Come kasherizzare le stoviglie per Pèsach - II parte
Da Perle di Pèsach
di rav Immanuel Piazza
6. Libbùn o hagalà?:
Tuttavia, ci sono dei casi in cui si può entrare nel dubbio: Libbùn o hagalà? Per questo motivo, riporteremo qui una regola generale: "per ogni stoviglia bisogna far caso al suo maggiore utilizzo", ovvero: Se, ad esempio, si tratta di una stoviglia che la "maggior parte delle volte" è utilizzata per cuocere un cibo liquido, come la zuppa, anche se alcune volte è usata per una cottura senza liquidi, questa stoviglia dovrà essere kasherizzata con la hagalà (bollitura).
7. Una stoviglia troppo grande:
Nel caso in cui la stoviglia non entri nel recipiente della bollitura, come ad esempio nel caso in cui si desideri kasherizzare una pentola molto grande, è possibile compiere la hagalà in più fasi, immergendo prima una parte di essa e poi le altre parti, facendo attenzione che tutte le parti della stoviglia siano immerse9 . Oppure si faccia bollire l’acqua dentro la pentola “grande” in questione, e dopo che l’acqua ha raggiunto l’ebollizione, s’immerga lentamente un metallo (o una pietra) ardente, in modo che l’acqua che bolle fuoriesca e bagni anche il bordo della stoviglia10 . Quest’ultima possibilità è valida esclusivamente nel caso in cui si tratti di una stoviglia che viene a contatto con il chamètz soltanto al suo interno, e non al suo esterno, come ad esempio una pentola. Infatti, nel caso di un utensile (troppo grande) che solitamente viene inserito nel chamètz, come ad esempio un ramaiolo, con il quale si versa la minestra dalla pentola al piatto, dal momento che assorbe il chamètz sia al suo interno che al suo esterno, per kasherizzarlo è necessario trovare un recipiente della hagalà (bollitura) così grande nel quale si possa inserirlo completamente11, oppure si può usare un recipiente più piccolo, immergendo la stoviglia grande in più fasi.
8. Dopo la bollitura:
Dopo aver bollito una stoviglia, si usa sciacquare questa immediatamente con l'acqua fredda, in ricordo di ciò che usavano fare nel Bet HaMiqdàsh (Santuario di Gerusalemme); infatti la consuetudine un tempo era di mettere le stoviglie nell'acqua fredda dopo aver compiuto la hagalà12.
9. Quando compiere la hagalà:
È bene fare la hagalà (bollitura) prima che arrivi il tempo in cui è proibito mangiare il chamètz. Infatti, se si posticipa la hagalà dopo il suddetto tempo, bisognerà fare attenzione ad altre halakhòt che non sono state riportate in questo libricino13.
10. Pentole:
La maggior parte del tempo sono utilizzate per cuocere alimenti liquidi, per questo motivo, anche se alcune volte sono usate per cuocere un alimento completamente solido (che non è cucinato insieme a nessun liquido), dovranno essere kasherizzate con la hagalà (bollitura). Oltre alla pentola, bisogna bollire anche i manici e il coperchio14 . Prima della hagalà bisogna fare attenzione a togliere tutte le incrostazioni che si trovano sul fondo della pentola. Tuttavia, nel caso in cui non si riesca a raschiare completamente la pentola, e rimangano dei segni neri senza spessore, è comunque possibile compiere la hagalà15.
11. Cucchiai, cucchiaini e forchette:
La loro kasherizzazione è meno complicata di quella delle pentole, ovvero: Per ciò che riguarda la kasherizzazione di queste stoviglie, non si è obbligati a immergerle direttamente nel recipiente d'acqua che si trova sul fuoco, bensì ci si può comportare in altri due modi differenti: a) Si può prendere l'acqua che bolle sul fuoco, e versarla in un altro recipiente, e quando l'acqua è ancora molto calda (almeno 45 °C), immergere lì le stoviglie. b) Si può versare su di esse l'acqua bollente. Tuttavia, gli Ashkenaziti sono rigorosi riguardo a ciò, e usano kasherizzare anche le posate immergendole direttamente nel recipiente d'acqua che si trova sul fuoco16.
12. Coltelli:
Per prima cosa, devono essere puliti bene, in particolare nel punto in cui sono attaccati al manico. La loro kasherizzazione viene effettuata con la hagalà (bollitura). Tuttavia, per ciò che riguarda i coltelli, si può essere facilitanti e immergerli nel recipiente della hagalà anche se già non si trova sul fuoco, fino a che l'acqua è ancora molto calda (almeno 45°C17) 18.
Note:
9. Ben Yish Chai, anno I parashat Tzav halakhà 12.
10. Shulchan Aruch, Orach Chaiim 452:6.
11. Mishnà Berurà, lì, seif katan 31.
12. Shulchan Aruch, Orach Chaiim 452:7.
13. Chazon Ovadia, Pèsach, pag. 162.
14. Shulchan Aruch, Orach Chaiim 451:5,12,14.
15. Chazon Ovadia, Pèsach, pag. 136.
16. Shulchan Aruch, Orach Chaiim 451:5,6; Chazon Ovadia, Pèsach, pag. 144.
17. Badè haShulchan, Yorè Deà 105 seif katan 3.
18. Shulchan Aruch, Orach Chaiim 451:3; Chazon Ovadià, Pèsach pag. 137.
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