Il potere del silenzio
Il pubblico ha cominciato a stare in silenzio nel momento della Tefillàh – e un malato grave è cominciato a guarire
L’organizzazione “Bemikdashì Tirau” si occupa di educare il pubblico e di diffondere il concetto di stare attenti al kavod del Bet HaKnesset: in particolare a non parlare durante le Tefillot e durante la lettura della Toràh. Una volta ricevette una lettera incredibile da alcuni membri della comunità ebraica di Montreal. L’organizzazione ha a sua volta mandato questa lettera a “Hidabroot” così che la storia fosse conosciuta da ancora più persone.
La lettera
“Abbiamo sentito un racconto sensazionale e impressionante da una persona che fa parte della chassidut di Cloizenberg, che abita nella città di Union City in America, ed è venuta nella nostra città per un evento di famiglia. La sera di Shabbat questa persona è venuta a pregare la Kabbalat Shabbat nel nostro Bet HaMidrash, perché era vicino al luogo in cui pernottava. Ecco, quando è entrato nel nostro Bet HaMidrash si trova di fronte agli occhi un grande cartello che ci è stato mandato dalla vostra organizzazione in cui è scritto così: “è riportato a nome del Chafetz Chaim zz”l, che è bello il silenzio nel momento della Tefillàh e della lettura della Toràh e può far arrivare tutte le salvezze”.
Il giorno seguente questo ebreo è venuto nel nostro Bet HaMidrash per pregare Minchàh e fare la Seudàh Shelishit. Mentre stava facendo la strada per arrivare ha incontrato una persona che solitamente prega qui e hanno cominciato a parlare del più e del meno. Gli ha espresso il suo stupore per il fatto che ha notato il giorno prima che durante la Kabalat Shabbat si è molto emozionato che in tutto il Bet HaMidrash le persone non parlavano durante la Tefillàh. La Tefillàh si è svolta in un’atmosfera di timore e kavod come è degno di un Bet HaMikdash Meat [il Bet HaKnesset è considerato un Bet HaMikdash in piccolo, quindi in ebraico è detto un ‘piccolo Bet HaMikdash’]. L’impegno di evitare di parlare nel Bet HaKnesset è molto evidente nel luogo, e per questo ora torna lì a pregare un’altra volta. Ma si è ancora più emozionato quando ha visto il grande cartello appeso in cui è detto che “il silenzio quando si prega porta tutte le salvezze”, perché a lui stesso è capitato un racconto personale legato alla questione, ed ha visto faccia a faccia grandi miracoli e salvezze che HaShem gli ha fatto per merito del silenzio nel momento della Tefillàh.
Nel seguito della lettera hanno scritto le persone della comunità di Montreal parola per parola il racconto così come l’hanno sentito dalla bocca di questo ebreo, R’ Alexander Moshèh Ben Lea:
La storia ha inizio circa dieci mesi fa, alla fine del mese di Tevet 5775, ho cominciato a sentire forti dolori nella zona dei reni. All’inizio ho pensato di avere dei calcoli renali da cui provenivano i dolori. Sono andato dal dottore per farmi controllare, e dopo che ha visto i risultati mi ha detto che non ho calcoli renali, ma che vede del sangue lì. Mi ha mandato a fare una serie di controlli, controlli c.t. e diversi esami del sangue, e dopo qualche giorno mi hanno comunicato i dottori il peggio del peggio: hanno scoperto che ho la malattia terribile HaShem ce ne scampi, una massa maligna che è iniziata dalla zona renale e ha già fatto in tempo a diffondersi a tutti gli organi intorno. Le possibilità di uscirne sono basse HaShem abbia misericordia, al punto che non era nemmeno adatto fare un’operazione per togliere la massa. La situazione era la più nera possibile.
“Immediatamente quando sono venuto a conoscenza della malattia che si sviluppa nel mio corpo, ho raccontato della cosa a tutti i miei amici e conoscenti. Non ho provato a nasconderlo, perché pensavo che quante più persone pregassero per me, c’erano ovviamente più possibilità che le tefillot vengano accolte in Cielo, e HaShem Itbarakh mi mandi pronta guarigione.”
“Il primo Shabbat non sono venuto a pregare nel Bet HaMidrash della mia città, per via della grande debolezza, ma nel corso della settimana successiva piano piano mi sono cominciate a tornare un po’ di forze. Ho parlato con diverse persone che mi hanno dato speranza e mi hanno tranquillizzato. Ho provato a rafforzarmi il più possibile di Emunàh completa in HaShem Itbarakh che mi salvi dalla mia malattia, e non ho permesso alla disperazione di avere la meglio su di me in nessun modo. Come è risaputo questa cosa è uno dei fattori centrali nella possibilità di sopravvivere della persona malata di questa terribile malattia ל"ע.”
“Il secondo Shabbat, quando mi sono sentito meglio, sono già andato a pregare nel Bet HaMidrash. Prima della Tefillàh si rivolge a me il Gabbai (R’ Ghershon Aisenbergher הי"ו), e mi ha chiesto se ero d’accordo che usassero il mio nome per organizzare una raccolta nel Bet HaMidrash, una raccolta senza richiesta di soldi. Ho dato il mio consenso di buon cuore. È salito sul palco prima della lettura della Toràh, e ha cominciato a descrivere in pubblico la mia situazione, e ha chiesto a tutto il pubblico di ricevere su di sé di non parlare nel momento della Tefillàh, da “Adon Olam a “Adon Olam”, e per merito di ciò manderà HaShem Itbarakh una pronta guarigione alla mia malattia.”
“E quindi il suo appello ha ottenuto risposta positiva presso il pubblico. Il martedì è salito il Gabbai a casa mia per venirmi a trovare, e mi ha consegnato un foglio con ottanta firme di coloro che pregano nel Bet HaMidrash, che hanno firmato con la loro scrittura che si prendono l’impegno di stare attenti a non parlare di questioni vane per tutto il tempo della Tefillàh dall’inizio alla fine, perfino nel momento della vendita delle Alyot… e la cosa verrà accreditata a mio merito affinché abbia una pronta guarigione.”
“Lo Shabbat seguente regnava il silenzio assoluto nel Bet HaMidrash in tutta la Tefillàh, e così è continuata la cosa e le persone portano avanti il proprio impegno B”H. Nel frattempo ho cominciato a sottopormi alla chemioterapia, e la situazione della mia malattia è cominciata a migliorare in modo stupefacente. All’inizio i valori problematici nel sangue arrivavano a 33.000 (per una persona normale il valore arriva a 3!), dopo 12 settimane quando mi hanno ripetuto il controllo, si sono stupiti i dottori di trovare che i valori erano scesi in modo drastico fino a 3.200! il dottore mi ha chiamato subito, e mi ha detto con una sorpresa bellissima e con emozione che la cosa non è comprensibile dalla sua mente, e secondo la scienza medica non può spiegare in nessun modo e maniera questo fenomeno. Di solito i numeri scendono solo di qualche migliaia in un periodo così breve, e qui sono scesi quasi di 30.000!!! Allo stesso modo hanno trovato che la massa è cominciata a diminuire in modo evidente, più delle aspettative, e la cosa dà molta speranza che io possa guarire dalla malattia attraverso il resto della terapia Be”H.”
“Ho continuato a subire i trattamenti, e dopo 12 settimane mi hanno fatto delle ulteriori analisi. Di nuovo, il dottore mi ha chiamato stupito e mi ha annunciato che i valori arrivano già sotto ai 300! Non hanno mai visto cose del genere, e tutti coloro che lavorano nel reparto all’ospedale possono raccontare del mio caso e del grande miracolo che hanno visto con me.”
“Sono sicuro senza ombra di dubbio che il merito di stare in silenzio nel momento della Tefillàh è ciò che mi ha salvato fino ad ora, ed è in mio favore al presente e al futuro Be”H, e solo grazie a ciò i valori scendono e la mia situazione migliora di giorno in giorno B”H. Prima dell’ultimo Rosh HaShanàh ho scritto una lettera commovente a tutti i miei amici del Bet HaMidrash, in cui li ho ringraziati dal profondo del cuore per gli sforzi e l’impegno che hanno fatto per me, e gli ho chiesto che continuino a stare attenti e a impegnarsi riguardo a questa cosa importante ed elevata, e per merito di ciò senta HaShem Itbarakh le mie Tefillot di mandarmi una pronta guarigione dal Cielo, e che esca dalla cosa completamente Be”H.”
“E quando sono arrivato nel Bet HaMidrash mi sono molto emozionato quando ho visto il cartello che dice che il silenzio nel momento della Tefillàh porta tutte le salvezze, e ho acconsentito a rendere pubblico il mio racconto, affinché tutti vedano che è una cosa sensata, così come ho visto io sulla mia pelle, faccia a faccia, che questa segullàh - salvezza si è avverata nel pieno della parola.”
Riadattamento del link: http://www.hidabroot.org/he/article/171847
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