • Facebook Basic Black

Ti è piaciuto quello che hai letto? Fai una donazione adesso e aiutaci a pubblicare altri

articoli e a svolgere le nostre attività!

ARACHIM ITALIA ONLUS – IBAN: IT 20 N 02008 05119 000029359091

© 2024 by "Arachim Italia Onlus". Proudly created with Wix.com

bottom of page