Mitzwòt dalla Parashà
208 (Mizvàh Lo Ta'asèh 117) Non avere un rapporto con una donna Niddàh, com'è detto: "A una donna in stato d'impurità della Niddàh non ti avvicinerai" (Vayqrà 18:19)
Lo stesso vale per l'impurità dovuta alla Zavàh (vedi 182-183, in cui sono illustrati anche alcuni principi di purità e impurità). Chi lo trasgredisce, e ha un rapporto con una donna Niddàh o Zavàh, entrambi sono passibili di Karet, nonostante non le fuoriesca più il sangue, fino a quando non effettua i controlli necessari (oggi - Hefseq Tahoràh quando finisce il sangue, dopo il tempo che si usa attendere, e almeno un controllo il primo e il settimo giorno dei Shiv'àh Neqiim ~ Sette giorni puliti) e l'immersione successiva nel Miqvèh.
Se dovesse aver percepito una fuoriuscita di sangue uterino durante il rapporto, l'uomo non si muova e si impunti sulle punte delle mani e dei piedi affinché possa uscire successivamente senza alcun godimento su cui altrimenti sarebbe passibile di Karet, similmente a chi ha avuto un rapporto con una donna Niddàh.
E' così vietato aver un rapporto con la propria moglie quando ci si aspetta possa giungere il ciclo (Veset). Se il ciclo è irregolare – solitamente si considerano come date possibili lo stesso giorno del mese in base al calendario ebraico (Yom Haçhodesh), trenta giorni dopo l'ultimo ciclo ('onàh Benonit) e il tempo trascorso tra il ciclo precedente e quello ancora prima (Haflagàh) [E' possibile trovare maggiori dettagli nel libretto in italiano distribuito gratuitamente "Uniti per Sempre", disponibile anche on line in pdf] .
Nel caso avesse invece il ciclo fisso (Veset Qavu'a) e per tre volte di fila fosse capitato in un'altra data rispetto a quella prevista, il ciclo precedente non è più considerato ('Aqirat HaVeset), ma si considera il nuovo ciclo. Fintanto che non si è giunti a questo punto si considera sia il ciclo conosciuto che i dati nuovi per sapere quando allontanarsi dalla propria moglie.
182 (Mizvàt 'asèh 87) Una donna Niddàh è in stato d'impurità e rende impuri, com'è detto "E una donna quando avrà una fuoriuscita di sangue..." (Vayqrà1 15:19)
La Niddàh è lo stato in cui si trova la donna che ha avuto una fuoriuscita di sangue uterino con sensazione (Hargashàh) fintanto che non ha subito il ciclo di purificazione, oggi costituito da un controllo iniziale quando si ferma il flusso di sangue [dopo aver atteso circa 4/5 giorni da quando si è resa impura] chiamato "Hefseq Tahoràh", se il controllo esce pulito si usa effettuare il controllo di "Moçh Daçhuq" e dal giorno successivo inizia un ciclo di Shiv'àh Neqiim ~ sette giorni puliti in cui effettua due controlli al giorno, uno la mattina dopo il Netz Haçhamàh ~ albeggio e il secondo il pomeriggio entro il tramonto. Se ha effettuato almeno i controlli dell'Hefseq Tahoràh, un controllo il primo e uno il settimo e sono risultati halakhicamente puliti, può purificarsi attraverso la Tevillàh nel Miqvèh, dopo aver ripulito e controllato il suo corpo (çhafifàh) come prescritto nella Halakhàh.
Una donna che si trova in questo stato quando si poneva attenzione alle forme d'impurità, rendeva impuri sia nel tocco che nell'essere sollevata, sia quando si sedeva – sulla superficie su cui si sedeva che si sdraiava (Mishkav, Moshav e Merkav) similmente al Zav (vedi 179). La Niddàh però rende impuro anche chi ha un rapporto con lei (oltre che essere passibili entrambi di Karet – vedi 208).
Qui si tratta solo della Mizvàh 'asèh riguardo l'impurità; (vedi fine 179 che) oggigiorno in cui non abbiamo il Bet HaMiqdash non poniamo attenzione riguardo alle questioni d'impurità e come tale non viene enumerata come Mizvàh che si applica oggigiorno.