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Chi ti benedirà sarà benedetto

Daniel Glatstein1


Nel Talmud babilonese (trattato Chullìn, 49a) vi è una baraytà che cita il versetto della Torà che comanda ai kohanìm: “Benedirete così i figli d’Israele” (Bemidàr, 6:23). Da questo versetto si impara che i kohanìm hanno la mitzwà di benedire gli israeliti ogni giorno2.


In questo passo talmudico vi è una discussione tra i tannaìm R. Yishma’èl e R. ‘Aqivà.


R’. Yishma’èl dice che da questo passo impariamo che gli israeliti ricevono la benedizione divina per mezzo dei kohanìm, ma non impariamo che i kohanìm ricevono una benedizione. E poichè anche i kohanìm fanno parte del popolo d’Israele vi dev’essere una fonte dalla quale si impara che anche i kohanìm ricevono la benedizione divina. R. Yishma’èl afferma quindi che la benedizione divina ai kohanìm la si impara da un versetto successivo dove è scritto: “E invocheranno il Mio nome sui figli d’Israele ed Io li benedirò” (ibid., 6:27). I kohanìm benedicono Israele e il Santo Benedetto benedice i kohanìm.


R. ‘Aqivà afferma invece che la benedizione divina ai kohanìm la si impara da una versetto all’inizio della parashà di Lekh Lekhà dove l’Eterno dice ad Avrahàm: “Va via dal tuo paese, dal tuo parentado, dalla tua casa paterna, al paese che ti indicherò. Farò di te una grande nazione, ti benedirò, renderò grande il tuo nome, sarai una benedizione. Benedirò chi ti benedice, maledirò chi ti maledice; si benediranno in te tutte le famiglie della terra” (Bereshìt, 12:1-3). Poiché i kohanìm benedicono Israele, essi vengono benedetti dall’Eterno.


Da questo passo talmudico impariamo che sia secondo R. Yishma’él sia secondo R. ‘Aqivà i kohanìm ricevono la benedizione divina.


Per concludere, è interessante citare anche l’autore delle Tosafòt (Chullìn, 49a, “wa-avarekhà”) il quale afferma che anche un non ebreo che benedice un israelita riceve come ricompensa una benedizione divina. A prova di ciò egli cita un passo del Talmud di Eretz Israel (trattato Berakhòt, 55a) dove viene raccontato che un non ebreo diede una benedizione a R. Yishma’èl e quest’ultimo rispose che non aveva bisogno di contraccambiare con una benedizione perchè per il solo fatto di aver benedetto un israelita, il non ebreo veniva benedetto dall’Eterno come è scritto nella Torà in relazione al patriarca Avrahàm che “Benedirà chi ti benedice”.



NOTE:

1 Rav Daniel Glatstein ha ricevuto la semikhà dalla Yeshivat Chafetz Chayim ed è stato nominato Rav della Kehillà Ahavat Israel di Cedarhurst, New York. Questo articolo è stato adattato e tradotto in italiano da una breve derashà trasmessa online: https://mail.google.com/mail/u/0/?tab=wm#label/Segula13/FMfcgxwBVMcnGjSXcg

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2 Sèfer Ha-Chinùkh, mitzwà 378. Presso i sefarditi i kohanìm danno la benedizione durante la ripetizione della ‘amidà ogni giorno. L’uso degli ashkenaziti e degli italiani è che i kohanìm diano al benedizione solo nei yamìm tovìm (giorni festivi). In Eretz Israel anche gli ashkenaziti usano dare la benedizione ogni giorno. La benedizione può essere data solo quando c 'è un minyan nel bet ha-kenèsset.

Dediche
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In memoria di Antonella bat Giuseppina z.l.
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