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Hilkhòt Shabbàt - Le 39 melakhòt (seguito)

Dal libro Kitzùr Hilkhòt Shabbàt di Yaaqòv Yechezqèl Pozen



n.14


INTRODUZIONE ALLE 39 OPERE CREATIVE (MELAKHOT) PROIBITE DI SHABBᾺT   Seguito


N. SHEVÙT ~ DIVIETI RABBINICI

Molte azioni sono permesse di Shabbàt secondo la Torà, perché non assomigliano alle opere che venivano eseguite nel Mishkàn, o perché non vengono eseguite in un modo che permetta di considerarle "opera creativa". Tuttavia, spesso sono vietate per decreto rabbinico. Così come per altre mitzwòt della Torà i Maestri hanno ritenuto necessario aggiungere dei divieti che fungano da siepe che allontani il pericolo di trasgredire quanto è vietato dalla Torà stessa, anche per Shabbàt hanno spesso ritenuto opportuno aggiungere dei divieti. Specificatamente, i divieti rabbinici inerenti allo Shabbàt si chiamano "shevùt".

Nella maggior parte dei casi, quando i Maestri intendono dire che una determinata azione è vietata solo per loro disposizione, si esprimono così: "Chi fa questo è esente". Il senso è: "È esente da pena, perché questo è permesso secondo la Torà, ma è però vietato dai Maestri".

Anche se per noi anche un divieto rabbinico è grave trasgredirlo, tuttavia è importante sapere quando si tratta di un divieto della Torà e quando invece si tratta solamente di un divieto rabbinico. Questo, perché in caso di pericolo di vita, anche se è permesso compiere un'opera vietata dalla Torà, si preferisce però eseguirla in modo che il divieto sia solamente rabbinico, ad esempio eseguirla in forma inconsueta.

Inoltre, agli effetti della possibilità di chiedere a un non ebreo di compiere per noi una melakhà, a volte c'è differenza se si tratta di un'opera vietata dalla Torà o solamente per disposizione rabbinica.


O. LA PENA E L'ESPIAZIONE

Per chi esegue involontariamente delle avòt melakhòt (prototipi di melakhá) e toladòt (derivate), la colpa si espia, quando c'è il Bet haMiqdàsh, attraverso l'offerta di un sacrificio espiatorio, chiamato chattàt. Se invece la profanazione è stata eseguita intenzionalmente, la pena è la lapidazione (a condizione che ci siano testimoni e si sia stati poco prima avvertiti di non compierla), e recisione dell'anima. I Maestri nei loro libri scrivono qual è il modo di espiare la colpa della profanazione dello Shabbàt, anche di divieti rabbinici, in questi tempi che non abbiamo il Bet haMiqdàsh.

Tutto questo, quando non c'è pericolo di vita; in tal caso, non solo non c'è alcun divieto nella profanazione dello Shabbàt, ma anzi è mitwà eseguire la melakhà necessaria, anche quando non è sicuro che giovi alla persona che è in pericolo. 


P. USUFRUIRE O MENO DI UNA MELAKHÀ CHE È STATA ESEGUITA DI SHABBÀT

In alcuni casi, è permesso usufruire di una melakhà che è stata compiuta di Shabbàt. In altri casi, perlomeno durante lo Shabbàt è vietato usufruirne; ci sono poi casi in cui è permesso usufruirne solamente dopo che sia passato dall'uscita di Shabbàt il lasso di tempo che sarebbe stato necessario per quel lavoro se l'avessero iniziato all'uscita di Shabbàt. Infine, in alcuni casi è vietato per sempre usufruire di quel lavoro. A volte il divieto di usufruire di un lavoro fatto di Shabbàt riguarda solo la persona per la quale il lavoro è stato eseguito, altre volte riguarda tutti. Dipende se l'opera eseguita è vietata dalla Torà o solamente dai Maestri, se è stata eseguita per sbaglio o intenzionalmente, da un non ebreo o da un ebreo; se è stata eseguita per un malato o per una persona sana.

Siccome l'argomento è complesso, chi non è sicuro deve domandare a un rabbino esperto in ogni caso specifico. 

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In memoria di Antonella bat Giuseppina z.l.
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