L'aiuto di un "avversario"
Bilaam accetta di andare per conto di Balak a maledire gli ebrei. Relativamente a ciò la Torah dice:
"E l'Onnipotente era arrabbiato che (Bilaam) fosse andato e un angelo dell'Onnipotente stava davanti a lui come avversario" (Bemidbar 22:22).
Rashi spiega che l'angelo che si trovava dinnanzi a Bilaam era un angelo di misericordia che voleva impedirgli di andare contro la volontà Divina e di morire di conseguenza. Nel versetto 31 leggiamo che l'angelo aveva una spada sguainata.
Rav Zalman Sorotzkin commenta questo versetto dicendo che a volte un angelo di misericordia cerca di salvare una persona e gli appare come fosse un avversario che vuole il suo male, perchè deve essere disposto ad assumere un atteggiamento aggressivo al fine di impedire a qualcuno di distruggere se stesso e gli altri.
Per capire la vera compassione è necessario avere una visione globale.
Per esempio, un genitore che permette al suo bambino di fare ciò che vuole solo perché non vuole vederlo piangere, gli sta consentendo di compiere azioni potenzialmente distruttive sia a livello spirituale che fisico. Quando ci interessa davvero qualcuno, non gli si deve permettere di causarsi del male. Bisogna a volte essere disposti ad essere severi per proteggere il prossimo dalla sua ignoranza.
Adattamento del link: http://www.aish.com/tp/ss/ssw/124561164.html
basato su “Growth Through Torah ” di Rav Zelig Pliskin