L'anniversario di Moshè Rabbenu
Il 7 di adàr è l'anniversario di Moshè Rabbenu
In occasione, riportiamo articoli su Moshè Rabbènu dal libro Perle di Torà di rav Immanuel Piazza
Moshè Rabbenu, una vera guida
Se veramente vogliamo capire per quale ragione l'Eterno amasse così tanto Moshè, e per quale motivo abbia ricevuto il compito di far uscire il popolo d'Israele dall'Egitto, per prima cosa dobbiamo riflettere in cosa si differenziano Moshè e Noach.
Quando l'umanità peccò durante l'era del diluvio, il Signore si presentò a Noach e gli rivelò che voleva distruggere il mondo intero, lasciando in vita soltanto Noach e la sua famiglia in maniera tale che dopo il diluvio potessero riformare l'umanità. Quando Noach sentì le parole dell'Eterno, non provò a convincere il Signore a non distruggere il mondo. Bensì, mise in atto ciò che il Signore gli aveva comandato e iniziò a costruire l'arca. Entrò nell'arca con la sua famiglia e ne uscì dopo il diluvio.
Soltanto allora, quando vide i resti della distruzione, Noach capì che era accaduta una vera tragedia, e quindi sostenne di fronte al Signore:
" Signore del mondo, dovevi avere misericordia nei confronti dei tuoi figli!". Tuttavia era già tardi: Noach avrebbe dovuto pregare prima che arrivasse la tragedia.
Moshè si comportò esattamente nella maniera opposta a Noach. Quando il Signore gli rivelò (dopo il peccato del vitello d'oro), che voleva distruggere il popolo d'Israele e ricrearlo da zero dalle sue discendenze (di Moshè), come è scritto107: "Ora lasciami agire e la Mia ira si accenderà contro di loro e li distruggerò, invece di te Io farò una grande nazione", Moshè si oppose! E immediatamente disse108 all'Eterno: "Ora, se perdoni la loro colpa, bene, altrimenti, Ti chiedo di cancellarmi dal Tuo libro (della Torà) che Tu hai scritto". In altre parole Moshè dice al Signore: "se non perdoni il peccato del popolo d'Israele, io voglio essere il primo ad essere cancellato da questo mondo".
Moshè non si preoccupa del fatto che il popolo lo abbia fatto tribolare fin dal momento in cui è diventato la loro guida, non si preoccupa di stesso. No! Moshè si comporta come una vera guida, e si preoccupa prima cosa di tutto per il suo popolo, il popolo d'Israele. Questo è l'aspetto di una vera guida, per questo l'Eterno lo ha amato tanto e gli ha dato il compito di far uscire il popolo d'Israele dall'Egitto.
Ognuno di noi deve sempre ricordarsi che, nonostante non siamo la guida del popolo d'Israele, tuttavia quando sentiamo che, mai sia, è successa una tragedia, un incidente o un attentato, dobbiamo far attenzione a non fare un sospiro di sollievo dopo che abbiamo controllato che nessuno dei nostri parenti è stato colpito, poiché, nonostante che i nostri figli e nostri nipoti non erano in quello spiacevole episodio, tuttavia, non dobbiamo dimenticarci che coloro che sono stati colpiti sono i figli dell'Eterno! Come è mai possibile continuare normalmente la nostra routine quotidiana, dopo che abbiamo saputo, mai sia, che è accaduta una tragedia all'interno del nostro popolo?
Non c'è dubbio che se prenderemo insegnamento dal comportamento di Moshè nostro maestro, il nostro approccio agli eventi che avvengono all'interno del nostro popolo, sarà completamente differente.
107 Shemòt 32:10
108 Shemòt 32:32
Moshè e l'amore nel servire l'Eterno
Ecco che troviamo riguardo a Moshè che nel momento in cui il Signore gli decretò che non poteva entrare nella terra d'Israele, supplicò l'Eterno piangendo e pregando 515 Tefillòt, secondo il valore numerico della parola "WaEtchannàn". E certamente si può dire che ogni preghiera era di qualità migliore alla precedente. Inoltre ci insegnano i nostri Maestri che Moshè era pronto persino a entrare nella terra d'Israele come un volatile o come un animale, pur di non morire prima di entrare in Israele.
Apparentemente dobbiamo porgerci una domanda: è risaputo che tutto l'obiettivo dell'ebreo in questo mondo è di meritare la vita eterna nel Gan Eden, dopo la morte. Se è così, dopo che l'Eterno promise a Moshè che avrebbe avuto parte nel Gan Eden, perché Moshè supplicò così tanto il Signore di dargli la possibilità di vivere un altro po'? Cosa è meglio di meritare il Gan Eden?
La risposta è: Moshè non cercava ricompense. Moshè voleva continuare a vivere per poter servire il Signore e compiere le mitzwòt. È come se Moshè avesse detto all'Eterno: "Signore del mondo, io non voglio ricompensa, non voglio Gan Eden, voglio soltanto continuare a servirTi in questo mondo! Sono pronto a soffrire in questo mondo, l'unica cosa concedimi la possibilità di continuare a servirTi ".
Questo è l'unico motivo per cui Moshè voleva continuare a vivere, e non per qualcos'altro!!109
109 Testi tratti dal libro "Netivè Or" del Rav Nissim Yaghèn zz"l
Comments