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L'odio gratuito

Dal libro Perle di Mosar di rav Immanuel Piazza



È scritto nel Talmùd40 che il Primo Santuario di Gerusalemme venne distrutto a causa di tre trasgressioni compiute dal popolo d'Israele: avodà zarà (idolatria), ghilui araiot (rapporti proibiti), shefichùt damìm (omicidio). Questi tre peccati furono la causa della sua distruzione.

Dopo settant'anni venne costruito il Secondo Santuario di Gerusalemme, e anch’esso venne distrutto. Nel Talmùd i Maestri si domandano: per quale ragione venne distrutto anche il Secondo Santuario? In quella generazione vivevano i grandi Tannàim (Maestri della Mishnà); inoltre, in quel periodo il popolo d'Israele non compì quelle tre gravi trasgressioni. Eppure i Romani uccisero così tante persone che il sangue dei deceduti creò addirittura un fiume che confluì nel mar Mediterraneo. Da allora ebbe inizio il nostro esilio. Siamo stati dispersi nel Galùt (esilio) da più di duemila anni, quante disgrazie, quante sofferenze: la cacciata dalla Spagna, i pogrom, la shoà, ecc...

Inoltre il Santuario non è stato ancora ricostruito... Perché? Qual è la causa di questa punizione? Il Talmùd risponde brevemente: "Poichè (in quella generazione) era presente tra di loro la sinàt chinàm (l’odio gratuito)". Impariamo da queste passo del Talmùd che la sinàt chinàm è persino più grave dell'avodà zarà (idolatria), ghilùi araiòt, shefichùt damìm (omicidio).

Inoltre i nostri Maestri ci insegnano: "In ogni generazione in cui non è stato ricostruito il Santuario di Gerusalemme, è come se fosse stato distrutto di nuovo in quella generazione". Rav Eliàhu Lopiàn spiega che in questo passo il Talmud intende che anche se il Santuario fosse stato in piedi nella nostra generazione, le nostre trasgressioni avrebbe di nuovo causato la sua distruzione. Da queste righe dobbiamo imparare quanto è grave di fronte al Signore, la sinàt chinàm (odio gratuito) all'interno del popolo d'Israele41.


40 Trattato di Yomà, pag.9b

41 Tratto dal libro "Netivè Or" di rav Nissim Yaghèn 

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Dediche
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In memoria di Antonella bat Giuseppina z.l.
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