Il Muro Occidentale Kotel ha-Maaravì
di rav David Piazza
Le prime sette pietre del Muro Occidentale:
Fin dall'inizio della Creazione è iniziata la costruzione del Muro Occidentale.
Infatti la prima pietra è stata messa da Adamo.
La seconda pietra è stata messa dal primo dei Patriarchi, Avraham, che benedisse il Muro Occidentale, richiedendo al Signore che la Sua presenza non abbandonasse mai questo luogo.
La terza pietra è stata messa da Iztchak, che benedisse il Muro Occidentale richiedendo al Signore di ricordare per sempre la sua legatura in questo luogo, come merito per il popolo d'Israele.
La quarta pietra è stata messa da Yaakòv, che benedisse il Muro Occidentale richiedendo al Signore che da questo luogo venissero ricevute le preghiere del popolo d'Israele.
La quinta pietra è stata messa da Yosef, che recitò la seguente preghiera: "Signore del mondo, come io ho sconfitto le mie emozioni e non ho avuto rancore nei confronti dei miei fratelli che mi hanno venduto come schiavo, così anche Tu non avere rabbia nei confronti del tuo popolo Israele, e non mettere fine alla tua misericordia. Dai ascolto alla loro voce e perdonali".
La sesta pietra è stata messa dal Re David che aggiunse la seguente benedizione: "C'è un piccolo libro chiamato Salmi di David. Chiunque è preoccupato o triste verrà al Muro Occidentale, leggerà uno o due capitoli dei Salmi, e le sue lacrime arriveranno fino al cielo e verrano risolti i suoi problemi".
La settima pietra è stata messa dal Re Shlomò affinché il suo regno ricevesse influenza sopratutto dall'atmosfera e dalla santità del Muro Occidentale. E poi costruì tutto il Santuario di Gerusalemme 96.
Per quale motivo il Muro Occidentale non è mai stato distrutto:
Il Muro Occidentale è uno dei quattro muri che circondavano il territorio in cui si trovava il Santuario di Gerusalemme. Ed è chiamato proprio così dal momento che era posizionato a occidente del Santuario. Il Talmud ci racconta che il popolo d'Israele commise un grave peccato, l'odio gratuito, ossia gli ebrei si odiavano l'un l'altro. Per questo motivo il Signore decise di punirli distruggendo il Santuario di Gerusalemme per mano dell'impero romano che era comandato dal malvagio Tito. Nel momento in cui il Santuario venne bruciato, gli uccelli, vedendo che la Dimora del Signore era in fiamme, si radunarono e portarono con i loro becchi l'acqua e la terra per spengere il fuoco, tuttavia però con i loro piccoli becchi portarono una piccola quantità con la quale riuscirono a salvare soltanto il Muro Occidentale. Dobbiamo domandarci per quale motivo il Signore decise di lasciare intatto proprio il Muro Occidentale.
Ho trovato nei libri due risposte al riguardo:
a) Nel momento in cui si dovevano costruire le quattro mura che circondavano il Santuario, tirarono a sorte chi avrebbe avuto il merito di costruirle. Il muro orientale fu costruito con le donazioni dei Ministri importanti, mentre i muri settentrionale e meridionale vennero donati dai ricchi del popolo. Il Muro Occidentale fu donato dai poveri. I Ministri importanti e i ricchi comprarono legni di cedro e pietre pregiate, ingaggiarono operai e artisti e costruirono un'imponente muraglia di lusso. I poveri invece, non avendo possibilità economica, si misero a lavorare con le proprie mani, tagliarono le pietre, le trascinarono fino al territorio del Santuario, e costruirono pian piano con le loro forze e fatiche il Muro Occidentale. Nel giorno in cui i romani arrivarono a Gerusalemme per distruggere il Santuario gli Angeli del Signore coprirono con le loro ali il Muro Occidentale, per nasconderlo e proteggerlo dalla mano dei nemici. Proprio questo muro, costruito con così tanta fatica dai poveri del popolo d'Israele, ha avuto il merito di rimanere in piedi per migliaia di anni, fino ai giorni d'oggi.
In quel momento dichiarò il Signore: la mia Presenza non abbandonerà il Muro dei poveri...
Dopo che l'esercito romano distrusse i muri posizionati a Oriente, a Nord e a Sud, si diresse al Muro Occidentale. Provò a demolirlo ma tutto l'esercito trovò morte. Il comandante provò lui stesso a distruggerlo, ma rimase paralizzato. Arrivò il malvagio Tito, ma a quel punto sentì una Voce Celeste che gli disse: "Malvagio figlio di un malvagio, tutte le mura sono in tuo possesso ma non questa...". Non diede ascolto alla Voce Celeste e si diresse al Muro Occidentale, provò a colpirlo con un martello, ma subito il suo braccio si paralizzò. Allora arrivarono sei Angeli, si sedettero sul Muro e cominciarono a piangere, le loro lacrime caddero sul Muro, e si mescolarono tra le pietre, che si indurirono e si fortificarono e non crollarono mai97.
b) Anche se le prime sette pietre del Muro Occidentale vennero poste da Adam, Avraham, Itzchak, Yakov, Yosef, Re David, ed infine il Re Shlomò, che concluse tutta la costruzione del Santuario, tuttavia le fondamenta del Muro Occidentale vennero costruite dal Re David. E nel Talmud98 hanno insegnato i nostri Maestri che ogni cosa costruita dal Re David non verrà mai distrutta dai nostri nemici. Per questo motivo anche il Muro Occidentale non è stato mai distrutto99.
La struttura del Muro ai giorni d'oggi:
Le prime undici file di pietre (dal basso verso l'alto) appartengono proprio al periodo del primo e secondo Santuario di Gerusalemme. I quattro strati successivi sono state aggiunti da Bar Cokhbà che si ribbellò ai romani, conquistò Gerusalemme e regnò due anni e mezzo. Gli altri strati sono stati aggiunti successivamente. Lo strato superiore formato da pietre più piccole è stato costruito più di cento anni fa da Moshè Montefiori, per proteggere coloro che venivano a recitare la preghiera al Muro Occidentale dalle pietre e il fango che venivano lanciati dall'altra parte del Muro. La tradizione ci insegna che gli strati di pietre che si trovano sotto al pavimento sono proprio le fondamenta che costruì il Re David. Oggi la lunghezza del Muro è di 60 metri e l'altezza di 18 metri. Sotto terra ci sono ancora altri 60 metri che sono stati coperti appositamente nel corso degli anni dai nostri nemici affinché non venissero riscoperti da noi. In realtà sotto terra c'è uno strato di 400 metri che non è ancora stato svelato100.
La presenza eterna del Signore nel Muro Occidentale:
Hanno insegnato i nostri Maestri: "Anche se il Santuario di Gerusalemme è stato distrutto, ad ogni modo la Presenza del Signore non ha mai abbandonato il Muro Occidentale101. E inoltre abbiamo studiato: "Il Signore ha decretato che il Muro Occidentale non verrà mai distrutto. 102 "Il Signore ha giurato che il Muro Occidentale non verrà mai demolito"103. Anche se il "Santuario" è stato distrutto dai romani, per mano del malvagio Tito, e quando arriverà il Messia (Mashiach) della stirpe del Re David, il "Santuario" verrà ricostruito dal Signore stesso, ad ogni modo la Presenza del Signore si trova ancora presso il Muro Occidentale. Per questo motivo quando ci si trova in questo luogo così santo bisogna recitare la Tefillà con ulteriore concentrazione e inoltre bisogna comportarsi secondo alcune regole che verrano spiegate in modo riassuntivo nei paragrafi successivi.
Comportarsi con rispetto:
1 Per questo motivo quando ci si trova presso il Muro Occidentale ricade l'obbligo su ognuno di noi di comportarsi con rispetto del luogo e con timore del Signore, che ci ha comandato di rispettare questo luogo Santo, dal momento che la Presenza del Signore non ha mai abbandonato questo luogo. Inoltre si tratta di un luogo di preghiera, dove vengono a recitare la tefillà migliaia e migliaia di persone, ed è chiaro quindi che la sua santità non sarà inferiore a quella della Sinagoga104.
Indossare la Kippà:
2 È proibito andare presso il Muro Occidentale senza la kippà105.
Abito adatto alla santità del luogo:
3 È chiaro quindi che le donne che vengono al Muro Occidentale non possano entrare scoperte in questo luogo santo. È bene ricordare che anche gli uomini non indossino abiti non adatti, come il costume, o il bermuda e simili, dal momento che come colui che si presenta di fronte ad un re in carne ed ossa indossa abiti onorevoli, a maggior ragione colui che si reca al Muro Occidentale, luogo in cui risiede il Re dei Re, il Creatore, debba presentarsi vestito in modo adatto.
Fotografarsi, venire in gita, parlare discorsi futili...:
4 È proibito andare al Muro Occidentale soltanto con lo scopo di fotografarsi o di fare una gita, tuttavia se ci si reca al Muro Occidentale per pregare o simili, è permesso anche fotografarsi. È chiaro che come nel Beth haKheneset è proibito parlare discorsi futili così anche è proibito al Muro Occidentale, luogo santificato per la preghiera e lo studio106.
Mangiare, bere e fumare:
5 Vicino al Muro Occidentale è proibito mangiare, bere e fumare107. Tuttavia è permesso bere acqua108.
Riguardo a coloro che non hanno rispetto del Muro Occidentale e parlano discorsi futili, fumano, mangiano o bevono è scritto: "(Ha detto il Signore): Chi vi ha chiesto di venire a calpestare i miei cortili?".
Chi fa la cerimonia della milà o il bar mitzvà al Muro Occidentale è bene che non offra da mangiare vicino al Muro Occidentale, bensì soltanto nel cortile che precede il Muro Occidentale109.
Entrare armati:
6 Chi porta con sé la pistola o qualsiasi altra arma è bene e giusto, per rispetto di questo luogo santo, che la copra prima di entrare al Muro Occidentale. Tuttavia, se si tratta di un'arma molto grande, come per esempio un fucile, che non è possibile coprire, se per motivi di sicurezza è obbligato a portarla con sé, la può portare scoperta110.
Baciarsi:
7 Quando ci si trova al Muro Occidentale non si baciano i propri figli. Non c'è differenza tra piccoli e grandi. Il motivo di ciò è per mostrare che il sentimento di amore più grande è nei confronti di Hashem. Così anche non è permesso baciare né il padre, né il proprio Rav, e nessun altro. Tuttavia è permesso baciare come segno di rispetto la mano del padre e del proprio Rav, poichè dal momento che è la Torà stessa111 che ci ha comandato di onorarli, facendo ciò onora Hashem.
Sedersi con rispetto:
8 Quando ci si trova al Muro Occidentale bisogna sedersi con con rispetto e timore. È chiaro quindi che è proibito sedersi mettendo una gamba sull'altra dal momento che è un comportamento di superbia112.
Le pietre del Muro Occidentale:
9 È permesso inserire le mani tra le pietre del Muro Occidentale113. Così anche è permesso inserire un biglietto tra le pietre. Si racconta riguardo al famoso Rabbino Rabbenu Chaim ben Attar zz"l, autore del commento alla Torà "Or haChaiim", che diede ad un suo alunno un biglietto da mettere tra le pietre del Muro Occidentale, e da quel momento in poi cominciò ad avere successo nel suo business.
10 Tuttavia è proibito rompere perfino una briciola delle pietre del Muro Occidentale. Così anche è proibito prendere il terriccio che si trova tra le pietre. E ciò dal momento che è scritto nella Torà "e demolirete i loro altari (dell'idolatria)...ma all'Eterno vostro Signore non farete in questo modo"114. Da qui imparano i Poskìm che è proibito rompere qualsiasi cosa del Beth haKeneset ed a maggior ragione è proibito rompere le pietre del Muro Occidentale115.
11 È anche proibito accendere un lumino tra le pietre del Muro Occidentale, dal momento che facendo ciò si anneriscono le pietre116.
12 È permesso invece tagliare con prudenza l'erba che cresce tra le pietre per utilizzarla come "segullà", dal momento che tale erba non ha nessuna santità117.
Il territorio in cui si trovava il Santuario di Gerusalemme:
13 Nonostante il Santuario di Gerusalemme sia stato distrutto per mano dei nostri nemici, il territorio in cui si trovava il Santuario rimane santo per l'eternità. Detto ciò anche oggi è proibito entrare in un tutto il territorio in cui si trovava il Santuario, ed anche nei dintorni, come ad esempio nel territorio dove si trova la moschea di Al-Aqsa. Questa proibizione vige anche per coloro che si sono immersi nel Mikvé118 .
14 È anche proibito volare con l'aereo o l'elicottero (o simili) sopra tutto quel territorio, dal momento che la santità sale anche verso l'alto119.
Colui che vede il Beth ha-Mikdash (Santuario di Gerusalemme) in rovina
Introduzione: Nel Talmud120 è scritto: "Ha detto Rabbì Chelbo a nome di Ula Biraà, che a sua a volta ha insegnato a nome di Rabbì Eleazar: “Colui che vede il Beth haMikdash in rovina recita il verso121: "Il nostro Santuario che era il nostro splendore, e nel quale Ti hanno elogiato i nostri padri è andato in fiamme, il nostro amato Beth haMikdash è andato in rovina" e poi effettua la "kerià" (strappo delle vesti).
15 Studiamo da qui che colui che vede:
- il "Kotel haMaaravì" (il Muro Occidentale), ossia la muraglia che in passato circondava il Santuario;
- o vede l'area in cui si trova oggi la moschea di Al-Aqsa, zona in cui si trovava il Beth ha-Mikdash, deve compiere la "kerià" (strappo delle vesti)122.
Così anche nello Shulchan Aruch è fissata l'halachà che colui che vede il Bet haMikdash in rovina recita il verso riportato in alto e si strappa le vesti.
Anche ai giorni d'oggi colui che vede il Beth haMikdash in rovina effettua la "kerià" (strappo delle vesti)123.
Quindi colui che visita il "Kotel haMaaravì" o che vede la moschea di Al-Aqsa (anche se vede soltanto la cupola) deve recitare il verso: "Il nostro Santuario che era il nostro splendore nel quale Ti hanno elogiato i nostri padri è andato in fiamme, il nostro amato Beth haMikdash è andato in rovina" e poi effettua la "kerià".
Infatti ai giorni d'oggi anche se Gerusalemme è in nostro possesso tuttavia dal momento che il Beth haMikdash non è stato ancora costruito, l'area in cui si trovava è sotto il controllo dei musulmani e inoltre anche dal punto di vista halachico è proibito andarci, è considerato ancora distrutto.
Trenta giorni dall'ultima visita:
16 La "kerià" si effettua ogni volta che sono passati trenta giorni dall'ultima volta che si ha visitato il Kotel haMaaravì o si è vista la moschea di Al-Aqsa (anche se vede soltanto la cupola) 124.
Shabbat e Yom Tov:
17 E chiaro che di Shabbat e Yom Tov è proibito effettuare la "kerià"125.
L'ordine della "kerià":
In queste126 righe spiegheremo in che modo si effettua la "kerià":
a) Nel momento in cui vede il "Kotel haMaàravì" o la cupola della moschea di Al-Aqsa si recita il seguente verso, in modo tale da evidenziare che si effettua la "kerià" in segno di lutto e di dolore per il Beth ha-Mikdash in rovina: "Il nostro Santuario che era il nostro splendore, e nel quale Ti hanno elogiato i nostri padri è andato in fiamme, il nostro amato Beth haMikdash è andato in rovina" (Profeta Isaia 65:10).
b) Ci si inchina in direzione del "Kotel haMaàravì" o della zona in cui si trovava in passato il Beth haMikdash, e con amarezza ci si strappa le vesti (kerià) in segno di lutto, e si piange e ci si dispera per la distruzione del Beth haMikdash, come una persona che si trova di fronte al cadavere di un suo caro, defunto (mai sia).
La "kerià" si effettua in piedi127, strappando il vestito nella parte sinistra128 con le mani, fino a che il petto (in direzione del cuore) sarà scoperto. Ad esempio se s'indossa il maglione e la camicia, si strappano tutti e due.
Tuttavia129 secondo alcune opinioni non c'è bisogno di strappare tutti e due i vestiti, bensì basta strappare quello superiore, ad esempio il maglione. Inoltre secondo questa opinione non c'è bisogno nemmeno di strappare il vestito proprio con le mani, bensì si può utilizzare il coltello (e simili) 130. La grandezza del taglio deve essere della misura di un Tefach (8cm).
Prima di strappare il vestito si recita una benedizione senza pronunciare il nome divino, nella formula: "Baruch daiian ha-emet, ki kol mishpatav zedek ve-emet. HaTzur tamim paolò, ki kol derachav mishpat, El emunà ve-en avel, zadìk veiashar Hu. Ve-Attà zadìk al kol ba alenu ki emet asita va-anachnu irshanu".
La traduzione in italiano è: "Benedetto Tu sia, giudice veritiero, tutti i Suoi statuti sono giustizia e verità. Egli è forte come una roccia nel punire eppure il Suo comportamento è ineccepibile, perché tutte le Sue strade sono di giustizia, è un Dio veritiero, non vi è iniquità, Egli è giusto ed è retto. E Tu hai ragione nel punirci, e lo fai con giustizia e verità, poichè noi ci siamo comportati con malvagità".
c)Dopo di ciò si recita il Salmo 79: "Mizmor le-Asaf...", che tratta della distruzione del Santuario, e della sua futura costruzione.
d) Subito dopo è possibile cambiare il vestito strappato131.
e) È proibito ricucire lo strappo132.
כֹּה אָמַר ה' צְבָאֹות צֹום הָרְביעִי וְצֹום הַחֲמִישִי וְצֹום הַשְבִיעִי וְצֹום הַעֲשִירִי יִהְיֶה לְֵבית יְהּודָה לְשָשֹוןּ
ולְשִמְחָהּ ולמֹועֲדִים טֹובִים וְהָאֱמֶת וְהַשָלֹום אֱהָבּו ) זכריה ח' :י"ט(
96 Kevòd Beth haKeneset di rav Aharon Zakkai, pag.192.
97 Kevòd Beth haKeneset di rav Aharon Zakkai, pag.192.
98 Tb Sota, pag.9a.
99 Chazon Ovadia, volume "Arba Taaniot", pag. 443, nella nota.
100 Kevòd Beth haKeneset di rav Aharon Zakkai, pag.194.
101 Shemot Rabbà, Parashà "beth", siman "beth".
102 Echà Rabbatì, beth, siman "lamed-beth".
103 Midrash Shir haShirim Rabbà, beth, sidra taninà siman "kaf-beth".
104 Chazon Ovadia, volume "Arba Taaniot", pag. 444; Responso alachico Or Letzion, volume secondo, 45:57.
105 Chazon Ovadia, volume "Arba Taaniot", pag. 444.
106 Chazon Ovadia, volume "Arba Taaniot", pag. 445.
107 Chazon Ovadia, volume "Arba Taaniot", pag. 445.
108 Dal momento che anche nel Beth ha-chneset è permesso bere l'acqua.
109 Chazon Ovadia, volume "Arba Taaniot", pag. 445.
110 Chazon Ovadia, volume "Arba Taaniot", pag. 447.
111 Chazon Ovadia, volume "Arba Taaniot", pag. 447.
112 Chazon Ovadia, volume "Arba Taaniot", pag. 447.
113 Chazon Ovadia, volume "Arba Taaniot", pag. 448; Responso alachico Or letzion, volume secondo, 45:58.
114 Devarim, 12:4.
115 Chazon Ovadia, volume "Arba Taaniot", pag. 449; Responso alachico Or letzion, volume secondo, 45:58.
116 Kaf ha-chaiim Sofer, Orach Chaiim, alla fine del siman 151.
117 Chazon Ovadia, volume "Arba Taaniot", pag. 453.
118 Rambam, Beth ha-bechirà, cap.6, h.14; Chazon Ovadia, volume "Arba Taaniot", pag. 454.
119 Chazon Ovadia, volume "Arba Taaniot", pag. 457.
120 Tb Trattato di Moed Katan pag. 26b.
121 Profeta Isaia 65:10.
122 Shulchan Aruch, Orach Chaiim, 561:2.
123 Chazon Ovadia, volume "Arba Taaniot", pag. 438 ; Piskè Teshuvot pag.143; Igrot Moshè volume 4; e molti altri Poskim.
124 Chazon Ovadia, volume "Arba Taaniot", pag. 438.
125 Poskim.
126 Bait chadash, Orach Chaiim, 561:4; Mishnà Berurà, lì, lettera 6.
127 Tur e Shulchan Aruch, Orach Chaiim, 561:4, a nome del Rambam.
128 Maghen Avraham.
129 Rabbì Akivà Igher zz"l fa notare che c'è una contraddizione nello Shulchan Aruch: nel seif 1 scrive che la grandezza del taglio è soltanto un tefach (8cm). Mentre nel seif 4 scrive che bisogna tagliare tutte le maglie che indossa. Per questo motivo il nostro Maestro Rabbenu Ovadia Yosef zz"l scrive che colui che facilità e strappa soltanto la maglia superiore, facendo il taglio di un tefach (8cm) ha su chi appoggiarsi. Vedi anche nel libro Piske Tshuvot (volume 6°, pag. 144).
130 Eretz Israel, del Rav ha-gaon Y.M. Tokozinski zz"l, siman "caf- beth", seif "daleth".
131 Piskè Tshuvòt pag.145.
132 Shulchan Aruch, Orach Chaiim 561:4
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