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Hilkhòt Shabbàt - Havdalà


Dal libro Kitzùr Hilkhòt Shabbàt di Yaaqòv Yechezqèl Pozen



N.11

LE REGOLE DELLA HAVDALÁ E DI MOTZAÉ SHABBÁT

 

A.  HAVDALÁ 

All'uscita di Shabbàt, una volta fattosi buio, c'è la mitzwà di pronunciare una formula che esprime la differenza tra lo Shabbàt e i giorni feriali.

 I Maestri hanno stabilito, come per il Qiddùsh, che questa formula venga pronunciata nell'ambito di una cerimonia per la quale si prende un bicchiere. Riguardo alle regole del bicchiere e del vino da bere, le regole sono le stesse del Qiddùsh. 

Di regola la cosa migliore è usare il vino, ma si esce obbligo anche con una bevanda considerata abbastanza importante, come la birra. A differenza del Qiddùsh di venerdì sera, però, non si può fare la havdalà con il pane.

Perfino nei primi nove giorni del mese di Av, nei quali è vietato bere vino, per la havdalà comunque si prende il vino, ma lo si dà da bere a un bambino; se non c'è un bambino, lo beve l'adulto, e può bere perfino un reviìt, affinché possa poi recitare la berakhà che recita chi abbia bevuto perlomeno questa quantità.

Anche le donne hanno l'obbligo della havdalà, ma si usa che la ascoltino da uomini che la recitano, a meno che non ci siano uomini, in qual caso la recita direttamente la donna.

Si usa odorare spezie durante l'havdalà e fare una berakhà sulla fiammella di una candela.  

Chi non ha fatto la havdalà a motzaè Shabbàt, la deve comunque fare dopo motzaè Shabbàt.


B. MELAKHÁ A MOTZAÉ SHABBÁT

Quanto è vietato fare di Shabbàt, continua a essere vietato dopo l'uscita di Shabbàt, se prima non si è fatta l'havdalà. Ma se è stata pronunciata la formula aggiuntiva di motzaè Shabbàt nella Amidà di Arvìt, oppure si pronuncia la frase "Barukh hamavdìl ben qòdesh lechòl" ("Benedetto Colui che fa distinzione tra il sacro e il profano"), allora è permesso riprendere i lavori vietati di Shabbàt.


C. DIVIETO DI MANGIARE PRIMA DELL' HAVDALÁ

Non è permesso mangiare nulla prima dell'havdalà, anche se è stato detto "Barukh hamavdìl etc.". Questo divieto inizia ancora prima dell'uscita di Shabbàt, al crepuscolo, a meno che non ci si trovi nella seudàt shelishìt e ancora non sia stato recitato arvìt

Finché non è stato recitato arvìt di motzaè Shabbàt, anche se Shabbàt è uscito, si deve recitare la formula aggiuntiva di Shabbàt nella birkhàt hamazòn della seudàt shelishìt.

Chi ha tardato e ancora non ha mangiato la seudàt shelishìt è possibile che gli sia permesso mangiarla anche dopo il tramonto, finché non è sicuramente notte.


D. PASTO DI MOTZAÉ SHABBÁT

Si usa accompagnare la "sposa" (lo Shabbàt alla sua uscita) con un pasto. Se si ha difficoltà a fare di nuovo un pasto col pane, perlomeno bisogna mangiare qualcosa a base di farina o frutta.

C'è chi usa in onore di questo pasto accendere candele e intonare appositi canti.


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In memoria di Antonella bat Giuseppina z.l.
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