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La vacca che non lavorava di Shabbàt


È scritto: “Per sei giorni l’opera verrà fatta ma il settimo giorno...”(23,3)

C’era una volta un chassìd che possedeva una vacca con la quale arava il suo campo. Dopo qualche tempo tale chassìd andò in rovina e dovette vendere la sua vacca a un non ebreo. Il nuovo acquirente fece lavorare la vacca per sei giorni. Al mattino dello Shabbàt questi fece uscire la vacca per arare il suo campo, ma essa si accovacciò e non volle lavorare. Egli la picchò ma essa non si mosse dal suo posto. Visto questo, il non ebreo andò presso il chassìd e gli disse: « Riprenditi la tua vacca! Per sei giorni l’ho fatta lavorare, ma quando l’ho portata fuori di Shabbàt essa si è accovacciata e non ha voluto saperne di lavorare; e nonostante le percosse non si è spostata dal suo posto». Avendo udito ciò, il chassìd capì per quale motivo la vacca non volle lavorare: perchè essa era abituata a non lavorare di Sabato. Disse il chassid al non ebreo: « Conducimi dalla vacca e io te la farò lavorare». Giunto dalla vacca, il chassid gli bisbigliò: « O vacca, vacca, quando stavi al mio servizio riposavi di Shabbàt; ma ora, a causa dei miei peccati ho dovuto venderti a un non ebreo, per favore adesso alzati e fai la volontà del tuo nuovo padrone». Immediatamente la vacca si alzò per mettersi al lavoro. Disse il non ebreo al chassìd: Non ti lascerò andare finché non mi riverelarai cosa hai fatto alla vacca e cosa le hai detto! L’hai forse stregata!?. Rispose il chassìd: le ho semplicemente detto che ora lei è al servizio di un non ebreo e deve lavorare di Shabbàt. Ascoltando tali parole, il non ebreo rimase scosso e turbato. Egli fece il seguente ragionamento : se la vacca che non possiede né il dono della parola né intelligenza e discernimento, ha riconosciuto il suo padrone, io, che sono stato creato dal Santo Benedetto a Sua immagine e somiglianza e ho ricevuto senno e discernimento, posso forse non riconoscere il mio Padrone!? Immediatamente decise di convertirsi all’ebraismo ed ebbe il merito di studiare molta Torà e di venir poi chiamato “Rabbì Jochanàn Ben Parà~ Rabbì Jochanan Figlio della Vacca (in ricordo della vacca che lo fece convertire). (Parperaòt LaTorà)

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Dediche
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In memoria di Antonella bat Giuseppina z.l.
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