Il nostro cuore
- arachimitalia
- 1 giorno fa
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da Perle di Torà di rav Immanuel Piazza

È scritto nella nostra parashà (Bamidbàr cap.32, v.7): "Perchè volete impedire ai loro cuori..."
Il cuore è il membro più importante del nostro corpo. Ogni giorno nella tefillà di Shachrìt chiediamo al Signore: "Fa’ tendere il nostro cuore ad amare e temere il Tuo Nome". Infatti, se il nostro cuore è limpido, se i nostri pensieri e le nostre volontà sono pure, allora potremo servire come si deve il Signore, con tutti i nostri membri del corpo. C'era una volta una persona molto benestante che doveva mettersi in viaggio. Prima di partire, chiamò uno dei suoi servitori fedeli e gli chiese: "Adesso mi metto in viaggio, ti chiedo di proteggere la casa e tutti i miei beni. In particolare è molto importante che sorvegli la mia stanza, a me molto cara e preziosa. Ti chiedo di non smettere mai di sorvegliarla". "Ti prometto che sorveglierò la casa e in particolare la tua stanza", rispose il servitore. Dopo che il padrone di casa partì, il servitore pensò: "Sono proprio curioso di sapere cosa c'è di così prezioso nella stanza che devo sorvegliare. Voglio scoprirlo". Perciò entrò nella stanza. Vide delle scatole chiuse, le aprì con cautela e scoprì al suo interno dei gioielli preziosi: oggetti d'oro, diamanti, perle. Gioielli così preziosi non li aveva mai visti durante tutta la sua vita. Tuttavia c'era qualcosa di molto strano: tutti i gioielli preziosi erano sporchi di fango, i bicchieri d'oro non erano mai stati lucidati, era tutto ricoperto di sabbia e sporcizia fino al punto che era quasi difficile capire che si trattasse di un tesoro. "È molto strano il mio padrone!", pensò il servitore. "A me comanda di sorvegliare a quattro occhi la stanza con i tesori, e lui stesso tiene i suoi gioielli così sporchi", disse ancora..
Provate a immaginare quanto si sarebbe vergognato il padrone se avesse visto il suo servitore nel momento in cui lo derideva. Il "Chafez Chayìm" spiega che anche il nostro cuore è una stanza di tesori. Nel momento in cui una persona muore e si presenta di fronte al Signore, gli viene controllato come ha utilizzato i suoi membri del corpo durante la vita, in particolare il cuore. Quale vergogna proverà se verrà trovato nel suo cuore fango e sporcizia: pensieri brutti, volontà non buone, desideri indegni. Dobbiamo impegnarci a non sporcare il nostro cuore, dobbiamo preoccuparci di mantenere al suo interno soltanto "tesori" di timore e amore nei confronti del Signore. E questo è proprio quello che chiediamo nella tefillà di ogni giorno: "Fa’ tendere il nostro cuore a amare e temere il Tuo nome", ossia, che il nostro cuore sia soltanto pieno di amore e timore nei Tuoi confronti! 58.
58 Tratto dal libro "Leitannèg beTaannughìm" edizione Malkhùt Waksbergher
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