Stam Yenam – Vino dei non ebrei
Stam Yenam – la severità della proibizione di bere vino dei non ebrei
Il Ben Ish Chai (Rav Yosef Chaim di Bagdad, 1833-1909), nella parashà di Balak (1), parla delle regole che riguardano la proibizione di bere “stam yenam” – vino dei non ebrei. Per enfatizzare la severità di questa proibizione, il Ben Ish Chai fa riferimento a un episodio riportato nel libro “Aiumà Kanidgalot” (p. 24) che dimostra la gravità di questa violazione e le sue possibili ripercussioni.
La storia riguarda undici prominenti rabbini che il re convoca nel suo palazzo. Il re descrive il grande rispetto e ammirazione che sente nei loro confronti, ed esprime il desiderio che i rabbini gli dimostrino reciprocamente le stesse cose. A quel punto il re gli chiede di fare una di tre cose: mangiare maiale, bere il suo vino, avere rapporti con una donna non ebrea. I rabbanim chiedono di avere tre giorni a disposizione per valutare le opzioni e arrivare a una decisione.
Tre giorni dopo, ritornano al palazzo informando il re di essere pronti a bere il suo vino. Hanno stabilito che, visto che mangiare maiale e avere relazioni con donne non ebree costituisce un divieto direttamente dalla Torà, mentre la proibizione di bere “stam yenam” è stata indetta dai Saggi e può quindi essere trattata con meno rigorosità. Fra le tre opzioni, hanno concluso, quella relativamente meno grave è quella di bere vino di un non ebreo.
Il re era felicissimo, e fa immediatamente sedere gli ospiti alla tavola rotonda girevole nella sala da pranzo reale. Ai rabbini viene servita carne kasher mentre gli altri commensali mangiano maiale. Il re ordina ai suoi servi di portare il miglior vino doc dalla cantina di corte, e i rabbini lo bevono. Il vino era molto forte, così diventano leggermente brilli. Senza che lo realizzassero, il re fa girare la tavola, e così i rabbini mangiano il maiale che era nei piatti delle persone che gli sedevano accanto.
Dopo il pasto, il re dice ai rabbini, “Sarete sicuramente stanchi; abbiamo delle suite speciali qui nel palazzo, in cui potete dormire, e abbiamo portato le vostre mogli qui in modo che potrete stare con esse.”
I rabbini accettano di dormire nel palazzo, ma, nello stato intossicato in cui si trovavano gli hanno portato prostitute – non le loro mogli – nelle stanze. Hanno quindi passato la notte con queste donne non ebree.
Al mattino, hanno realizzato chi gli era stato portato nelle stanze, e il re gli mostra che la loro carne kasher della sera prima non era stata toccata, indicandogli che hanno mangiato maiale.
Loro hanno pensato che accettando di bere il vino del re avrebbero commesso il peccato meno grave fra i tre, ma come risultato della cosa, bevendo quel vino hanno infine commesso tutti e tre i peccati. Gli undici rabbini hanno accettato su di se misure di pentimento, ma sono tutti morti di una morte innaturale entro l’anno.
Questo dimostra che, anche se la proibizione di “stam yenam” è stata istituita dai Saggi, e non è una legge direttamente dalla Torà, è molto severa. Chi viola una norma di istituzione rabbinica, si espone potenzialmente alla trasgressione di molte norme della Torà. Infatti lo Zohar, commenta che chi trasgredisce la proibizione di “stam yenam” perde la sua parte nel mondo a venire, (pur essendo possibile fare teshuvà). Dobbiamo quindi essere estremamente attenti rispetto al tipo di vino che beviamo, e assicurarci che incontri tutte le qualificazioni alachiche per essere considerato kasher, così da non trasgredire questa grave proibizione.
Riadattamento del link: http://www.dailyhalacha.com/displayRead.asp?readID=2017