Hilkhòt Shabbàt - Le melakhòt: 14 Cardare e 15 Tingere
- arachimitalia
- 10 lug
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Dal libro Kitzùr Hilkhòt Shabbàt di Yaaqòv Yechezqèl Pozen n.43

14 La melakhà di cardare
Dopo la lavatura della lana la si pettina per renderla idonea alla filatura. Chi pettini lana o lino o simili di Shabbàt è passibile di pena.
15 La melakhà di tingere
DEFINIZIONE DELLA MELAKHÀ
Si usa tingere la lana prima della filatura, e per questo motivo nell’ordine delle melakhòt viene prima la melakhà di tingere e poi quella di filare. Il divieto di tingere non riguarda solamente la lana, il lino o simili, ma anche la tintura di oggetti o di mura. È vietato pure colorare disegni sulla carta. Tutto questo anche se si rafforza il colore già presente.
COLORAZIONE DI CIBI
Questa melakhà in genere non riguarda i cibi, per cui, ad esempio, è permesso versare vino rosso nel vino bianco. Tuttavia, alcuni rabbini vietano di colorare i cibi. Secondo questa opinione, è preferibile preparare la charòset prima dell’entrata del Yom Tov di Pesach, perché il vino rosso la colora.
QUANDO COLORARE SIGNIFICA SPORCARE
Secondo alcune opinioni, se una persona ha le mani sporche di succo di frutta o sanguinanti, non tocchi carta o stoffa, per non colorarla, ma si sciacqui prima le mani. Altri permettono, perché questo non significa “colorare”, ma “sporcare”. Quindi è bene evitare se possibile. Perlomeno bisognerebbe cercare, per pulirsi le mani dal succo di frutta o dal sangue, delle stoffe di altro colore, sicché certo quando si sporcano le stoffe con un altro colore, possiamo dire che questa non è una coloratura.
COLORE SUL CORPO UMANO
La melakhà di colorare riguarda anche il corpo umano, per cui una donna non si può colorare la faccia, le mani o le unghie.
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