Un nuovo giorno
La Toràh afferma:
“Poi [il Cohen] si spoglierà delle proprie vesti e ne indosserà altre e toglierà la cenere portandola in un luogo puro fuori dall’accampamento”. (Vayqrà 6:4)
Cosa possiamo imparare dall’atto cerimonioso attraverso cui ogni mattina veniva prelevata la cenere dall’altare?
Rav Samson Raphael Hirsh commenta che il fatto di prelevare dall’altare la cenere rimasta dai sacrifici del giorno precedente, esprime il pensiero che con ogni giorno, la missione della Toràh va compiuta in modo ‘fresco’, come se nulla fosse stato ancora ottenuto. Ogni nuovo giorno ci richiama alla nostra missione con nuova devozione e sacrificio. Il pensiero di cosa si è già ottenuto può essere la morte di ciò che si può ancora ottenere. Guai a colui che, soddisfatto di autocompiacimento, pensa di poter riposare sugli allori di cosa ha già ottenuto, e che non soddisfa l’incarico di ogni nuovo e fresco giorno con piena devozione, come se fosse il primo giorno di lavoro della sua vita!
“Preleva le ceneri fuori dall’accampamento”. Ogni traccia dei sacrifici di ieri va rimossa dal focolare sull’altare, così che il servizio del nuovo giorno possa essere cominciato su un terreno completamente fresco. Alla luce di queste considerazioni, possiamo comprendere la norma in base a cui bisogna vestirsi con gli abiti indossati quando si è impegnati con ciò che si è ottenuto il giorno precedente. Il passato non è da dimenticare. Però, va fatto ritirare sullo sfondo, e non deve investirci con orgoglio prima che il fresco compito di ogni nuovo giorno ci richiami. (Commento di Rav Hirsch)
Riadattamento del link: http://www.aish.com/tp/ss/ssw/198674551.html
Basato su “Growth Through Torah” di Rav Zelig Pliskin