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613 Mitzwòt - Giuramenti


Giurare – Yosef giura a Ya'aqov suo padre che lo seppellirà nella Ma'arat HaMakhpelàh. Vediamo quindi alcune delle Mizvot legate ai giuramenti, a cui la Torà dà un peso molto elevato (30, 227, 228).


Lo Ta'asèh 18 Non giurare invano, com'è detto “Non pronuncerai il Nome di HaShem invano” (Shemot 20:7) perché generalmente si giura in Nome di HaShem. E' considerato un Giuramento invano (Shevu'at Shav) se fa parte di una di queste quattro categorie:

1) Giura su quanto è risaputo che sia il contrario, ad esempio che un uomo sia una donna o viceversa, oppure su una pietra che è oro.

2) Giura invano, ad esempio affermando qualcosa di conosciuto da tutti, come che una pietra è una pietra.

3) Giura di non compiere una Mizvà, è invano perché tutti i figli di Israel hanno giurato dinnanzi al Monte Sinai che loro e la loro discendenza avrebbero compiuto tutte le Mizvot prescritte da HaShem.

4) Giura di fare qualcosa che è impossibile fare, ad esempio che non dormirà per tre giorni di fila, oppure che non mangerà per sette giorni di fila.

Chi giurava in uno di queste occasioni – se aveva trasgredito il divieto in modo intenzionale (Mezid) veniva colpito con il Malqut, mentre nel caso fosse involontario (Shoghegh) – era esente.

Secondo l'opinione del Rambam e dello Shulchan 'arukh trasgredisce questo divieto della Toràh anche chi pronuncia una Berakhàh inutilmente (Berakhàh Levatalàh) o chi pronuncia inutilmente il Nome del Signore.

La Mizvà si applica in ogni luogo e tempo, sia per gli uomini che per le donne.


Mizvàh Lo Ta'asèh 131 Non giurare il falso riguardo denaro, com'è detto (letteralmente): “Non mentirete un uomo nel proprio popolo” (Vayqrà 19:11)

Chi esige denaro dal prossimo (esclusi terreni, servi o documenti) del valore di almeno una Perutà (ossia una moneta di valore minimo) per cui è tenuto a pagare se ammette di doverglielo, e ha confutato il doverglielo giurando, oppure nel caso in cui chi esige l'abbia fatto giurare e abbia negato, è passibile di pena, nonostante non abbia risposto al giuramento [Nel caso di Qenas ~ multe (in cui invece se ammette di aver compiuto ciò su cui è tenuto a pagare è esente) non sussiste questo divieto della Torà]. Questo giuramento è chiamato “Shevu'at HaPiqqadon”. In tal caso è tenuto a pagare oltre alla base economica confutata (Qeren) anche un quinto in più (çhomesh) e a portare al Bet HaMiqdash un sacrificio chiamato “Asham Ghezelot” (vedi Mizvàh 130-131), sia esso volontario che involontario nel giuramento.

E' considerato involontario (Shoghegh) se si è dimenticato che esiste l'obbligo di portare questo sacrificio in tal caso, pur sapendo che questo tipo di giuramento fosse vietato, e sapeva anche che gli doveva tale somma.

E' invece considerato volontario (Mezid) se sapeva tutto, e nonostante ciò ha giurato.

E' considerato impossibilitato (Anus) nel caso invece non ricordava che gli dovesse dare denaro.

Non è tenuto a pene corporali, perché il verso ha esplicitato che è tenuto a portare un sacrificio, sia che fosse volontario che involontario, come ricordato finora.

Chi trasgredisce questo divieto, trasgredisce anche quello di non giurare “Shevu'at Bittui” (228, che segue).

Nel caso abbia giurato invece riguardo terreni, servi o documenti, oppure riguardo Qenas, anche se è esente da questo divieto Deoraita, ha comunque trasgredito il divieto di Shevu'at Bittui (228, che segue), perché ha mentito giurando.

Si applica in ogni tempo e luogo, sia per gli uomini che per le donne.


Mizvàh Lo Ta’asèh 132 Non giurare una “Shevu’at Bittui” mentendo, com’è detto “E non giurerai a nome Mio mentendo” (Vayqrà 19:12)

E’ chiamata “Shevu’at Bittui” perché bittui significa “esprimere” con la bocca. Si tratta di cose che possono essere già c

apitate oppure che sono dipendenti dalle nostre azioni future.

Nel passato – ad esempio se giura: “Ho mangiato” o “Non ho mangiato” o “Ho lanciato una pietra nel mare” oppure “Non l’ho lanciata”, o “tale ha parlato di costui” o “tale non ha parlato di costui”.

Riferito al futuro – ad esempio giura che mangierà o che non lo farà, o che lancerà una pietra in mare oppure che non lo farà.

Se ha giurato in uno di questi casi mentendo, ha trasgredito questo divieto della Toràh. Se l’ha fatto intenzionalmente si rende passibile di Malqut, mentre se l’ha fatto involontariamente è tenuto a portare un sacrificio, chiamato “’olèh VeYored”. Riferito al passato è considerato involontario se non sapeva di essere tenuto a portare questo sacrificio anche se sapeva che è vietato, perché il non sapere di dover portare un sacrificio in casi di sacrifici rende spesso il peccato come involontario (Shogheg). Nel caso invece abbia giurato in forma futura è considerato involontario se si è sbagliato sul giuramento e ha pensato avesse giurato di mangiarlo e l’ha fatto, mentre aveva giurato di non farlo – poiché si è dimenticato temporaneamente del giuramento, ma si ricorda che ha giurato su quella determinata cosa è tenuto a portare questo sacrificio.

Questa Mizvàh sussiste in ogni tempo e luogo, sia per gli uomini che per le donne.

Dediche
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In memoria di Antonella bat Giuseppina z.l.
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